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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

(K. Marx)

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La guerra ci riguarda tutti/e. Per quanto vi crediate assolti siete lo stesso coinvolti

militi

La guerra ci riguarda da vicino, investe direttamente le nostre esistenze anche se ignoriamo quanto accade a poche migliaia di km da casa nostra.
La guerra fa parte delle nostre vite, la militarizzazione dei territori è sotto i nostri occhi, a Camp Darby stanno potenziando la base militare Usa e Nato per consentire il trasporto rapido delle armi via ferrovia e via acqua al porto di Livorno. Chi in questi anni ha parlato di depotenziamento delle basi militari Usa e Nato ha mentito perché dalle stesse partono armi, militari e supporti logistici indispensabili per le guerre nel mondo.
Il potenziamento delle basi militari è avvenuto con la diretta partecipazione delle Giunte comunali a prescindere dal colore politico, tutti insieme appassionatamente per assecondare le richieste Usa e Nato. Ignavia ha fatto sì che per anni venissero taciuti anche gli inquinamenti causati dalle basi militari e dai poligoni come dimostrano centinaia di morti e di malati per tumori.
Vogliono farci credere che la presenza delle basi militari sia determinante per la pace, è invece vero l'esatto contrario, si creano servitù economiche, militari e politiche che hanno modificato anche il nostro modo di pensare e di vivere, diamo ormai per scontato ciò che scontato non è come le guerre, le disuguaglianze, le presenze militari ad ostacolare la libertà e la democrazia di tanti popoli.
La Nato ha chiesto all'Italia di aumentare le spese militari fino al 2% del Pil, tutti soldi sottratti alla istruzione, alla sanità, alla manutenzione e bonifica del territorio, alla riconversione di fabbriche nocive alla nostra salute. L'aumento delle spese militari riguarda anche noi perché con i soldi dei caccia da guerra potremmo costruire ospedali e scuole. E tutti i Governi hanno assecondato queste richieste!
Dove c'è guerra c'è morte, distruzione e disuguaglianza ma anche la crescita dei profitti per pochi. basti pensare che da 30 anni a questa parte oltre la metà della ricchezza mondiale è stata concentrata nelle mani di meno dell'1 per cento della popolazione.
La guerra nasce dal bisogno di nuovi profitti e dallo sfruttamento intensivo delle risorse energetiche, dal bisogno di indebolire alcuni paesi giudicati concorrenziali per le proprie imprese nazionali.
La guerra determina migrazioni di massa, l'arrivo di tanti migranti in Occidente è la causa della fame, delle carestie, della emergenza climatica acuita anche da scelte economiche imposte dall'Occidente. Chi scappa via dalla fame e dalla guerra verso i paesi occidentali è quasi sempre vittima di guerra e devastazione.
La guerra ci riguarda tutti\e, lavoratori, lavoratrici, pensionati\e, giovani, studenti e studentesse e anche i disoccupati perché con i soldi delle spese militari si potrebbero creare posti di lavoro
Non può esistere tutela reale dei diritti umani, civili e sociali fino a quando la necessità della guerra sarà una condizione imprescindibile per accrescere i profitti alimentando disuguaglianze e spese militari.
Non possiamo quindi tacere davanti a oltre 7 mila soldati italiani impiegati in decine di zone di guerra, il ritiro di queste truppe è una condizione imprescindibile per una politica contraria alla guerra.
Per queste ragioni Sindacato generale di base sostiene le mobilitazioni in corso contro la guerra, la militarizzazione dei territori e l'aumento delle spese militari, per il ritiro dei soldati italiani e per l'uscita dalla Nato, condizioni imprescindibili anche per il movimento dei lavoratori che da sempre si è schierato contro la guerra

 

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