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giovedì, 21 Novembre 2024

«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

[K. Marx]

La caduta libera dei salari

Fon­te Fon­da­zio­ne Di Vit­to­rio

Ci sono volu­ti tre anni per­ché l’e­co­no­mia tor­nas­se ai livel­li ante­ce­den­ti la pan­de­mia ma subi­to dopo è arri­va­ta una nuo­va cri­si sca­te­na­ta dal­la guer­ra e dal rin­ca­ro dei gene­ri di pri­ma neces­si­tà. Nel frat­tem­po i sala­ri ita­lia­ni sono risul­ta­ti in cadu­ta libe­ra e qua­si un quar­to degli stes­si è risul­ta­to in fase reces­si­va men­tre per mol­ti altri inve­ce resta fer­mo per­den­do pote­re di acqui­sto.

Que­sto ed altro tro­via­mo nel­la Ricer­ca del­la Fon­da­zio­ne Di Vit­to­rio del­la Cgil : Lo stress aumen­ta, lo sti­pen­dio no — Col­let­ti­va

Sem­pre più dif­fu­sa è la per­ce­zio­ne del­la per­di­ta sala­ria­le e del pote­re di acqui­sto, del­la inca­pa­ci­tà dei sala­ri di ade­guar­si al costo del­la vita e quan­do la retri­bu­zio­ne men­si­le resta inva­ria­ta cre­sco­no inve­ce la pro­dut­ti­vi­tà, le man­sio­ni ero­ga­te, i rit­mi e i tem­pi di lavo­ro.

Esi­ste in Ita­lia una auten­ti­ca emer­gen­za sala­ria­le, se il Gover­no si divi­de sul­le nor­me pre­vi­den­zia­li da inse­ri­re nel­la pros­si­ma Mano­vra di Bilan­cio in mate­ria di sala­ri pen­sa inve­ce di ave­re risol­to ogni pro­ble­ma con il taglio del cuneo fisca­le.

L’in­chie­sta del­la Fon­da­zio­ne avvie­ne con un cam­pio­ne di inter­vi­ste in azien­de già sin­da­ca­liz­za­te, un cam­pio­ne vasto ma insuf­fi­cien­te visto che esi­ste un mon­do avul­so dal­la sin­da­ca­liz­za­zio­ne ove i sala­ri han­no per­so mag­gio­re pote­re di acqui­sto e ove le pre­sta­zio­ni richie­ste sono sta­te assai accen­tua­te anche aggi­ran­do gli ora­ri di lavo­ro pre­vi­sti dai con­trat­ti nazio­na­li

Le rifles­sio­ni sono comun­que inte­res­san­ti anche se ad un atten­to let­to­re si insi­nua un dub­bio ossia sal­ta ai nostri occhi una atten­zio­ne spa­smo­di­ca ver­so il secon­do livel­lo di con­trat­ta­zio­ne ove i pre­mi di risul­ta­to sono alleg­ge­ri­ti dal­le tas­se ma in cam­bio di aumen­ti del­la pro­dut­ti­vi­tà.

Il che indu­ce ad una rifles­sio­ne ulte­rio­re: se pen­sia­mo di recu­pe­ra­re pote­re di acqui­sto con il secon­do livel­lo di con­trat­ta­zio­ne non sarà il caso inve­ce di rico­no­sce­re che sia­no pro­prio i sala­ri di base e i con­trat­ti nazio­na­le la pri­ma­ria fon­te del­la ero­sio­ne sala­ria­le con aumen­ti irri­so­ri e un siste­ma di ade­gua­men­to al costo del­la vita (il codi­ce Ipca) che pale­sa enor­mi limi­ti e con­trad­di­zio­ni?

E l’au­men­to del­le malat­tie pro­fes­sio­ni, degli infor­tu­ni e del­le mor­ti sul lavo­ro ci pare evi­den­te sia­no in stret­ta cor­re­la­zio­ne con il dete­rio­ra­men­to del­le con­di­zio­ni di vita  costrin­gen­do tanti\e ad aumen­ta­re i rit­mi e i tem­pi lavo­ra­ti­vi, non esi­sto­no sta­ti­sti­che rela­ti­ve agli straor­di­na­ri o agli ora­ri ultra fles­si­bi­li (in cam­bio di pochi spic­cio­li)  incre­men­ta­ti nel­le azien­de pub­bli­che e pri­va­te e dive­nu­ti indi­spen­sa­bi­li per accre­sce­re sala­ri sem­pre più bas­si.

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