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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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Cosa fa il governo in materia di lavoro?

Cosa fa il governo in materia di lavoro?

Sul Governo iniziano le pressioni dei padroni, non che i padroni non siano ampiamente rappresentati da Lega e Movimento 5 Stelle ma le attenzioni particolari sono destinate a lasciare segni profondi.

Prendiamo in considerazione quanto accaduto negli ultimi giorni

 I rider

Lavoratori autonomi-come vorrebbe Confindustria. o lavoratori subordinati?

Il quesito è dirimente, l'orientamento di Confindustria (ma anche di settori maggioritari del Pd) è di considerarli autonomi o di ripristinare il vecchio voucher.  - andrebbe fornito un sistema di garanzie o, in alternativa, si potrebbe ricorrere ai vecchi voucher. Ne hanno parlato ad un convegno organizzato da Il sole 24 Ore “Quale lavoro, quali diritti? La Gig economy”.

Dopo le critiche al  “Decreto dignità”, il Governo ha deciso di rimettere l'argomento alla discussione del tavolo con le parti sociali, i sindacati cosiddetti rappresentativi si accontenteranno di generici diritti e magari di un contratto ad hoc lasciando inalterato il jobs act. Questa potrebbe, il condizionale è d'obbligo, essere un possibile compromesso perché numerosi sono gli assertori di un lavoro autonomo disciplinato da carte di diritti, prioritario resta per i padroni, e i sindacati complici, non avversare la gig economy e la dinamica dei bassi salari. A tal riguardo sarebbe interessante capire come si sono strutturati i nuovi posti di lavoro, per esempio nella Regione Lombardia dove c'è il tasso di occupazione piu' alto tra i 15 anni di età e i 64.

 La sentenza di Torino ha rappresentato una svolta e un precedente pericoloso perchè il mancato riconoscimento del lavoro subordinato rappresenta un precedente pericoloso. Per alcuni il problema è altro, ossia lasciare la natura autonoma ma riconoscere stipendi dignitosi, al contrario noi pensiamo che il riconoscimento del carattere subordinato sia un elemento dirimente anche per rompere la gabbia della precarietà e le catene del jobs act. 

Sarebbe un errore confondere gig economy e Industria 4.0 ma negare punti di contatto sarebbe un imperdonabile errore perchè accetteremmo un compromesso a perdere, quello di accogliere come successo un insieme di garanzie minimaliste dentro la cornice del lavoro autonomo, nel dominio della flessibilità della forza lavoro con pochi e incerti diritti\tutele.

 

Il rinvio di mesi del decreto lavoro da parte del Governo

 

Le norme sul lavoro sono rinviate di qualche mese, chi pensava ai primi provvedimenti per cancellare il jobs act dovrà ricredersi visto che si intravede solo la fattura elettronica per i benzinai. Il Governo è uscito già sconfitto dal primo braccio di ferro con i padroni, meglio dedicarsi ai lavoratori autonomi magari con il plauso delle associazioni di categoria che hanno sempre criticato lo spesometro 

Non a caso le critiche padronali sono state particolarmente dure verso un intervento legislativo contro la precarietà , insomma tra salvaguardia del tessuto produttivo e degli interessi padronali e la cancellazione del jobs act\la revisione dei contratti a termine prevarrà la prima.

 E in aiuto di Confindustria stanno anche arrivando le associazioni dei commercianti per le quali norme piu' severe sui contratti a termine sarebbero un grave errore e alla occorrenza hanno tirato in ballo la salvaguardia dei livelli occupazionali e dell'impresa, la mancata copertura economica del reddito minimo senza dimenticare le sirene dell'Europa. E apporre delle causali ai contratti a termine diventa, nell'immaginario padronale, una minaccia alla autonomia della impresa e un ostacolo alla ripresa economica.

In questi giorni brilla l'assenza del sindacato, silente anche rispetto alla debacle elettorale del Pd che ha perso le elezioni in numerose città, anche nei feudi un tempo del PCI come Siena e Pisa.

Un silenzio assenso preoccupante come preoccupante è la disattenzione verso l'anticipo dell'età pensionabile, i contratti nazionali al ribasso, molti dei quali sono lontani dall'essere ancora approvati.

Le questioni dirimente per i lavoratori  e le lavoratrici non possono essere lasciati in balia delle decisioni governative e degli equilibrismi con le associazioni datoriali, sarebbe già un inizio importante prendere atto di questa situazione per costruire percorsi conflittuali dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici.

Stesso discorso vale per la scuola, le dichiarazioni del neo ministro della Pubblica amministrazione vanno verso la conservazione della Buona scuola, idem vale per la sanità visto che gli annunciati investimenti a tutela della salute si è già arenata. Niente di nuovo allora sotto il cielo, anzi all'orizzonte nuvoloni e l'inizio della tempesta.

FEDERICO Redazione Pisana Lotta Continua

Pubblicato da Delegati e Lavoratori Indipendenti Pisa

 

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