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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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Martin Eden. Recensione.

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“Martin Eden”, il film di Pietro Marcello con Luca Marinelli, premiato come

migliore attore protagonista con la Coppa Volpi al 76° Festival di Venezia

Luca Marinelli, attore protagonista del film “Martin Eden’, liberamente tratto dal romanzo dello scrittore statunitense Jack London del 1909, è stato premiato con la Coppa Volpi quale miglior attore protagonista al Festival di Venezia. Luca Marinelli ha dedicato il premio all’umanità e all’amore, alle tante vittime naufraghe perché ‘ci sia testimonianza che c’è ancora sentimento di commozione e di solidarietà ancora vivo, qui in Italia’, ha detto.  Il film è ambientato in una città portuale mediterranea, alla fine del secolo scorso, una città emblematica ricca di storia, di cultura e oppressa dalla miseria. A rappresentarla è scelta Napoli, per i suoi vicoli in cui pullula una vita disordinata, di espedienti e di rapporti solidaristici. Il protagonista è un marinaio, un pescatore. Il barcone è anche la sua casa. Lì invita le fanciulle, come Margherita, per un amplesso dopo il ballo. Un giorno il caso di una scena compassionevole determina il futuro di Martin. Un  omaccione sulla banchina del porto percuote  un ragazzo che non reagisce. Martin interviene e atterra l’omaccione. Conduce a casa il ragazzo in una villa signorile e qui incontra una fanciulla, Elena, di cui rimane estasiato, che lo incoraggia a leggere dei libri di poesie, che ha adocchiato, le poesie di Baudelaire.  Martin si sente ignorante e soprattutto inferiore. Frequenta la ragazza ma sa che non potrà mai confrontarsi da pari a pari e farla sua se non compie un grande sforzo per acquisire conoscenza. Comincia un percorso faticoso e continuo, senza pause. Legge di tutto, poesie, autori e soprattutto filosofia. Si imbatte nell’opera di Herbert Spencer e nel suo pensiero basato sull’evoluzionismo. Assiste ai primi dibattiti politici fra i socialisti ma polemizza con loro per via delle sue idee imperniate sull’individualismo. Ora è preso dal desiderio di scrivere, il suo è un impulso interiore. Lo fa per Elena. Scrive racconti su racconti che continua a inviare agli editori che li respingono al mittente. E’ costretto a lasciare la casa della sorella dal cognato, si rifugia presso un famigliola in campagna. Continua a scrivere senza posa, acquista nei vicoli di Napoli da un rigattiere, che gli fornisce anche i libri, una macchina per scrivere e confeziona racconti che continua a inviare ma che vengono restituiti al mittente. Si dispera, si ammala e finalmente arriva il primo assegno, le sue storie vere, drammatiche piacciono. Conosce un vecchio poeta che lo invita a lasciare la ragazza aristocratica e a scrivere storie che riguardano il popolo, ma Martin non sente ragioni. L’amore lo divora e anche il pensiero politico. E’ polemico con la famiglia di Elena e dei suoi amici, accusati di essere liberali, e la perde. Sposa così Margherita, che si era invaghita di lui durante un ballo popolare. Martin ha successo, la sua fama si diffonde e lo cambia. Non è più uno spiantato, ora è pieno di soldi. Quando gli arride il successo si accorge che ormai la vita non ha più nulla da offrirgli. Rinuncia ad un viaggio promozionale in America e se ne sta sulla spiaggia ad assistere a vicende che accadono in un diverso arco di tempo: da un lato un bivacco di profughi e dall’altro un manipolo di fascisti che prendono a sberleffi un nanetto. Il tempo, un andirivieni costante fra il passato e il presente, tormenta Martin, incerto nelle scelte, sulle esperienze passate che non vogliono essere dimenticate. Un ballo nei vicoli fra lui ragazzo e la sua damigella riempiono di tenerezza il cuore di Martin, con insistenza. Il regista gioca sul tempo, inteso come segmento discontinuo. Indugia sui volti dolenti dei pescatori e degli operai. Martin sceglie infine di gettarsi nell’acqua del mare e di nuotare verso il sole calante, all’orizzonte. Luca Marinelli è un grande, sa assumere atteggiamenti significativi, diversificati e adeguati al variare delle sue condizioni psicologiche e sociali. Esprime la tenacia di chi vuol riuscire, è determinato, sperimenta i drammi della vita che corre con un ritmo incalzante a cui non riesce ad adeguarsi. Straordinario il cast, oltre a Luca Marinelli, Jessica Cressy, Vincenzo Nemolato, Marco Leonardi, Denise Sardisco. Genere drammatico - Italia, 2019, durata 129 minuti.

San Giuliano Milanese, 09/09/2019

                                                                                              PAOLO RAUSA

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