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venerdì, 4 Ottobre 2024

«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

[K. Marx]

Il fascismo indiscreto del Movimento Sociale Italiano

Chis­sà per­ché pro­prio ora, con que­sta rile­van­za, si tira in bal­lo il Movi­men­to Socia­le Ita­lia­no (MSI). Cer­to vi è il moti­vo del­la sua fon­da­zio­ne, 26 dicem­bre 1946, ma que­sto potreb­be esse­re let­to come pre­te­stuo­so stan­do all’importanza data­gli.

E poi, da par­te del­la figlia, sena­tri­ce, di un suo espo­nen­te, Pino Rau­ti, non cer­to illi­ba­to, e da par­te di un figlio, Igna­zio la Rus­sa, Pre­si­den­te del Sena­to, di fami­glia mis­si­na sin dal­le ori­gi­ni per la poli­ti­ca del padre in Sici­lia. Solo che i due han­no giu­ra­to sul­la Costi­tu­zio­ne anti­fa­sci­sta e riven­di­ca­no le loro radi­ce fasci­ste. Già per­ché l’MSI era un par­ti­to fasci­sta. Ma non voglio segui­re que­sta stra­da del­la sco­per­ta dell’acqua cal­da.

Mi inte­res­sa di più capi­re per­ché si sia giun­ti a que­ste pre­ci­se dichia­ra­zio­ni? Che il gover­no sia gover­na­to dal­la destra è asso­lu­ta­men­te chia­ro. I due com­pri­ma­ri, Lega e For­za Ita­lia sono asso­lu­ta­men­te a trai­no del car­ro vin­ci­to­re. Con­ta­no poco nel­la sua dispo­si­zio­ne.

Che la destra sia il gover­no è dun­que pale­se. Ma le riven­di­ca­zio­ni del pas­sa­to fasci­sta sono da capi­re sino in fon­do. Non è que­stio­ne di pre­oc­cu­pa­zio­ne, visto che sareb­be ben stra­no che un gover­no di destra faces­se altra poli­ti­ca. Ma qui non c’è solo la par­te poli­ti­ca qui c’è la que­stio­ne del fasci­smo di cui l’Italia è impre­gna­ta dal perio­do mus­so­li­nia­no. E che nel tem­po è cam­bia­to seguen­do un po’ la moda del momen­to ma che è rima­sto un ele­men­to sta­bi­le nel­la vita poli­ti­ca ita­lia­na. Ricor­do gli slo­gan degli anni ’60 e ’70 sull’MSI e la Demo­cra­zia Cri­stia­na (DC) che foto­gra­fa­va­no un bel rap­por­to, alme­no con le par­ti di destra del­la DC.

Ora la pre­te­sa di una paten­te demo­cra­ti­ca dell’MSI data­gli dal­la par­te­ci­pa­zio­ne all’elezione di alcu­ni capi di Sta­to appa­re per­lo­me­no ipo­cri­ta. Vi fu, nel tem­po, spin­ta sem­pre dal­la sini­stra extra­par­la­men­ta­re di sini­stra il ten­ta­ti­vo di met­te­re l’MSI fuo­ri leg­ge, anche con rac­col­ta di fir­me. Qual­cu­no ricor­de­rà: MSI fuo­ri­leg­ge a mor­te la DC che lo pro­teg­ge. Se non pia­ce il lato fune­bre si può sosti­tui­re con “abbas­so la Dc ecc. ecc. Ma insom­ma tali ten­ta­ti­vi rima­se­ro inu­ti­li, visto che il resto dei par­ti­ti non appog­gia­va que­sta riso­lu­zio­ne. Del resto, ten­ta­ti­vi che anda­va­no nel sen­so del­la nostra Costi­tu­zio­ne, in pri­mis, poi anche di altre leg­gi che sareb­be­ro venu­te.

Ma la Costi­tu­zio­ne nel­le Dispo­si­zio­ni tran­si­to­rie e fina­li, al pun­to XII, dice che è vie­ta­ta sot­to ogni for­ma la rico­stru­zio­ne del par­ti­to fasci­sta. Mai mes­sa in atto in modo per­fet­to. Per­ciò buon gio­co han­no ora gli espo­nen­ti soprav­vis­su­ti a quell’epoca, in un par­ti­to che ora si chia­ma, Fra­tel­li d’Italia a recla­ma­re il carat­te­re demo­cra­ti­co dell’MSI per­ché ha par­te­ci­pa­to, nel pas­sa­to, all’elezione ecc. ecc.

