Il fascismo indiscreto del Movimento Sociale Italiano

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Chis­sà per­ché pro­prio ora, con que­sta rile­van­za, si tira in bal­lo il Movi­men­to Socia­le Ita­lia­no (MSI). Cer­to vi è il moti­vo del­la sua fon­da­zio­ne, 26 dicem­bre 1946, ma que­sto potreb­be esse­re let­to come pre­te­stuo­so stan­do all’importanza data­gli.

E poi, da par­te del­la figlia, sena­tri­ce, di un suo espo­nen­te, Pino Rau­ti, non cer­to illi­ba­to, e da par­te di un figlio, Igna­zio la Rus­sa, Pre­si­den­te del Sena­to, di fami­glia mis­si­na sin dal­le ori­gi­ni per la poli­ti­ca del padre in Sici­lia. Solo che i due han­no giu­ra­to sul­la Costi­tu­zio­ne anti­fa­sci­sta e riven­di­ca­no le loro radi­ce fasci­ste. Già per­ché l’MSI era un par­ti­to fasci­sta. Ma non voglio segui­re que­sta stra­da del­la sco­per­ta dell’acqua cal­da.

Mi inte­res­sa di più capi­re per­ché si sia giun­ti a que­ste pre­ci­se dichia­ra­zio­ni? Che il gover­no sia gover­na­to dal­la destra è asso­lu­ta­men­te chia­ro. I due com­pri­ma­ri, Lega e For­za Ita­lia sono asso­lu­ta­men­te a trai­no del car­ro vin­ci­to­re. Con­ta­no poco nel­la sua dispo­si­zio­ne.

Che la destra sia il gover­no è dun­que pale­se. Ma le riven­di­ca­zio­ni del pas­sa­to fasci­sta sono da capi­re sino in fon­do. Non è que­stio­ne di pre­oc­cu­pa­zio­ne, visto che sareb­be ben stra­no che un gover­no di destra faces­se altra poli­ti­ca. Ma qui non c’è solo la par­te poli­ti­ca qui c’è la que­stio­ne del fasci­smo di cui l’Italia è impre­gna­ta dal perio­do mus­so­li­nia­no. E che nel tem­po è cam­bia­to seguen­do un po’ la moda del momen­to ma che è rima­sto un ele­men­to sta­bi­le nel­la vita poli­ti­ca ita­lia­na. Ricor­do gli slo­gan degli anni ’60 e ’70 sull’MSI e la Demo­cra­zia Cri­stia­na (DC) che foto­gra­fa­va­no un bel rap­por­to, alme­no con le par­ti di destra del­la DC.

Ora la pre­te­sa di una paten­te demo­cra­ti­ca dell’MSI data­gli dal­la par­te­ci­pa­zio­ne all’elezione di alcu­ni capi di Sta­to appa­re per­lo­me­no ipo­cri­ta. Vi fu, nel tem­po, spin­ta sem­pre dal­la sini­stra extra­par­la­men­ta­re di sini­stra il ten­ta­ti­vo di met­te­re l’MSI fuo­ri leg­ge, anche con rac­col­ta di fir­me. Qual­cu­no ricor­de­rà: MSI fuo­ri­leg­ge a mor­te la DC che lo pro­teg­ge. Se non pia­ce il lato fune­bre si può sosti­tui­re con “abbas­so la Dc ecc. ecc. Ma insom­ma tali ten­ta­ti­vi rima­se­ro inu­ti­li, visto che il resto dei par­ti­ti non appog­gia­va que­sta riso­lu­zio­ne. Del resto, ten­ta­ti­vi che anda­va­no nel sen­so del­la nostra Costi­tu­zio­ne, in pri­mis, poi anche di altre leg­gi che sareb­be­ro venu­te.

Ma la Costi­tu­zio­ne nel­le Dispo­si­zio­ni tran­si­to­rie e fina­li, al pun­to XII, dice che è vie­ta­ta sot­to ogni for­ma la rico­stru­zio­ne del par­ti­to fasci­sta. Mai mes­sa in atto in modo per­fet­to. Per­ciò buon gio­co han­no ora gli espo­nen­ti soprav­vis­su­ti a quell’epoca, in un par­ti­to che ora si chia­ma, Fra­tel­li d’Italia a recla­ma­re il carat­te­re demo­cra­ti­co dell’MSI per­ché ha par­te­ci­pa­to, nel pas­sa­to, all’elezione ecc. ecc.

