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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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Cosa succede alla Cooperativa Facchinaggio e Trasporto di Novoli?

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CFT, cooperativa con migliaia di dipendenti, presente in tanti settori, dalla logistica al verde, dal trasporto aereo (handling) agli appalti pubblici. Un autentico colosso presente in Toscana e in altre regioni del Nord, la COOPERATIVA FACCHINAGGIO E TRASPORTO MERCATO ORTOFRUTTICOLO NOVOLI è fondata nel 1974 dalla trasformazione dell'originario “gruppo” dei facchini del mercato ortofrutticolo di Firenze che era già attivo agli inizi del ‘900 nel vecchio mercato di Piazza Ghiberti.

È la storia di tante cooperative nate un secolo e passa fa per creare occupazione in settori disagiati riconoscendo ai soci diritti e salario, forme di assistenza medica e sanitaria allora non esistenti.

La storia degli anni Sessanta e settanta è una storia sempre meno solidaristica e sempre più imprenditoriale, la Lega della coop annovera aziende con migliaia di dipendenti, il numero dei soci cala e aumentano i dipendenti, la cooperativa viene sovente gestita come un Spa alla ricerca del fatturato e dell'utile, ritroviamo managers, istituti commerciali di supporto, brokers e legali di grido. Non dimentichiamo che la Lega coop ha sostenuto tutta la deregulation della legislazione in materia di lavoro, i vertici della Lega volevano al pari degli industriali la cancellazione dell'articolo 18, l'interinale, la contrattazione di secondo livello, basta leggersi i documenti per capire il loro supporto a Renzi

Cft è una cooperativa che riconosce, al contrario di altre, ogni organizzazione sindacale, ha pagato con regolarità i suoi dipendenti riconoscendo premi di risultato e contratti di secondo livello, ma qualcosa si è rotto nella primavera scorsa. i primi segnali sono arrivati con il mancato pagamento della tredicesima, poi dal venir meno di quel rapporto solidaristico tra cooperative che fino a pochi anni fa è stata la base di un modello organizzativo e gestionale che veniva ritenuto all'avanguardia.

Nei giorni scorsi la notizia che la Cft avrebbe pagato in ritardo gli stipendi di Febbraio, anzi avrebbe pagato solo metà dello stipendio al 15 del mese e la restante parte a fine mese.

Nel frattempo i vertici della cooperativa, che hanno presentato e approvato un piano industriale di rilancio con i soci e si sono affidati a tecnici per uscire dalla situazione di crisi economica che ha portato alla chiusura di alcune sedi decentrate e il pensionamento anticipato di una sessantina di dipendenti,  hanno optato per una soluzione: chiedere l'intervento di un Commissario nominato dal Tribunale optando per la cosiddetta domanda di concordato in bianco che mette al sicuro la cooperativa dall'assalto dei creditori e da operazioni speculative che spesso non mancano nel settore cooperativo stesso.

Le banche fanno sempre meno credito, il Governo è sempre meno interessato al modello cooperativo, gli enti locali costruiscono appalti con sempre meno risorse finanziarie il che determina contrazione salariale e riduzione delle ore.

Abbiamo chiesto a Federico Giusti di spiegarci cosa succede in Cft

In data 13 Febbraio si è tenuto l'unità di crisi presso la Regione Toscana. A quel tavolo non era presente il sindacato di base, parliamo del nostro Sindacato Generale di Base, ma anche dei Cobas che hanno iscritti e delegati in Cft. Non si tratta di cosa da poco perché quando si parla di crisi aziendale, di ritardo nel pagamento degli stipendi, un Ente locale dovrebbe convocare tutte le organizzazioni sindacali senza distinzione di sorta. Ma così non è stato, anche per questo Sgb ha convocato Venerdi' 15 Febbraio dalle ore 1615 alle ore 1715una assemblea presso il cantiere dell'aeroporto Galilei dove Cft ha in gestione l'handling, ossia il carico e scarico dei bagagli e la pulizia dei vettori.


