Il ddl 1660: La svolta securitaria che minaccia le libertà democratiche

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Nei pros­si­mi gior­ni il Par­la­men­to potreb­be vara­re l’insieme del­le nor­me con­te­nu­te nel ddl 1660 con la intro­du­zio­ne di ben 13 di nuo­vi rea­ti e rela­ti­ve aggra­van­ti, un col­po fero­ce asse­gna­to non solo al dis­sen­so e al con­flit­to socia­le ma alle liber­tà di movi­men­to e alla stes­sa demo­cra­zia.

Il nuo­vo Ddl sicu­rez­za ripren­de tut­te le cam­pa­gne care alla destra in una logi­ca solo repres­si­va e secu­ri­ta­ria per cri­mi­na­liz­za­re il con­flit­to socia­le e il dis­sen­so in ogni sua for­ma: dal­la can­na­bis alle occu­pa­zio­ni abi­ta­ti­ve, dal­le car­ce­ri ai Cpr, dal­le lot­te ambien­ta­li­ste a quel­le con­tro la mili­ta­riz­za­zio­ne dei ter­ri­to­ri, dagli ope­rai in lot­ta con i pic­chet­ti davan­ti alle azien­de che delo­ca­liz­za­no fino alle ini­zia­ti­ve soli­da­li ver­so i migran­ti e i dete­nu­ti.

Sia­mo davan­ti a una incre­di­bi­le svol­ta repres­si­va che por­te­rà alla instau­ra­zio­ne di uno sta­to di poli­zia e ci mera­vi­glia la sot­to­va­lu­ta­zio­ne del­la por­ta­ta di que­sto ddl da par­te di tan­ti set­to­ri del­la socie­tà civi­le e dei movi­men­ti con­flit­tua­li, eppu­re saran­no pro­prio loro le pri­me vit­ti­me di que­ste logi­che secu­ri­ta­rie

Per­fi­no l’Osce, Orga­niz­za­zio­ne per la sicu­rez­za in Euro­pa a cui ade­ri­sco­no 57 pae­si. ha mes­so in guar­dia l’Italia da que­sto ddl scri­ven­do:

“La mag­gior par­te di que­ste dispo­si­zio­ni ha il poten­zia­le di mina­re i prin­ci­pi fon­da­men­ta­li del­la giu­sti­zia pena­le e del­lo Sta­to di dirit­to”.

Sia­mo davan­ti a una svol­ta che minac­cia l’esercizio del­le liber­tà demo­cra­ti­che e cri­mi­na­liz­za il con­flit­to socia­le trat­tan­do­lo alla stes­sa stre­gua del­la cri­mi­na­li­tà orga­niz­za­ta.

Per far pas­sa­re que­sto ddl sono sta­te neces­sa­rie miglia­ia di ore sul­le tv loca­li e nazio­na­li per dif­fon­de­re pau­ra nel­la popo­la­zio­ne, le occu­pa­zio­ni di case da par­te di chi non ha un tet­to e dor­me per stra­da sono sta­te dipin­te come una sor­ta di rac­ket che cac­cia gli anzia­ni dal­le loro abi­ta­zio­ni, le lot­te ambien­ta­li­ste sono diven­ta­te detur­pa­tri­ci dei beni cul­tu­ra­li, gli scio­pe­ri e i bloc­chi stra­da­li dei veri e pro­pri rea­ti che impe­di­sco­no al cit­ta­di­no di rag­giun­ge­re il posto di lavo­ro crean­do solo disa­gi, l’opposizione alle gran­di ope­re e alla mili­ta­riz­za­zio­ne dei ter­ri­to­ri diven­ta inve­ce un osta­co­lo, da rimuo­ve­re con anni di car­ce­re, alla ripre­sa dell’economia e all’accrescimento del PIL

Que­sto dise­gno di leg­ge intro­du­ce un auten­ti­co sta­to di poli­zia e avvie­ne in un perio­do sto­ri­co in cui la cor­sa al riar­mo diven­ta una costan­te, la nor­ma­li­tà del­la guer­ra è ormai dif­fu­sa nell’immaginario col­let­ti­vo.

Ma nul­la vie­ne det­to sull’economia di guer­ra, sul­lo sfrut­ta­men­to, sul caro­vi­ta, sul­lo sman­tel­la­men­to dei ser­vi­zi socia­li.

Il ddl 1660 è un sal­to di qua­li­tà rispet­to al decre­to Ren­zi-Lupi, nel Decre­to Min­ni­ti, ai Decre­ti Sal­vi­ni fino all’ultimo Decre­to Cai­va­no. Quan­do la cri­si eco­no­mi­ca e socia­le si acui­sce sto­ri­ca­men­te il ricor­so alla repres­sio­ne e alla demo­niz­za­zio­ne del con­flit­to diven­ta­no le solu­zio­ni miglio­ri per i domi­nan­ti, i cor­si e ricor­si del­la sto­ria dovreb­be­ro esse­re del resto fon­te di inse­gna­men­to.