Chis­sà per­ché non nomi­na­no anche il gover­no Tam­bro­ni con gli stra­sci­chi di mani­fe­sta­zio­ni, mor­ti in quei momen­ti, di anti­fa­sci­sti che non vole­va­no un gover­no DC che si reg­ges­se con i voti dei fasci­sti del MSI, e sia­mo nel 1960, appe­na a quin­di­ci anni dal­la fine del­la Secon­da guer­ra mon­dia­le, pro­prio alla fine del feno­me­no fasci­sta mus­so­li­nia­no in Ita­lia. Ma avan­ti.

È sta­to solo per l’ignavia dei par­ti­ti demo­cra­ti­ci che non si è avu­ta la sop­pres­sio­ne dell’MSI e per­ciò appa­re ora pos­si­bi­le attri­bui­re a quel par­ti­to una paten­te demo­cra­ti­ca sca­du­ta, e per­ché non dire che alla mor­te di Gior­gio (il suo nome) Almi­ran­te, suo lea­der, dal pas­sa­to fasci­stis­si­mo, alle ese­quie si sia pre­sen­ta­to anche qual­che espo­nen­te del Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no di allo­ra. Insom­ma ogni lascia­ta è per­sa e sul­la stra­da del­la chia­rez­za demo­cra­ti­ca i par­ti­ti non fasci­sti, in Ita­lia, ne han­no lascia­te vera­men­te tan­te e ben gli sta allo­ra che ades­so la destra ere­de di quel mon­do riven­di­chi una cer­ta purez­za demo­cra­ti­ca. Ma for­se c’è di più.

La riven­di­ca­zio­ne vuo­le for­se allu­de­re a qual­co­sa d’altro? Io cre­do di si. Si sag­gia il ter­re­no, si vede fino a che pun­to ci si può spin­ge­re per osa­re di più. Gli elet­to­ri di Gor­gia Melo­ni sono di diver­sa natu­ra, natu­ral­men­te. C’è chi è fasci­sta, chi cre­de nei valo­ri del­la destra, chi vuo­le sen­tir­si padro­ne e casa sua, libe­ro, (ma da che cosa?), chi è sem­pli­ce­men­te igno­ran­te, e qui la pla­tea si allar­ga mol­to, e chi capi­sce poco e si fida dell’apparenza: una don­na, gio­va­ne e deci­sa, ora votia­mo que­sta, poi…Già ma non si sa se un poi ci sarà o se lo si dovrà ricon­qui­sta­re.

Ma allo­ra la liber­tà, anche bor­ghe­se, che venis­se cas­sa­ta avreb­be biso­gno di un ben altro spes­so­re eti­co e poli­ti­co dei pochi con­vin­ti che gio­ca­re con il fuo­co ci si bru­cia. Nel perio­do fasci­sta-mus­so­li­nia­no vi era per­lo­me­no l’URSS die­tro le spal­le, vi era­no per­so­nag­gi di altis­si­mo spes­so­re, dicia­mo Gram­sci, su tut­ti. Ce li sognia­mo ora. Orga­niz­za­zio­ni strut­tu­ra­te e pre­ci­se. Fa ride­re pen­sa­re che i 5 stel­le dovreb­be­ro esse­re un baluar­do …. ma di che cosa? Insom­ma, altri tem­pi. Solo che gli ere­di di destra di quei tem­pi sce­mi non sono né tan­to­me­no mol­li espo­nen­ti poli­ti­ci. E noi cosa rispon­dia­mo a que­sti ten­ta­ti­vi di sag­gia­re il ter­re­no?

