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La fotografia dell'Italia pandemica: un paese sempre più dominato da precarietà e perdita del potere di acquisto dei salari

Stando ai dati Istat,

nel 2019 la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale si sarebbe ridotta nel 2019 rispetto all'anno precedente. I dati che contano tuttavia sono quelli dell'anno che sta per finire, anno nel quale la pandemia ha alimentato crescenti disuguaglianze facendo piombare nelle ristrettezze economiche, se non addirittura in miseria, chi fino a pochi anni or sono viveva in condizioni dignitose.

 Restano tuttavia i dati che parlano di oltre un quinto della popolazione italiana in condizioni precarie dettate dalla assenza di lavoro, da entrate economiche del tutto insufficienti (vedi chi percepisce solo gli ammortizzatori sociali), dalla materiale impossibilità di curarsi e destinare risorse alla istruzione

Nel 2018, il reddito netto medio delle famiglie italiane era di poco superiore ai 31.mila euro annui ma stando ai dati Istat la riduzione aumenta in termini di reddito realmente percepito cosicchè le famiglie più ricche continuano ad avere redditi superiori di sei volte rispetto a quelle povere.

I dati Istat si riferiscono all'anno 2019 e vedevano un piccolissimo miglioramento delle condizioni economiche al Sud e nel reddito della cosiddetta classe media.  Mesi di pandemia hanno invece accresciuto le disuguaglianze, la miseria e la esclusione sociale, ad essere colpiti sono anche i lavoratori autonomi e soprattutto quella larga fascia di precari che vanno avanti con impieghi a tempo o stagionali. 

Continua invece da anni la perdita di reddito familiare a dimostrare il calo sensibile del potere di acquisto e la necessità di accettare impieghi part time e parziali per accudire figli e anziani visto che le rette degli asili o delle Residenze per anziani sono ancora troppo alte e inaccessibili a una parte crescente delle famiglie.

L'Italia, al pari della Grecia, è il paese dove le disuguaglianze sono cresciute maggiormente nei paesi europei, una fotografia impietosa del paese che dimostra come la precarizzazione dei rapporti di lavoro, la riduzione delle aliquote fiscali, il depotenziamento dei servizi pubblici, le politiche di contenimento della spesa, l'innalzamento dell'età pensionabile siano scelte di impatto solo negativo sulla tenuta dei conti statali e sul potere di acquisto dei salari.

Può essere utile verificare di persona quanto scritto:

https://www.istat.it/it/files//2020/12/REPORT-REDDITO-CONDIZIONI-DI-VITA-E-CARICO-FISCALE-2018_2019.pdf

Redazione pisana di Lotta Continua

(Da: https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com)