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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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Il partito unico della TAV

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Imprenditori riuniti insieme chiamati a raccolta da ben 12 associazioni di categoria, da Confindustria a commercianti, artigiani e cooperative. Si sono riuniti a Torino per lanciare un messaggio chiaro al Governo: andare avanti nella costruzione della Tav.

La richiesta comune è quella di cambiare la manovra economica accordando flussi di denaro verso le imprese, aprire i cantieri delle grandi e piccole opere. Sì alla Tav, sì alle infrastrutture, sì alla crescita, è questo il messaggio lanciato da Confindustria al Governo guadagnando i consensi del mondo cooperativo, degli artigiani e della piccola impresa che nel corso degli anni ha avuto non pochi motivi di attrito con le grandi aziende

Per i padroni la manovra in discussione al Governo e prossima ad essere presentata al paese non contiene contenuti per crescita e per crescita intendono revisione del codice degli appalti e il via libera alla costruzione di infrastrutture, di piccole e grandi opere che giudicano indispensabili per il paese.

Un monito lanciato alla manifestazione dell'8 Dicembre dei No tav, un richiamo esplicito alla piazza torinese di poche settimane or sono organizzata a favore della Tav.

Un salto di qualità se sono riusciti a mettere insieme associazioni datoriali che per anni si sono guardati in cagnesco. Tutti insieme appassionatamente: Confindustria, Ance, Confcommercio, Confesercenti, Confapi, Casartigiani, Cna, Confagricoltura, Legacoop, Agci, Confcooperative, Confartigianato, insieme a redigere il manifesto denominato “Infrastrutture per lo sviluppo. Tav, l'Italia in Europa” sottoscritto da altre associazioni oltre a quelle sopra menzionate.

Il partito unico delle grandi opere per costruire Corridoi europei, avere una normativa sui cantieri e sugli appalti senza troppi paletti in materia di anticorruzione, fondi destinati a Industria 4.0, pagamento da parte dello Stato dei debiti che la Pubblica amministrazione ha con le imprese. Insomma il partito unico della Tav e delle opere ha iniziato a farsi sentire al contrario dei sindacati, delle associazioni ambientaliste. È in atto uno scontro feroce che non riguarda solo l'economia italiana ma il futuro dei nostri territori, ragione per cui prendere posizione è indispensabile

Federico Giusti – Pisa

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