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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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No alla guerra No alla Nato

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NO ALLA GUERRA! NO ALLA NATO!

No al coinvolgimento dell’Italia in un conflitto voluto dagli Usa e dalla Nato.

L'Italietta risponde prontamente alla chiamata alle armi di Biden, un po' come fece, al contrario della Germania, quando gli Usa attaccarono la Libia, un obbligo, tanto assurdo quanto illogico, di fedeltà nonostante le ripercussioni del disastro libico siano state solo negative per il nostro paese e per la sua "influenza" nel Mediterraneo.

Le ragioni della tensione tra Ucraina e Russia sono il risultato della espansione ad Est della Nato, del dispiegarsi di basi militari e oggi, sempre più, del controllo sui corridoi energetici.

Non faremo quindi appello al senso di responsabilità che stride con gli interessi materiali dei paesi capitalistici e soprattutto con la loro prassi usuale.

Una guerra non è mai mossa da ragioni ideali al contrario forse delle rivoluzioni e delle rivolte sociali, far appello alla coscienza democratica è insufficiente in un paese nel quale mentre si tagliano fondi al welfare e alla sanità si destinano enormi risorse all'acquisto di armi e alla militarizzazione dei territori. Segnaliamo che l'indebolimento della Russia è funzionale a una strategia di guerra in funzione anticinese perché lo scontro prossimo sarà quello di USA e UE contro la Cina

Gli Accordi di Minsk del 2015 non bastano più alle grandi multinazionali del petrolio e agli Usa, il ricorso alle tensioni militari è l'ennesima forma di neo-keynesismo di guerra per superare la crisi economica come accaduto in tante occasioni negli ultimi 40 anni.

L'opinione pubblica nulla sa di cosa sta avvenendo in Ucraina e nel Donbass, nulla sa del colpo di stato della destra estrema che ha preso il potere in Ucraina che invece viene dipinta come paese minacciato dalla Russia, un po' come avvenuto nei Balcani nell'ormai lontano 1999. E poco conta che in Croazia allora e oggi in Ucraina i “combattenti per la libertà” marcino sotto croci uncinate guidate da forze di estrema destra che in Ucraina si richiamano direttamente alle esperienze di pieno collaborazionismo filo hitleriano durante la Seconda guerra mondiale. 

Da anni sono presenti in Ucraina consiglieri e istruttori militari appartenenti alle Forze Speciali Usa e Nato, ingenti quantitativi di armi di ultima produzione sono stati inviati all'Ucraina, le odierne tensioni sono il risultato dell'allargamento della Nato ad Est e degli interessi occidentali, Usa e Ue, che vogliono il pieno controllo dei corridoi energetici

Queste e non altre sono le spiegazioni a quanto sta accadendo con il pieno coinvolgimento della Ue e dell'Italia, paese nel quale da tempo, con la partecipazione attiva delle amministrazioni locali, si vanno potenziando le basi militari Usa e Nato per consentire loro un rapido trasferimento della logistica bellica negli scenari di guerra.

Allora crediamo che semplici appelli per la pace non siano sufficienti senza rimettere in discussione il ruolo della Nato e la militarizzazione dei territori, l'utilizzo delle guerre per superare le crisi economiche creando morte e distruzioni solo per la tenuta di un sistema economico.

 

 

La guerra che verrà

La guerra che verrà non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente faceva la fame.
Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.

Bertolt Brecht

 

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