Ripor­tia­mo gli arti­co­li salien­ti del dise­gno di leg­ge estra­po­lan­do­li dal sito dell’Osservatorio Repres­sio­ne:

Art. 1 – Intro­du­ce i nuo­vi rea­ti, puni­ti con pene fino a 6 anni, di deten­zio­ne e/o dif­fu­sio­ne di mate­ria­le ine­ren­te la pre­pa­ra­zio­ne o l’uso di armi e sostan­ze peri­co­lo­se uti­liz­za­bi­li per non meglio pre­ci­sa­te fina­li­tà di ter­ro­ri­smo, anche inter­na­zio­na­le.

Art. 7 – Pre­ve­de la revo­ca del­la cit­ta­di­nan­za ita­lia­na, entro 10 anni dal­la sen­ten­za defi­ni­ti­va, con­tro il cit­ta­di­no con­dan­na­to per ter­ro­ri­smo o ever­sio­ne.

Art. 8 – Intro­du­ce nel codi­ce pena­le il nuo­vo art. 634 bis, che puni­sce il rea­to di occu­pa­zio­ne arbi­tra­ria di immo­bi­le desti­na­to a domi­ci­lio altrui con la pena da 2 a 7 anni di reclu­sio­ne sia per l’occupante sia per chi coo­pe­ra con esso. La nor­ma si aggiun­ge a quel­la pre­vi­sta dall’art. 633 c.p., che puni­sce la occu­pa­zio­ne abu­si­va di immo­bi­le, con la reclu­sio­ne da 2 a 4 anni. Inol­tre, vie­ne intro­dot­to nel codi­ce di pro­ce­du­ra pena­le il nuo­vo art. 321 bis, che dà alla poli­zia il pote­re di sgom­be­ra­re imme­dia­ta­men­te l’immobile occu­pa­to.

Art. 10 – Intro­du­ce il pote­re del que­sto­re di dispor­re con­tro il cit­ta­di­no l’allontanamento da una deter­mi­na­ta area urba­na fino a 48 ore. Si può quin­di imma­gi­na­re l’uso che ne ver­rà fat­to pri­ma di mani­fe­sta­zio­ni e cor­tei sin­da­ca­li e poli­ti­ci. Allar­ga i casi di ema­na­zio­ne del DASPO urba­no fino a pre­ve­de­re il DASPO giu­di­zia­rio, dispo­sto dal giu­di­ce qua­le con­di­zio­ne per la con­ces­sio­ne del­la sospen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pena.

Art. 11 – Ripri­sti­na la san­zio­ne pena­le e non più ammi­ni­stra­ti­va per il rea­to di bloc­co stra­da­le. Intro­du­ce l’aggravamento del­la pena da 6 mesi a 2 anni a cari­co di colo­ro che effet­tua­no un bloc­co stra­da­le o fer­ro­via­rio con il pro­prio cor­po con più per­so­ne riu­ni­te. E’ il man­ga­nel­lo giu­di­zia­rio per far­la fini­ta con scio­pe­ri ope­rai e mani­fe­sta­zio­ni non auto­riz­za­te.

Art. 12 e 13 – Sono nor­me mira­te con­tro i Rom. Il pri­mo abo­li­sce l’obbligo per il giu­di­ce di rin­via­re la pena se la con­dan­na­ta è incin­ta o madre di un bim­bo di età infe­rio­re ad un anno, sic­chè madre e figlio potran­no fini­re in car­ce­re a discre­zio­ne del magi­stra­to. Il secon­do puni­sce, con pene aggra­va­te, non solo chi orga­niz­za l’accattonaggio, ma anche chi indu­ca ter­zi a far­lo.

Art. 14 – Intro­du­ce l’aumento di un ter­zo del­la pena pre­vi­sta per i rea­ti di vio­len­za, minac­cia, resi­sten­za a pub­bli­co uffi­cia­le (già pre­vi­sta da 6 mesi a 5 anni), se il fat­to è com­mes­so con­tro un uffi­cia­le o agen­te di poli­zia, vie­tan­do al giu­di­ce di con­si­de­ra­re pre­va­len­ti le cir­co­stan­ze atte­nuan­ti rispet­to a tale nuo­va aggra­van­te.

Art. 15 – Pre­ve­de che si pro­ce­da d’ufficio – e non più su que­re­la di par­te – nel caso di lesio­ni per­so­na­li lie­vi o lie­vis­si­me a dan­no di uffi­cia­li o agen­ti di poli­zia in ser­vi­zio, puni­te con pena da 2 a 5 anni.

