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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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Comunicato di Genova antifascista in merito al corteo di sabato 30 giugno 2018

Comunicato di Genova antifascista in merito al corteo di sabato 30 giugno 2018

Siamo alle solite... anche alla vigilia di questo corteo c'è chi prova ad alzare i toni, c'è chi tenta di creare tensioni nel tessuto sociale, ci sono i giornalai da quattro spiccioli e i leoni da tastiera che inventano falsità pur di avere un attimo di fama, c'è chi prova a rivendicare un ruolo nell'organizzazione del corteo che non ha avuto e chi con comunicati e interviste prova a salire su un carro che non gli appartiene.

Ieri su giornali e social abbiamo letto che il PD ha dato la sua adesione al corteo del 30 Giugno e rispondendo alle affermazioni di Garassino ha dichiarato “Un assessore non può pensare di rispondere a violenza con altrettanta violenza, anche se solo verbale", confermando quindi che per il democratico PD l'attacchinaggio di qualche manifesto e qualche scritta antifascista per la città sono da considerarsi atti di violenza .

Ribadiamo che per noi la violenza sono il Decreto Minniti che ha introdotto il Daspo Urbano limitando così la libertà delle opposizioni sociali e della manifestazione del dissenso, sono le deportazioni al confine di Ventimiglia, sono i lager creati in Libia dove vivono in condizioni disumane centinaia di migranti, è l'abolizione dell'Articolo 18 che ha reso ancora più precario il lavoro e ricattabile il lavoratore, la Buona Scuola e l'alternanza scuola-lavoro che sempre più crea forme di lavoro gratuito, la devastazione dei nostri territori al solo scopo di favorire le lobby del cemento e le organizzazioni mafiose e potremmo andare avanti per ore in questa triste lista della quale siete complici.

Per questi motivi la partecipazione del PD al corteo antifascista del 30 giugno che ci vede come primi promotori ci disgusta e ci sembra chiaro che sia usata unicamente per rilanciare un partito che ormai è morto e che utilizza l'antifascismo in modo strumentale e propagandistico.

Il 30 Giugno è una giornata della città aperta a tutte/i le cittadine ed i cittadini che condividono gli ideali di chi l'ha promossa dal primo giorno ad oggi.

Ma ricordiamo nuovamente, qualora ce ne fosse bisogno, che non saranno ammesse né bandiere né simboli di partito e che sarà cura degli organizzatori far rispettare questa nostra decisione senza se e senza ma.

Genova Antifascista

 

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