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venerdì, 20 Settembre 2024

«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

[K. Marx]

Come nascono le bandiere? Quale situazione è andata delineandosi in Venezuela dopo la morte di Chavez?

Sono così oggi le nostre ban­die­re.

Il popo­lo le rica­mò con amo­re,

cucì gli strac­ci con la sof­fe­ren­za.

Con mano arden­te con­fic­cò la stel­la.

E tagliò, da cami­cia o fir­ma­men­to,

l’azzurro per la stel­la del­la patria.

Il ros­so, goc­cia a goc­cia, già nasce­va.

Pablo Neru­da, Can­to Gene­ral

E’ usci­to lo scor­so Feb­bra­io, Dopo Chá­vez. Come nasco­no le ban­die­re, l’attualissimo libro di Geral­di­na Colot­ti, gior­na­li­sta e scrit­tri­ce esper­ta di Ame­ri­ca Lati­na e di Vene­zue­la in par­ti­co­la­re, a cui è dedi­ca­to que­sto suo ulti­mo lavo­ro. Si trat­ta di un sag­gio che riper­cor­re le vicen­de del popo­lo vene­zue­la­no dal­la mor­te del suo pre­si­den­te Hugo Chá­vez, avve­nu­ta il 5 Mar­zo del 2013, alle vota­zio­ni del 30 Luglio 2017 per eleg­ge­re l’Assemblea Costi­tuen­te.

E’ com­po­sto da sei ric­chi capi­to­li, più una par­te intro­dut­ti­va e una con­clu­sio­ne, dove l’autrice sot­to­li­nea il carat­te­re in dive­ni­re del­la situa­zio­ne vene­zue­la­na: nel momen­to in cui il libro anda­va alle stam­pe infat­ti si ini­zia­va a par­la­re del­le ele­zio­ni pre­si­den­zia­li che poi han­no visto ricon­fer­ma­to alla gui­da del pae­se, il 20 Mag­gio 2018, Nico­las Madu­ro.

Pagi­na dopo pagi­na il let­to­re vie­ne cata­pul­ta­to oltre ocea­no e può per­ce­pi­re dal­le sapien­ti paro­le del­la scrit­tri­ce tut­to quell’amore che essa pro­va per la splen­di­da ter­ra vene­zue­la­na e per il suo popo­lo che sta por­tan­do avan­ti un per­cor­so ver­so il socia­li­smo dal 1999, quan­do Chá­vez ha assun­to, pre­via ele­zio­ne popo­la­re, la pre­si­den­za del Vene­zue­la.

In que­sti 20 anni mol­te cose sono cam­bia­te: Chá­vez non c’è più e al suo posto gover­na Madu­ro, che for­se non avrà lo stes­so cari­sma del suo pre­de­ces­so­re, ma che si è anche tro­va­to a com­bat­te­re con una con­giun­tu­ra eco­no­mi­ca avver­sa – in cui il prez­zo del petro­lio è for­te­men­te dimi­nui­to crean­do così dan­ni all’economia vene­zue­la­na che su quel­lo si basa­va- e con l’elezione del pre­si­den­te Trump alla gui­da degli Sta­ti Uni­ti, cosa che non ha cer­to gio­va­to allo sta­to lati­noa­me­ri­ca­no.