Art. 20 – Auto­riz­za uffi­cia­li e agen­ti di poli­zia a por­ta­re armi sen­za licen­za, anche quan­do non sono in ser­vi­zio.

Art. 18 e Art. 25 – L’art. 18 intro­du­ce: a) la nuo­va aggra­van­te del rea­to di isti­ga­zio­ne a disob­be­di­re alle leg­gi (art. 415 c.p., che pre­ve­de una pena fino 5 anni), se vie­ne com­mes­so all’interno di un car­ce­re dai dete­nu­ti o anche median­te comu­ni­ca­zio­ni diret­te a per­so­ne dete­nu­te; b) il nuo­vo art. 415 bis c.p., che puni­sce con la reclu­sio­ne fino ad 8 anni “chiun­que, all’interno di un isti­tu­to peni­ten­zia­rio, pro­muo­va, orga­niz­zi o diri­ga una som­mos­sa con atti di vio­len­za o minac­cia, di resi­sten­za anche pas­si­va all’esecuzione degli ordi­ni o con ten­ta­ti­vi di eva­sio­ne, com­mes­si con­giun­ta­men­te da tre o più per­so­ne”. Le pene pos­so­no esse­re aumen­ta­te, in deter­mi­na­ti casi (lesio­ni per­so­na­li, uso di armi, ecc.) fino a 20 anni. L’art. 25 com­ple­ta le sud­det­te nor­me con la pre­vi­sio­ne dell’esclusione dei dete­nu­ti isti­ga­to­ri ribel­li (anche pas­si­vi!) dai bene­fi­ci peni­ten­zia­ri, equi­pa­ran­do­li a mafio­si e ter­ro­ri­sti.

Art. 19 – Appli­ca quan­to pre­vi­sto dall’art. 18 per i dete­nu­ti in car­ce­re con­tro i migran­ti ristret­ti nei CPR, con­fer­man­do­ne la natu­ra car­ce­ra­ria.

Que­sta nor­ma­ti­va annul­la qual­sia­si dirit­to dei dete­nu­ti e li anni­chi­li­sce ad esse­ri sen­za digni­tà, sot­to­po­sti all’imperio e arbi­trio asso­lu­ti e al ricat­to per­ma­nen­te del per­so­na­le peni­ten­zia­rio.

Art. 23 – Il gover­no Ren­zi ave­va già con­ces­so, con il decre­to-leg­ge n.7/2015, ai fun­zio­na­ri e agen­ti dei ser­vi­zi segre­ti, infil­tra­ti in asso­cia­zio­ni ter­ro­ri­sti­che o ever­si­ve, l’immunità pena­le nel caso di com­pi­men­to di rea­ti asso­cia­ti­vi per fina­li­tà di ter­ro­ri­smo. La nor­ma, che era tran­si­to­ria e più vol­te pro­ro­ga­ta, diven­ta ora per­ma­nen­te e pre­ve­de l’estensione dell’immunità pena­le per la dire­zio­ne ed orga­niz­za­zio­ne di asso­cia­zio­ni ter­ro­ri­sti­che, anche inter­na­zio­na­li, ed ever­si­ve dell’ordine demo­cra­ti­co, non­ché nel caso di fab­bri­ca­zio­ne o deten­zio­ne di ordi­gni o di mate­ria­le con fina­li­tà di ter­ro­ri­smo. Si pas­sa così dal­la figu­ra dell’agente infil­tra­to a quel­la dell’agente pro­vo­ca­to­re, o – peg­gio anco­ra – dell’organizzatore di atten­ta­ti e stra­gi.

Inol­tre, pari­fi­ca la can­na­bis light a quel­la non light, vie­tan­do quin­di la col­ti­va­zio­ne e il com­mer­cio di infio­re­scen­ze anche di can­na­bis con thc infe­rio­re allo 0.2 per cen­to. Una pos­si­bi­li­tà che avreb­be gra­vis­si­me rica­du­te su tut­te le impre­se del set­to­re.

Un ddl che meri­te­reb­be una for­te oppo­si­zio­ne par­la­men­ta­re e socia­le ma anche una discus­sio­ne nel­le piaz­ze, nel­le scuo­le e nel­le uni­ver­si­tà e nei luo­ghi di lavo­ro. Ma pur­trop­po dob­bia­mo con­sta­ta­re una oppo­si­zio­ne in par­la­men­to mol­to light. il silen­zio di tom­ba dei sin­da­ca­ti con­fe­de­ra­li e anche di tan­te real­tà sin­da­ca­li di base e socia­li che paghe­ran­no per pri­me le con­se­guen­ze del­la deri­va secu­ri­ta­ria in atto nel pae­se.

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Redazione di Lotta Continua
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