Chis­sà per­ché non nomi­na­no anche il gover­no Tam­bro­ni con gli stra­sci­chi di mani­fe­sta­zio­ni, mor­ti in quei momen­ti, di anti­fa­sci­sti che non vole­va­no un gover­no DC che si reg­ges­se con i voti dei fasci­sti del MSI, e sia­mo nel 1960, appe­na a quin­di­ci anni dal­la fine del­la Secon­da guer­ra mon­dia­le, pro­prio alla fine del feno­me­no fasci­sta mus­so­li­nia­no in Ita­lia. Ma avan­ti.

È sta­to solo per l’ignavia dei par­ti­ti demo­cra­ti­ci che non si è avu­ta la sop­pres­sio­ne dell’MSI e per­ciò appa­re ora pos­si­bi­le attri­bui­re a quel par­ti­to una paten­te demo­cra­ti­ca sca­du­ta, e per­ché non dire che alla mor­te di Gior­gio (il suo nome) Almi­ran­te, suo lea­der, dal pas­sa­to fasci­stis­si­mo, alle ese­quie si sia pre­sen­ta­to anche qual­che espo­nen­te del Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no di allo­ra. Insom­ma ogni lascia­ta è per­sa e sul­la stra­da del­la chia­rez­za demo­cra­ti­ca i par­ti­ti non fasci­sti, in Ita­lia, ne han­no lascia­te vera­men­te tan­te e ben gli sta allo­ra che ades­so la destra ere­de di quel mon­do riven­di­chi una cer­ta purez­za demo­cra­ti­ca. Ma for­se c’è di più.

La riven­di­ca­zio­ne vuo­le for­se allu­de­re a qual­co­sa d’altro? Io cre­do di si. Si sag­gia il ter­re­no, si vede fino a che pun­to ci si può spin­ge­re per osa­re di più. Gli elet­to­ri di Gor­gia Melo­ni sono di diver­sa natu­ra, natu­ral­men­te. C’è chi è fasci­sta, chi cre­de nei valo­ri del­la destra, chi vuo­le sen­tir­si padro­ne e casa sua, libe­ro, (ma da che cosa?), chi è sem­pli­ce­men­te igno­ran­te, e qui la pla­tea si allar­ga mol­to, e chi capi­sce poco e si fida dell’apparenza: una don­na, gio­va­ne e deci­sa, ora votia­mo que­sta, poi…Già ma non si sa se un poi ci sarà o se lo si dovrà ricon­qui­sta­re.

Ma allo­ra la liber­tà, anche bor­ghe­se, che venis­se cas­sa­ta avreb­be biso­gno di un ben altro spes­so­re eti­co e poli­ti­co dei pochi con­vin­ti che gio­ca­re con il fuo­co ci si bru­cia. Nel perio­do fasci­sta-mus­so­li­nia­no vi era per­lo­me­no l’URSS die­tro le spal­le, vi era­no per­so­nag­gi di altis­si­mo spes­so­re, dicia­mo Gram­sci, su tut­ti. Ce li sognia­mo ora. Orga­niz­za­zio­ni strut­tu­ra­te e pre­ci­se. Fa ride­re pen­sa­re che i 5 stel­le dovreb­be­ro esse­re un baluar­do …. ma di che cosa? Insom­ma, altri tem­pi. Solo che gli ere­di di destra di quei tem­pi sce­mi non sono né tan­to­me­no mol­li espo­nen­ti poli­ti­ci. E noi cosa rispon­dia­mo a que­sti ten­ta­ti­vi di sag­gia­re il ter­re­no?

