Siamo abituati a inchieste giudiziarie con accuse e contestazione di reati gravissimi che a fine dell'iter processuale si dimostrano castelli di sabbia. Le modalità di azione delle Procure seguono sempre lo stesso canovaccio: si contestano reati gravissimi o semplicemente l'associazione sovversiva con finalità di terrorismo, si arrestano uomini e donne ricorrendo a quella carcerazione preventiva (che da eccezionale è diventata la norma, specialmente per i militanti politici), trasformando “reati” d’opinione in azioni sovversive. Senza alcuna prova concreta si privano della libertà uomini e donne che sovente perdono anche il posto di lavoro, la fonte di sostentamento loro e delle famiglie e si vedono sbattuti come mostri sulle prime pagine dei giornali e dei tg.

Questa volta è toccato a redattori/trici e collaboratori della rivista di orientamento anarchico Bezmotivny: 4 arresti e 5 obblighi di firma, nonostante le pubblicazioni del quindicinale fossero terminate da qualche mese.

Non conosciamo gli atti dell'inchiesta che ha portato all'arresto di compagni anarchici tra Toscana e Umbria, e leggiamo increduli di un circolo di Carrara, intitolato a un partigiano e antifascista che giovanissimo combatté contro i regimi di Mussolini e di Franco in Spagna e proseguì la sua storia militante partecipando alle lotte sociali e sindacali degli anni Sessanta e Settanta, chiuso perché ritenuto una sorta di covo, di centro nevralgico della sedizione.

In quel circolo si sono ritrovati molti anarchici che all'indomani della Seconda guerra mondiale vennero incarcerati per anni e trattati alla stregua di criminali comuni, oggi si ritrovano anarchici e libertari attivi contro il Green pass e feroci nemici di ogni autoritarismo, che conducono le loro battaglie alla luce del sole come palese è il loro impegno contro la guerra e le devastazioni ambientali. In tempi nei quali si nega la verità giudiziaria sulle stragi di stato può capitare che esponenti anarchici diventino i capri espiatori di presunte trame eversive e finiscano in carcere in attesa di conoscere il loro destino. Gli anni passano ma la caccia alle streghe è sempre la stessa. Solidarietà agli inquisiti e agli arrestati. Siamo tutti sovversivi!

Redazione di Lotta Continua