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Nei Grundrisse, Marx si sofferma a lungo sulla questione del cambiamento tecnologico e del suo dinamismo correlato al capitalismo. Spiega come la società capitalista, per definizione, sarà pesantemente investita dall’innovazione e fortemente coinvolta nella costruzione di nuove possibilità tecnologiche e organizzative. Ciò accade perché se, come singolo capitalista, sono in concorrenza con altri capitalisti, otterrò un profitto maggiore se la mia tecnologia è superiore a quella dei miei rivali. Pertanto, ogni singolo capitalista ha un incentivo a sperimentare una tecnologia più produttiva rispetto a quelle utilizzate da altre aziende con cui è in competizione. ...............


La creazione di nuove tecnologie sul campo si integra con l’ascesa della scienza e della tecnologia come discipline intellettuali e accademiche. Marx nota come l’applicazione della scienza e della tecnologia, e la creazione di nuove forme di conoscenza, diventano essenziali per questa innovazione tecnologica rivoluzionaria

D.Harvey https://jacobinitalia.it/questo-e-il-momento-di-costruire-lalternativa/

La trasformazione del processo di produzione dal processo lavorativo semplice in un processo scientifico che sottomette le forze naturali al suo servizio e le fa operare al servizio dei bisogni umani, si presenta come carattere proprio del capitale fisso di fronte al lavoro vivo… Così tutte le forze del lavoro vengono trasposte in forze del capitale.

K Marx  Grudrisse

Il progetto rivoluzionario passa solo attraverso l'emancipazione dei lavoratori, selezionando gli aspetti della società borghese in crisi contribuiremo alla emancipazione della classe lavoratrice. La riduzione dell'orario di lavoro è stata da sempre un cavallo di battaglia del movimento operaio, peccato che se lo siano dimenticati i sindacati rappresentativi, o presunti tali, e i Parlamentari provenienti dalle fila del Sindacato che in alcune fasi storiche hanno giocato un ruolo nefasto e oscurantista. La lista potrebbe essere infinita, basterebbe andare a leggere i nomi dei membri delle commissioni lavoro che hanno approvato il lavoro interinale, la legge Biagi e la Riforma Fornero.

Ridurre l'orario di lavoro ma non a parità di salario, e con decurtazioni economiche e di contributi previdenziali, è stato un cavallo di battaglia dei padroni soprattutto per la forza lavoro più avanti con gli anni così come lo scambio tra il Tfr e la promessa di assumere uno dei figli dei pensionandi.

È bene ricordare che la riduzione oraria è un obiettivo prioritario da contrapporre al macchinismo ossia alla riduzione dei posti di lavoro e dei salari ricordando che fin dal 1886 il movimento operaio, e comunista, ha sostenuto questo obiettivo come risposta all'aumento dei ritmi e dello sfruttamento della forza lavoro operato dai capitalisti.

Ma da anni ormai il tema della riduzione oraria a parità di salario viene bollato come massimalista e impraticabile, archiviato il programma minimo di classe è rimasta solo l'autocrazia del capitale che all'occorrenza sceglie i suoi alleati nel Parlamento.

Desta quindi interesse il pronunciamento del Ministro del Lavoro a favore della riduzione oraria, ma potrebbe essere anche un cavallo di troia visto che si parla di provvedimento temporaneo circoscritto alla fase pandemica e previa contrattazione con i soliti sindacati attraverso un passaggio nella contrattazione nazionale settore per settore e con la copertura da parte statale delle ore mancanti. In questo modo il Governo eviterebbe il conflitto sociale consentendo alle imprese di ridurre le imprese a costo zero, a costi interamente a carico della collettività e lasciando inalterata la dinamica di sfruttamento e di accumulazione del capitale.

La trappola è in agguato perché la riduzione potrebbe essere demandata anche alla contrattazione di secondo livello e avvenire in cambio di deroghe ai contratti nazionali per abbattere istituti contrattuali e tutele individuali e collettive tradizionalmente osteggiate dai padroni.

Cerchiamo allora di fare chiarezza su quale sia la nostra proposta di riduzione oraria, giusto per non vedere stravolto il programma minimo di classe trasformandolo nel programma minimo dei padroni.

Perché il nostro obiettivo era e resta quello di ridurre il lavoro necessario, parliamo della quantità di lavoro necessaria per riprodurre la vita quotidiana della società. Tanto più risulta produttivo più ridotto dovrebbe essere l'orario giornaliero per restituire tempo e dignità alle nostre esistenze

Redazione pisana di Lotta Continua

Da: http://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com