La caduta libera dei salari

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Fon­te Fon­da­zio­ne Di Vit­to­rio

Ci sono volu­ti tre anni per­ché l’e­co­no­mia tor­nas­se ai livel­li ante­ce­den­ti la pan­de­mia ma subi­to dopo è arri­va­ta una nuo­va cri­si sca­te­na­ta dal­la guer­ra e dal rin­ca­ro dei gene­ri di pri­ma neces­si­tà. Nel frat­tem­po i sala­ri ita­lia­ni sono risul­ta­ti in cadu­ta libe­ra e qua­si un quar­to degli stes­si è risul­ta­to in fase reces­si­va men­tre per mol­ti altri inve­ce resta fer­mo per­den­do pote­re di acqui­sto.

Que­sto ed altro tro­via­mo nel­la Ricer­ca del­la Fon­da­zio­ne Di Vit­to­rio del­la Cgil : Lo stress aumen­ta, lo sti­pen­dio no — Col­let­ti­va

Sem­pre più dif­fu­sa è la per­ce­zio­ne del­la per­di­ta sala­ria­le e del pote­re di acqui­sto, del­la inca­pa­ci­tà dei sala­ri di ade­guar­si al costo del­la vita e quan­do la retri­bu­zio­ne men­si­le resta inva­ria­ta cre­sco­no inve­ce la pro­dut­ti­vi­tà, le man­sio­ni ero­ga­te, i rit­mi e i tem­pi di lavo­ro.

Esi­ste in Ita­lia una auten­ti­ca emer­gen­za sala­ria­le, se il Gover­no si divi­de sul­le nor­me pre­vi­den­zia­li da inse­ri­re nel­la pros­si­ma Mano­vra di Bilan­cio in mate­ria di sala­ri pen­sa inve­ce di ave­re risol­to ogni pro­ble­ma con il taglio del cuneo fisca­le.

L’in­chie­sta del­la Fon­da­zio­ne avvie­ne con un cam­pio­ne di inter­vi­ste in azien­de già sin­da­ca­liz­za­te, un cam­pio­ne vasto ma insuf­fi­cien­te visto che esi­ste un mon­do avul­so dal­la sin­da­ca­liz­za­zio­ne ove i sala­ri han­no per­so mag­gio­re pote­re di acqui­sto e ove le pre­sta­zio­ni richie­ste sono sta­te assai accen­tua­te anche aggi­ran­do gli ora­ri di lavo­ro pre­vi­sti dai con­trat­ti nazio­na­li

Le rifles­sio­ni sono comun­que inte­res­san­ti anche se ad un atten­to let­to­re si insi­nua un dub­bio ossia sal­ta ai nostri occhi una atten­zio­ne spa­smo­di­ca ver­so il secon­do livel­lo di con­trat­ta­zio­ne ove i pre­mi di risul­ta­to sono alleg­ge­ri­ti dal­le tas­se ma in cam­bio di aumen­ti del­la pro­dut­ti­vi­tà.

Il che indu­ce ad una rifles­sio­ne ulte­rio­re: se pen­sia­mo di recu­pe­ra­re pote­re di acqui­sto con il secon­do livel­lo di con­trat­ta­zio­ne non sarà il caso inve­ce di rico­no­sce­re che sia­no pro­prio i sala­ri di base e i con­trat­ti nazio­na­le la pri­ma­ria fon­te del­la ero­sio­ne sala­ria­le con aumen­ti irri­so­ri e un siste­ma di ade­gua­men­to al costo del­la vita (il codi­ce Ipca) che pale­sa enor­mi limi­ti e con­trad­di­zio­ni?

E l’au­men­to del­le malat­tie pro­fes­sio­ni, degli infor­tu­ni e del­le mor­ti sul lavo­ro ci pare evi­den­te sia­no in stret­ta cor­re­la­zio­ne con il dete­rio­ra­men­to del­le con­di­zio­ni di vita  costrin­gen­do tanti\e ad aumen­ta­re i rit­mi e i tem­pi lavo­ra­ti­vi, non esi­sto­no sta­ti­sti­che rela­ti­ve agli straor­di­na­ri o agli ora­ri ultra fles­si­bi­li (in cam­bio di pochi spic­cio­li)  incre­men­ta­ti nel­le azien­de pub­bli­che e pri­va­te e dive­nu­ti indi­spen­sa­bi­li per accre­sce­re sala­ri sem­pre più bas­si.

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