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I provvedimenti temporanei non incidono alla lunga sul potere di acquisto

 La storia si ripete, mesi fa al posto delle risorse per finanziare i contratti nazionali della Pubblica amministrazione è arrivata l’una tantum con importi assai più contenuti, oggi al posto di provvedimenti stabili a sostegno del potere di acquisto si pensa a ridurre il cuneo fiscale solo per i prossimi mesi.

Il Governo ricorda un navigato sciatore che per evitare i paletti si destreggia sulla pista ma alla fine contano i risultati finali e presto comprenderemo come le misure temporanee non colmeranno la carenza del potere di acquisto scaricando sulla fiscalità generale i costi derivanti dalla copertura di tagli alle tasse, sgravi e aiuti alle imprese.

Il taglio del cuneo fiscale mette tutti d'accordo, sindacati rappresentativi, datori e Governo, da anni ci hanno abituato a diffidare del settore pubblico, lo hanno affossato tra tagli e riduzioni di spese, mancate assunzioni e disinvestimenti, alla fine perché difenderlo quando appare ai nostri occhi del tutto inutile?

Per chi non lo avesse ancora capito, l'attacco al pubblico avviene in tanti modi, la delegittimazione del suo ruolo è un aspetto determinante di quella egemonia ideologica che porta la forza lavoro a credere che ogni aumento contrattuale debba essere corrisposto solo con aumento della produttività

La cultura del merito, struttura portante del neoliberismo, è servita anche alla distruzione non solo del welfare e del potere di acquisto ma per evitare di prendere coscienza della posta in gioco subendo passivamente decisioni prese dall'alto (vale per anche per le decisioni dei sindacati rappresentativi che presentano piattaforme e rivendicazioni in buona parte ridicolizzate alla firma dei contratti nazionali).

Il taglio del cuneo fiscale sarà maggiore delle iniziali previsioni e sulla copertura dello stesso non è dato sapere dove taglieranno il welfare e in che misura, i tagli ci saranno per favorire i profitti delle imprese a carico delle quali sono i due terzi delle tasse sul lavoro.

Quanto percepiremo per pochi mesi allora in busta paga? Da Luglio a novembre 2023 saranno sette i punti del cuneo in meno per i redditi fino a 25 mila euro annui, sei per quelli fino a 35 mila euro. I lavoratori pagheranno meno tasse ma ancor meno le pagheranno le imprese. In questo modo recupereremo potere di acquisto? In teoria sì ma in pratica no perché lo Stato andrà a finanziare le imprese in maniera assai maggiore dei redditi e i servizi erogati dal welfare saranno contratti come già abbiamo visto con la cancellazione del Reddito di cittadinanza.  

E il taglio alle tasse sul lavoro avrà solo effetti temporanei, tra pochi mesi le nostre buste paga torneranno a subire la erosione del potere di acquisto che solo in apparenza i tagli al cuneo fiscale potranno occultare.

Fatti due conti per 5 mesi i lavoratori fino a 20 mila euro di reddito annuo avranno benefici temporanei di circa 70 euro, pensiamo invece a misure stabili come aumenti dei contratti di 100 euro al mese (per tenerci bassi), in questa ottica (ma con cifre decisamente superiori) si sono mossi i sindacati spagnoli, inglesi e tedeschi, consapevoli che il recupero del potere di acquisto debba avvenire con modalità non temporanee ma stabilmente e ricadute positive anche sulle future pensioni.

A cura della redazione pisana di Lotta Continua.

Da: https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com