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Il giorno 12 settembre si terrà la prima conferenza nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici comunisti\e (https://www.facebook.com/groups/1474419836078048). Parteciperemo non senza scetticismo sulla piattaforma e sulla piattaforma di convocazione, scaturita a nostro avviso da una lettura troppo ideologica della realtà che stride con la sporadica presenza dei comunisti nei luoghi di lavoro.

La domanda da porci per noi è molto semplice: se i comunisti vogliono tornare ad essere protagonisti devono avere non solo una lettura aggiornata della realtà e della contraddizione tra capitale e lavoro ma essere riconosciuti in ambito sociale come punti di riferimento per un agire conflittuale concreto.

La nostra rivista è nata per dare un contributo reale alla discussione e alla organizzazione dei comunisti ma con un atteggiamento aperto alla discussione, consapevoli dei limiti delle organizzazioni comuniste esistenti e dei sindacati di base verso i quali vanno le nostre simpatie. Ma il sindacato di base è una esperienza che con l'andare del tempo ha ripetuto gli stessi errori delle organizzazioni politiche, tra divisioni e frammentazioni, lotte intestine e sovente con un deficit di democrazia (a partire dalla gestione dei soldi derivanti dalle deleghe sindacali) che abbiamo sempre contestato ai sindacati complici.

Non siamo convinti che possano esistere minoranze organizzate nella Cgil anche se in questa organizzazione operano delegati, lavoratori e quadri con i quali lavoriamo ogni giorno e ai quali non abbiamo fatto mancare la nostra solidarietà attiva quando sono stati colpiti da processi repressivi.

A cosa dovrebbe servire allora una conferenza dei lavoratori comunisti?

Facciamo alcuni esempi concreti

La redazione di Lotta Continua