ricordo

Tra pochi giorni si celebra la Giornata delle Foibe e scenderanno in piazza circoli e organizzazioni di destra che ormai da tempo equiparano Foibe e Lager nazisti.

Ma sono forse equiparabili i giorni dedicati alla Memoria e quello dei Foibe? La risposta è negativa, a meno che non si voglia sostituire la storia con una morale revisionista a uso e consumo dell'odierna xenofobia e del razzismo dominante.

Il Giorno del ricordo delle Foibe nasce con la cosiddetta memoria condivisa, fortemente voluto dall'allora presidente Napolitano e da settori del centro sinistra che pochi anni prima sdoganarono i "ragazzi di Salò".

Non si esce dall'equivoco se non contestualizzando le Foibe come reazione all’italianizzazione forzata di un'area geografica nella quale per secolo hanno vissuto etnie, religioni e lingue diverse. L'italianizzazione forzata fu voluta dal fascismo e dell’invasione italiana della Jugoslavia e si basa sull'equivoco che una terra dove si parli la lingua italiana debba essere annessa all'entità nazionale italiana. E quella nazionalizzazione si materializzò con centinaia e migliaia di morti per mano fascista e italiana.

In tempi odierni un migrante che lavora e abita da anni nel nostro paese viene considerato un non italiano anche se è nato da genitori immigrati in Italia. Il revisionismo storico ha immediate ripercussioni sulle tematiche dell'immigrazione e sulla cittadinanza.

L'Italia fascista attuò una italianizzazione forzata a colpi di centinaia, migliaia di morti, quei morti che oggi sono dimenticati dalla pubblicistica revisionista e da film come Rosso Istria che hanno trasformato fascisti e nazisti in vittime della violenza della Resistenza Titina. Il crimine etnico e politico non fu quello dei Titini ma piuttosto del nazismo e del fascismo con ciò non vogliamo negare l'esistenza delle Foibe. In una ricerca del 2020 di Eurispes il 15,6% degli italiani negava la Shoah (nel 2004 solo il 2,7%). E il 16,1% (l’11,1% quindici anni fa) degli Italiani ridimensiona la portata dell’Olocausto.

Se volessimo guardare i film sulle Foibe prodotti a distanza di un quindicennio (Il Cuore nel Pozzo del 2004 e Rosso Istria) capiamo che la celebrazione delle vittime delle foibe è finita con il considerare i nazi fascisti come vittime della violenza della Resistenza quando solo 17 anni fa le vittime erano civili, uomini e donne la cui colpa era solo quella di essere italiana.

Parliamo di film mandati in onda sui canali nazionali e visti da migliaia di persone che hanno ricavato una immagine falsa e sostanzialmente infondata. Non si tratta di negare con piglio revisionista le Foibe ma denunciarne l'utilizzo del ricordo operato dal revisionismo storico e politico finalizzato solo a rivalutare il nazi fascismo.

La risoluzione del Parlamento europeo nel 2019 ha equiparato tutti i cosiddetti totalitarismi e riscritto la storia novecentesca nel nome della condanna di tutte le violazioni dei diritti umani, alle aggressioni e ai crimini contro la umanità.

Ma così facendo l'aggressore nazi fascista viene equiparato all'aggredito e così viene delegittimata la resistenza al nazi fascismo con il beneplacito anche di molti dei firmatari dell'appello ANPI contro i nazi fascisti.

La italianizzazione dell’Istria operata dal fascismo ha cancellato secoli di pacifica convivenza tra diversi popoli e molteplici religioni. L’operazione revisionista sulle foibe cancella questa verità storica trasformandola in propaganda fascista volta a legittimare le attuali politiche razziste e xenofobe.

Il giorno del ricordo, il giorno delle foibe, è, di fatto, diventato nel corso degli anni un’occasione per trasformare i carnefici in vittime, per legittimare il nazifascismo o perlomeno per provare ad attenuarne le colpe.

Eppure potremmo trasformare questo giorno in un’occasione unica. Quella di ricordare i drammi prodotti dal nazionalismo, dal fascismo, dalla violenza ideologica e dalla guerra di aggressione nazifascista. E da quella sconfitta militare che trasformò il popolo italiano in carne da macello. I fascisti furono riammessi nelle principali cariche dello Stato italiano. Noi preferiamo una giornata che ricordi questo schiaffo alla Storia.

Redazione di Lotta Continua