Sabato 20 maggio si è svolta a Pontedera una manifestazione “nazionale” di Forza Nuova, capeggiata dal leader Roberto Fiore. Venticinque persone, in maggioranza arrivate da fuori provincia, hanno marciato per circa 300 metri, protetti da più un centinaio di agenti dei reparti mobili, in tenuta antisommossa.
Giornali e questura avevano annunciato la manifestazione mercoledì, nel silenzio più totale delle istituzioni locali (a guida Pd), che si sono limitate a bloccare il traffico cittadino e hanno finto di non essere state a conoscenza della manifestazione,
Le forza antifasciste di “facciata” hanno poi indetto un presidio fuori dal centro cittadino, a oltre 2 km dal tragitto previsto dai forzanuovisti, per non rischiare incidenti e non intaccare il sacro diritto allo shopping del sabato. Sotto la guida di Pd, Anpi, Arci e Cgil, a cui si sono poi accodate tutte le altre forze politiche, circa persona hanno cantato e ballato per qualche ora, senza aver visto gli scherani di Roberto Fiore nemmeno col binocolo. Il tutto di fronte al commissariato di Polizia, giusto per sottolineare la natura “questurina” di suddette forze politiche.
A 150 metri dalla piazza di arrivi del corteo si è formato un presidio antifascista improvvisato (a cui LC Pisa ha partecipato), composto da una trentina di giovani e meno giovani contestatori, che hanno ricevuto le ben note attenzioni di Digos e polizia e in borghese.
Qualche riflessione urge, tanto per non ripetere i soliti slogan o cadere nell’ovvietà.
Da almeno una decina di anni Pontedera vede gruppi di estrema destra presenti, pur con numeri irrisori, prima con Forza Nuova, poi Casa Pound e ora di nuovo Forza Nuova. Entrambi i partiti hanno aperto delle sedi, entrambe chiuse di recente, e tentato alcune sortite balzate agli onori della cronaca.
Nella ormai sonnolenta provincia di Pisa può capitare che in qualche paesello (senza offesa) spuntino attivisti pro-vita a inveire contro i consultori e l’aborto, in difesa della famiglia tradizionale e contro l’immigrazione clandestina.
Ma in una città multietnica come Pontedera questo non deve essere accettato. Forza Nuova ha scelto di iniziare il proprio “corteo” dal quartiere della stazione, dove più alta è la concentrazione di popolazione migrante e dove in passato avevano organizzato ronde per la sicurezza dal chiaro stampo razzista. Gli antifascisti di facciata hanno deciso di nascondersi e lasciare che questo scempio avesse luogo, senza cercare o riuscire a trovare una interlocuzione con le varie comunità, che hanno preferito non prendere posizione.
Questo la dice lunga sul lavoro che tutti gli antifascisti sono chiamati a fare sul piano dell’antirazzismo: occorre togliere il colonialismo del regime fascista dal cono d’ombra in cui è stato nascosto, perché d’ostacolo alla narrazione auto assolutoria degli “italiani brava gente”. Certo non è possibile fare questo lavoro con chi da anni finanzia i lager in Libia e stringe accordi con gli aguzzini che li gestiscono, Partito Democratico in testa.
Altrettanto sbagliata è stata la scelta di tutte quelle forze che si ritengono alternative al Partito Democratico di aderire senza particolari distinguo al presidio indetto a distanza siderale dalla manifestazione degli estremisti di destra. Di fatto, se i numeri fossero stati diversi, FN avrebbe potuto muoversi in città con relativa libertà, senza incontrare alcun tipo di resistenza o contestazione. E tra le forze antifasciste si pensava che Fiore avrebbe radunato oltre cento persone, a riprova della scarsa conoscenza della galassia di destra, falcidiata da arresti e scissioni.
L’idea di una manifestazione di piazza a ridosso del presidio di Fn non è stata neppure presa in considerazione, in favore di un inutile presidio istituzionale. Insomma, tutti presenti per le “pastasciutte antifasciste”, ma quando si tratta di antifascismo militante si preferisce accodarsi a chi sdogana i fascisti da oltre trent’anni. Conosciamo bene questo “antifascismo di facciata” e conosciamo le forze che lo animano. C’è chi invia armi ai neonazisti ucraini, plaude al 41 bis e alla repressione in tutte le forme. Sono gli stessi che stanno avvelenando Pontedera e la Toscana con il KEU, che vogliono l’ennesima base militare sul territorio e che hanno svenduto i diritti dei lavoratori e distrutto la sanità regionale in nome del pareggio di bilancio.
Noi riteniamo che la soluzione a questi pomeriggi “insensati” siano pratiche politiche e sociali coerenti con gli slogan che ripetiamo ogni 25 aprile, un monitoraggio attento della galassia della destra estrema e una presenza costante dentro i quartieri popolari (da qui la nostra partecipazione all’esperienza di Valdera Comunista dentro il villaggio popolare e multietnico Piaggio).
Per questo invitiamo tutti i sinceri antifascisti a fare una riflessione su questa piazza, sulle contraddizioni che essa mostra e sulla sua sostanziale impotenza.