Si trat­ta di una nar­ra­zio­ne che spa­zia dal­la sto­ria alla geo­po­li­ti­ca, che pro­po­ne rifles­sio­ni eco­no­mi­che anche com­ples­se, ma sem­pre con quel­lo sti­le che carat­te­riz­za Geral­di­na Colot­ti come la “voce chia­ra” dell’America Lati­na. Di for­te impat­to emo­ti­vo l’over­tu­re con lo strug­gen­te rac­con­to del­la mor­te di Chá­vez, resa par­ti­co­lar­men­te coin­vol­gen­te gra­zie alle tec­ni­che nar­ra­ti­ve uti­liz­za­te con mae­stria dal­la scrit­tri­ce, che sa alter­na­re momen­ti liri­ci a tono più asciut­ti ed essen­zia­li quan­do si adden­tra in que­stio­ni più tec­ni­co-eco­no­mi­che. Emer­ge un qua­dro com­ples­so e arti­co­la­to, in cui un pae­se ric­co di risor­se natu­ra­li si deve sal­va­guar­da­re dal­lo sfrut­ta­men­to del­le mul­ti­na­zio­na­li ma ten­ta al con­tem­po di far decol­la­re l’economia seguen­do un per­cor­so ver­so il socia­li­smo che ine­vi­ta­bil­men­te lo pone in con­tra­sto col siste­ma capi­ta­li­sti­co glo­ba­le. La Colot­ti entra in pro­fon­di­tà anche in que­stio­ni di carat­te­re ambien­ta­li­sti­co –per esem­pio ana­liz­zan­do la situa­zio­ne dell’Arco mine­ra­rio dell’Orinoco- e affron­tan­do la fac­cen­da da mol­te­pli­ci pun­ti di vista.

Si trat­ta quin­di di un libro den­so di rifles­sio­ni, e di infor­ma­zio­ni che fan­no sca­tu­ri­re tali ragio­na­men­ti e inter­pre­ta­zio­ni, di espe­rien­ze vis­su­te in pri­ma per­so­na dall’autrice che tra­scor­re diver­si perio­di dell’anno in Vene­zue­la e che da anni segue da vici­no il sus­se­guir­si degli even­ti.

Degna di nota infi­ne l’amara con­sta­ta­zio­ne del­la guer­ra “media­ti­ca” in cor­so por­ta­ta avan­ti da gior­na­li e tele­vi­sio­ni main­stream che, ponen­do­si in un’ottica pale­se­men­te filo­sta­tu­ni­ten­se, spes­so distor­co­no le infor­ma­zio­ni riguar­dan­ti le vicen­de vene­zue­la­ne por­tan­do l’opinione pub­bli­ca ver­so rot­te sba­glia­te.

Tut­to è per­fet­ti­bi­le e miglio­ra­bi­le, l’au­tri­ce ne è con­sa­pe­vo­le, e non man­ca di sot­to­li­nea­re aspet­ti su cui sarà neces­sa­rio lavo­ra­re anco­ra a lun­go, ma al con­tem­po non può non dare l’appoggio ad un “pro­ce­so” che sta por­tan­do a miglio­ra­men­ti socia­li ed eco­no­mi­ci, nel cam­po dell’istruzione e del­la ugua­glian­za di gene­re e che si tro­va osteg­gia­to pesan­te­men­te con l’embargo sta­tu­ni­ten­se che non solo non per­met­te di rico­no­scer­ne a pie­no i meri­ti ma che lo dan­neg­gia deli­be­ra­ta­men­te.

“La liber­tà del­le don­ne è la prin­ci­pa­le car­ti­na di tor­na­so­le del livel­lo rag­giun­to da una socie­tà”. Geral­di­na dedi­ca pagi­ne inten­se alla con­di­zio­ne del­la don­na nel­la socie­tà vene­zue­la­na nel secon­do capi­to­lo al para­gra­fo Ni una menos, ni una mas. Ma la visio­ne di gene­re che essa pro­po­ne non ha nul­la a che fare col fem­mi­ni­smo di tra­di­zio­ne bor­ghe­se. Si trat­ta al con­tra­rio di una visio­ne di clas­se, che infuo­che­rà gli ani­mi del­le com­pa­gne che avran­no la pos­si­bi­li­tà di leg­ge­re que­sto scrit­to o di con­fron­tar­si diret­ta­men­te con la scrit­tri­ce su que­sto tipo di tema­ti­che duran­te le pre­sen­ta­zio­ni del libro in pro­gram­ma in tut­ta Ita­lia nei mesi a veni­re.

Recen­sio­ne a Geral­di­na Colot­ti, Dopo Chá­vez. Come nasco­no le ban­die­re, Jaka Book, 2018, pp 220, euro 22.

Di Sere­na Cam­pa­ni, Grup­po Inse­gnan­ti Geo­gra­fia Autor­ga­niz­za­ti.

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