O con non­cu­ran­za oppu­re dicen­do che tan­to destra sini­stra non sono più un pro­ble­ma, oppu­re che il fasci­smo non è una prio­ri­tà per nes­su­no, ora. Que­sti sono erro­ri che sono già sta­ti fat­ti, in altra for­ma, e che rifat­ti ora por­te­reb­be­ro a tra­ge­die anco­ra più pesan­ti. Cer­to ben noto è l’appunto di Karl Marx sul dop­pio acca­de­re degli avve­ni­men­ti nel­la sto­ria. Pren­den­do spun­to da Hegel, Marx dice­va che biso­gna aggiun­ge­re alla repli­ca nel­la sto­ria di fat­ti ed avve­ni­men­ti anche che la pri­ma vol­ta è tra­ge­dia, la secon­da far­sa (Il 18 bru­ma­io di Lui­gi Bona­par­te, 1852). For­se sareb­be una far­sa o for­se, andan­do oltre Marx, una tra­ge­dia anco­ra mag­gio­re.

E pen­sia­mo così ad un’Italia con un pre­si­den­te padro­ne, sti­le fran­ce­se, e se si sbri­gas­se­ro potreb­be esse­re il tur­no di Ber­lu­sco­ni, cari­ca cui lui tie­ne mol­to, con una socie­tà ane­ste­tiz­za­ta da cel­lu­la­ri, cal­cio, moda, dro­ga, e vita bea­ta per tut­ti quel­li che se li pos­so­no per­met­te­re (e vai con l’aperitivo), gli altri a sba­va­re fuo­ri dal­le vetri­ne del lus­so. Per que­sto non appa­re stra­no la ripre­sa di un pas­sa­to fasci­sta, depu­ra­to da que­sto stig­ma e spac­cia­to come un cam­pio­ne del­la demo­cra­zia, alla fac­cia di chi nel­le stra­de è mor­to per com­bat­ter­lo, di chi ha lascia­to la pel­le duran­te la Resi­sten­za. Tan­to sia­mo tut­ti ugua­li, tut­ti acco­mu­na­ti nell’abbraccio capi­ta­li­sti­co che ha una capa­ci­tà di dimen­ti­can­za del­le cose asso­lu­ta, basti sal­va­guar­da­re il pro­fit­to.

Pec­ca­to che in que­sto sen­so anche la pre­te­sa di esse­re con­tro il siste­ma, anche del­la destra si per­da. Non vi è biso­gno di rivan­ga­re un’annosa que­rel­le tra una destra anti­ca­pi­ta­li­sti­ca e la destra pro-capi­ta­le anche nell’MSI, pro­prio con Rau­ti, padre, come ideo­lo­go del­la pri­ma. Ma a chi inte­res­sa­no più que­ste que­stio­ni. Ora tut­ti assie­me anche in Par­la­men­to a gioi­re per le posi­zio­ni mode­ra­te ed euro­pee, in que­sto momen­to, pro Ucrai­na, in un pros­si­mo momen­to per qual­co­sa d’altro. Basta non scom­pa­gi­na­re la bonac­cia. Ma Melo­ni era sta­ta vota­ta pro­prio per met­te­re a soq­qua­dro i rap­por­ti tra gli sta­ti in Euro­pa, per sbal­lot­ta­re le pacio­se con­ni­ven­ze nel nostro pae­se e fuo­ri. Non era sta­ta elet­ta per­ché la pac­chia con i nostri allea­ti che “ci han­no sem­pre schiac­cia­ti” fos­se fini­ta? Final­men­te padro­ni a casa pro­pria.

Ma chi l’ha vota­ta non si accor­ge pro­prio dei gio­chi­ni alla Dra­ghi che la stes­sa met­te sem­pre più in atto. Cer­to, poi deve per­met­te­re qual­che con­ten­ti­no ai nostal­gi­ci, che ha pre­so in cari­co, per rim­pol­pa­re il suo par­ti­to. Un po’ di fasci­smo, ma non trop­po, e comun­que come si deve, bor­ghe­se­men­te. Deve dare loro il con­ten­ti­no del ricor­do, ora sui social, del loro pas­sa­to fasci­sta, basta che rispet­ti­no quel­lo che ora si deve fare. Cam­bia­re nien­te per­ché pos­sa con­ti­nua­re tut­to come pri­ma. Anche Toma­si di Lam­pe­du­sa è sta­to supe­ra­to ed il suo gat­to­par­do ora può rug­gi­re una vol­ta ogni tan­to per avver­ti­re che comun­que lui li c’è anco­ra e che all’occorrenza…

Tizia­no Tus­si — 20 dicem­bre 1922

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