Insulti-razzisti-su-autobus_PER-SITO

“Ne..e di merda. Quelle come te bisogna insultarle, forse così capiscono”: queste le parole con cui il conducente di un autobus sulla linea Como – Bergamo ha apostrofato una donna di colore e i suoi tre figli, in un crescendo di insulti che hanno fatto scoppiare in lacrime la vittima.

Siamo su un mezzo pubblico come tanti, in un’anonima giornata di giugno, quando l’autista, senza apparente motivo e senza neppure il pretesto del biglietto non timbrato, ha dato sfogo alla propria miseria umana ed emotiva. Il fatto è balzato agli “onori” della cronaca, riportato dal sito fanpage.it, grazie al coraggio di una studentessa minorenne, che ha cercato di difendere la malcapitata ragazza e ha ripreso con il telefono la raccapricciante scena.

Quello che colpisce della testimonianza della studentessa è l’assoluta indifferenza con cui gli altri passeggeri hanno assistito all’aggressione. Eppure la vittima era una donna con dei bambini, di cui uno di pochi mesi, indifesa e con regolare biglietto (il feticismo del biglietto timbrato è una delle tante perversioni dell’imperante ideologia del decoro). Scontava tuttavia una colpa irredimibile nell’Italia del 2019: il colore della pelle.

Immaginiamo gli altri passeggeri chiusi nella loro indifferenza, ciechi e sordi di fronte all’evidente sopruso, qualcuno probabilmente contento nel vedere quell’immigrata trattata come si deve, qualcun altro impegnato a lasciarsi scivolare addosso lo spiacevole contrattempo, perché in fondo “chi pensa ai fatti suoi campa cent’anni”.

Questi episodi oramai non fanno più scandalo, anzi sottolinearli è imperdonabile segno di buonismo e snobismo, e non solo a destra. Ci sono addirittura schegge di una certa “sinistra” che nell’affannoso inseguimento del populismo condividono queste posizioni. Per costoro parlare di antirazzismo significa portare acqua al mulino di Salvini, avere convergenze con il Partito Democratico, non capire le frustrazioni delle masse popolari.

Ebbene, a noi che ci consideriamo parte di una sinistra che non fa sconti ne’ ai padroni ne ai suoi servi socialdemocratici, i razzisti fanno schifo. Certo, le condizioni di vita dei subalterni (di cui facciamo parte) sono spesso difficili, con un lavoro pagato quattro soldi e la necessità di usufruire di servizi pubblici sempre più scadenti. Tuttavia questo non può giustificare l’obbrobrio razzista e discriminatorio palesatosi sull’autobus Como – Bergamo.

Scaricare rabbia e frustrazione sugli ultimi e sugli indifesi è un atteggiamento infame. L’analisi politica dell’attuale crisi socioeconomica e l’approfondimento delle ragioni del crescente razzismo deve andare di pari passo con l’incessante pubblica denuncia di questi episodi. La discriminazione razziale, che alimenta una guerra tra poveri funzionale al potere, prospera grazie ai molti che preferiscono girarsi dall’altra parte.

Come insegna Gramsci “l’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita”: chi assiste a questi episodi e resta in disparte è colpevole al pari dei porci razzisti.

Chi si macchia di razzismo e di discriminazione è disumano e non ha giustificazioni. Chi è indifferente è altrettanto colpevole.

Lorenzo

Redazione pisana Lotta Continua