O con non­cu­ran­za oppu­re dicen­do che tan­to destra sini­stra non sono più un pro­ble­ma, oppu­re che il fasci­smo non è una prio­ri­tà per nes­su­no, ora. Que­sti sono erro­ri che sono già sta­ti fat­ti, in altra for­ma, e che rifat­ti ora por­te­reb­be­ro a tra­ge­die anco­ra più pesan­ti. Cer­to ben noto è l’appunto di Karl Marx sul dop­pio acca­de­re degli avve­ni­men­ti nel­la sto­ria. Pren­den­do spun­to da Hegel, Marx dice­va che biso­gna aggiun­ge­re alla repli­ca nel­la sto­ria di fat­ti ed avve­ni­men­ti anche che la pri­ma vol­ta è tra­ge­dia, la secon­da far­sa (Il 18 bru­ma­io di Lui­gi Bona­par­te, 1852). For­se sareb­be una far­sa o for­se, andan­do oltre Marx, una tra­ge­dia anco­ra mag­gio­re.

E pen­sia­mo così ad un’Italia con un pre­si­den­te padro­ne, sti­le fran­ce­se, e se si sbri­gas­se­ro potreb­be esse­re il tur­no di Ber­lu­sco­ni, cari­ca cui lui tie­ne mol­to, con una socie­tà ane­ste­tiz­za­ta da cel­lu­la­ri, cal­cio, moda, dro­ga, e vita bea­ta per tut­ti quel­li che se li pos­so­no per­met­te­re (e vai con l’aperitivo), gli altri a sba­va­re fuo­ri dal­le vetri­ne del lus­so. Per que­sto non appa­re stra­no la ripre­sa di un pas­sa­to fasci­sta, depu­ra­to da que­sto stig­ma e spac­cia­to come un cam­pio­ne del­la demo­cra­zia, alla fac­cia di chi nel­le stra­de è mor­to per com­bat­ter­lo, di chi ha lascia­to la pel­le duran­te la Resi­sten­za. Tan­to sia­mo tut­ti ugua­li, tut­ti acco­mu­na­ti nell’abbraccio capi­ta­li­sti­co che ha una capa­ci­tà di dimen­ti­can­za del­le cose asso­lu­ta, basti sal­va­guar­da­re il pro­fit­to.

Pec­ca­to che in que­sto sen­so anche la pre­te­sa di esse­re con­tro il siste­ma, anche del­la destra si per­da. Non vi è biso­gno di rivan­ga­re un’annosa que­rel­le tra una destra anti­ca­pi­ta­li­sti­ca e la destra pro-capi­ta­le anche nell’MSI, pro­prio con Rau­ti, padre, come ideo­lo­go del­la pri­ma. Ma a chi inte­res­sa­no più que­ste que­stio­ni. Ora tut­ti assie­me anche in Par­la­men­to a gioi­re per le posi­zio­ni mode­ra­te ed euro­pee, in que­sto momen­to, pro Ucrai­na, in un pros­si­mo momen­to per qual­co­sa d’altro. Basta non scom­pa­gi­na­re la bonac­cia. Ma Melo­ni era sta­ta vota­ta pro­prio per met­te­re a soq­qua­dro i rap­por­ti tra gli sta­ti in Euro­pa, per sbal­lot­ta­re le pacio­se con­ni­ven­ze nel nostro pae­se e fuo­ri. Non era sta­ta elet­ta per­ché la pac­chia con i nostri allea­ti che “ci han­no sem­pre schiac­cia­ti” fos­se fini­ta? Final­men­te padro­ni a casa pro­pria.

Ma chi l’ha vota­ta non si accor­ge pro­prio dei gio­chi­ni alla Dra­ghi che la stes­sa met­te sem­pre più in atto. Cer­to, poi deve per­met­te­re qual­che con­ten­ti­no ai nostal­gi­ci, che ha pre­so in cari­co, per rim­pol­pa­re il suo par­ti­to. Un po’ di fasci­smo, ma non trop­po, e comun­que come si deve, bor­ghe­se­men­te. Deve dare loro il con­ten­ti­no del ricor­do, ora sui social, del loro pas­sa­to fasci­sta, basta che rispet­ti­no quel­lo che ora si deve fare. Cam­bia­re nien­te per­ché pos­sa con­ti­nua­re tut­to come pri­ma. Anche Toma­si di Lam­pe­du­sa è sta­to supe­ra­to ed il suo gat­to­par­do ora può rug­gi­re una vol­ta ogni tan­to per avver­ti­re che comun­que lui li c’è anco­ra e che all’occorrenza…

Tizia­no Tus­si — 20 dicem­bre 1922

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