Ma cosa è accaduto in Regione?

Intanto cerchiamo di capire cosa sia il concordato preventivo in Bianco. Lo prevede la legge per evitare che una azienda si trovi assediata da creditori che potrebbero costringere la stessa azienda al fallimento.
Meglio di noi parlano alcuni siti specializzati, quindi non ce ne vogliate se andiamo alla fonte del diritto e Citiamo testualmente da  http://www.cortellazzo-soatto.it/Approfondimenti/TemieContributi/LaDomandadiConcordatoinbiancocomecomportar.aspx
Con il deposito della domanda “in bianco” (o più precisamente dalla data di pubblicazione del ricorso nel Registro delle Imprese) e fino al momento in cui il decreto di omologazione del concordato preventivo diventa definitivo, i creditori per titolo o causa anteriore alla pubblicazione stessa non possono, sotto pena di nullità, iniziare o proseguire azioni esecutive e cautelari sul patrimonio del debitore. L’intenzione del Legislatore è di consentire un’immediata protezione del patrimonio del debitore per il periodo necessario all’elaborazione del piano ed allo svolgimento delle trattative con i creditori, senza l’incombente rischio che il tentativo di salvataggio sia pregiudicato da iniziative aggressive da parte degli stessi che, informati della crisi dell’imprenditore, tentino di trarre vantaggio da azioni esecutive e cautelari individuali. 

Cosa accadrà?

Il Tribunale dovrà a giorni nominare un commissario che per almeno sei mesi si occupi di gestire l'azienda in crisi, la Cft, consentendo alla stessa di procedere con il piano industriale di risanamento (vendita di immobili, negoziazione di crediti con le banche, riduzione delle spese di affitto e di personale)
La Cft ha avuto un prestito dalla Lega delle cooperative che non basta a coprire le spese per il pagamento di tutti gli stipendi, per questa ragione metà dello stipendio di Febbraio sarà pagato il 15 Febbraio e la restante parte a fine mese come si evince dal verbale della Regione Toscana.

Ma poi cosa accadrà? Ci sono seri motivi per i quali preoccuparci, la Cft precisa che i prossimi stipendi saranno pagati con regolarità ma vorremmo che altrettante certezze fossero espresse per i premi di risultato, il salario di secondo livello, le assunzioni previste del personale a tempo determinato a cui non i contratti a tempo non sono più possibili per i limiti del decreto dignità (e quindi serve la stabilizzazione). Il Governo nazionale deve giocare la sua parte e così gli Enti locali, questa crisi non riguarda solo Cft e il sindacato.

Di questo vogliamo parlare e al Presidente della Regione Toscana Rossi chiediamo di estendere l'unità di crisi al sindacato di base, in Regione dovranno essere convocati tutti i sindacati presenti in Cft e tutti discuteranno nel merito delle iniziative da intraprendere a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici.  Siamo in presenza di un processo pericoloso di ristrutturazione capitalistica, dopo anni nei quali il modello cooperativo era considerato all'avanguardia, oggi c'è l'interesse ad indebolirlo.

Noi non parteggiamo per un modello capitalistico piuttosto che per un altro, ci pare tuttavia evidente che le cooperative si siano trasformate nel tempo in grandi aziende e alcune multinazionali hanno tutto l'interesse a eliminare scomodi concorrenti nella giungla degli appalti.

Non saremo certo noi a decantare le lodi delle cooperative trasformate in multinazionali ma le recenti crisi di tante cooperative con storia decennale e migliaia di dipendenti e soci inducono a riflettere su quanto accade nel capitalismo italiano e nelle politiche governative in materia di lavoro, ovviamente nel solo interesse dei lavoratori e delle lavoratrici, a tutela dei posti di lavoro, dei salari ma anche di condizioni lavorative dignitose.

Redazione Lotta Continua

 

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