2.9 C
Torino
domenica, 22 Dicembre 2024

«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

[K. Marx]

Lettera aperta di un ex militante sindacale

Vole­vo intan­to comu­ni­car­vi il mio per­so­na­le smar­ri­men­to per le trop­pe amne­sie col­let­ti­ve, la socie­tà liqui­da a lun­go idea­liz­za­ta, nel sen­so di una con­ti­nua muta­bi­li­tà del­le rela­zio­ni socia­li, isti­tu­zio­na­li e del­le iden­ti­tà uma­ne, mi sem­bra una illu­sio­ne in un pae­se ove la mobi­li­tà socia­le è fer­ma da decen­ni e intra­ve­do in sostan­za il vec­chio tra­sfor­mi­smo del­la clas­se poli­ti­ca e sin­da­ca­le. Io sono anda­to due anni all’u­ni­ver­si­tà, poi davan­ti al posto fis­so ho rinun­cia­to ma mio padre avreb­be potu­to man­te­ner­mi agli stu­di, die­ci anni fa inve­ce ho dovu­to sce­glie­re chi tra i due figli far lau­rea­re per­ché i sol­di non c’e­ra­no.

Le rela­zio­ni socia­li non sono muta­te, è piut­to­sto cam­bia­ta la socie­tà dopo decen­ni di vit­to­ria ideo­lo­gi­ca del­la rea­zio­ne, i valo­ri di 30 o 50 anni fa sono sta­ti tra­vol­ti per­ché face­va como­do distrug­ge­re quel tes­su­to socia­le che pote­va rap­pre­sen­ta­re un osta­co­lo ogget­ti­vo ai pia­ni del capi­ta­le. Rispet­to ad anni fa se sei ope­ra­io hai meno oppor­tu­ni­tà di pas­sa­re ad impie­ga­to, i figli fre­quen­ta­no le stes­se scuo­le dei padri, la socie­tà è come se si fos­se fos­si­liz­za­ta attor­no alle vec­chie e sem­pre vali­de disu­gua­glian­ze.

Sono da poco in pen­sio­ne dopo 40 anni di lavo­ro nel pri­va­to, pia­no pia­no ho visto stra­vol­to il pote­re di con­trat­ta­zio­ne, se pri­ma pote­vi discu­te­re dei pro­ces­si orga­niz­za­ti­vi azien­da­li ora inve­ce li subi­sci pas­si­va­men­te, se pri­ma davan­ti a un peri­co­lo per la nostra salu­te e sicu­rez­za scen­de­vi subi­to in scio­pe­ro o in agi­ta­zio­ne oggi inve­ce devi aspet­ta­re il gra­ve infor­tu­nio e il mor­to. Ma in que­sto modo anche lo scio­pe­ro diven­ta un rito sen­za effi­ca­cia alcu­na.

Inci­den­ti e omi­ci­di sul lavo­ro ci sono sem­pre sta­ti ma è venu­ta meno la con­sa­pe­vo­lez­za di pote­re in qual­che modo fer­ma­re i pro­ces­si di sfrut­ta­men­to, la inten­si­fi­ca­zio­ne dei rit­mi e il ridur­si dei tem­pi neces­sa­ri per la pro­du­zio­ne.

Una mac­chi­na difet­to­sa por­ta­va gli ope­rai a chie­de­re subi­to il bloc­co del­la pro­du­zio­ne per gli inter­ven­ti neces­sa­ri, in que­sti ulti­mi anni ho visto la pro­du­zio­ne anda­re avan­ti anche con l’as­sen­so dei sin­da­ca­ti.

Cosa è cam­bia­to? Intan­to la pau­ra si è impos­ses­sa­ta dei nostri cor­pi e del­le nostre men­ti, sia­mo let­te­ral­men­te ter­ro­riz­za­ti all’i­dea di per­de­re il posto o di fini­re nel giro­ne infer­na­le del­la cas­sa inte­gra­zio­ne. Mio fra­tel­lo da 16 anni è in cas­sa inte­gra­zio­ne, se va bene lavo­ra un mese e mez­zo l’an­no, un tem­po gli chie­de­va­no ogni gior­no di fare gli straor­di­na­ri, mia moglie per puli­re gli uffi­ci di una azien­da ave­va sei ore a dispo­si­zio­ne, oggi con 4 deve fare lo stes­so lavo­ro e a 61 anni non ce la fai più, accet­te­re­sti anche la pen­sio­ne anti­ci­pa­ta con gran­di decur­ta­zio­ni.

Ave­va­mo un cir­co­lo azien­da­le che orga­niz­za 3 gite all’an­no, due in musei che non avrei mai visto, una set­ti­ma­na in esta­te a prez­zi con­te­nu­ti nel­le cit­tà d’ar­te, sia­mo sta­ti in mez­za Euro­pa. Oggi quel cir­co­lo si limi­ta a pro­por­re dei bonus da spen­de­re in pale­stre, ambu­la­to­ri pri­va­ti o nego­zi, orga­niz­za due cene socia­li all’an­no dove si par­la di poco o di nul­la. Il dopo lavo­ro era anche un luo­go di discus­sio­ne, orga­niz­za­va­mo la gior­na­ta men­si­le del­la soli­da­rie­tà per rac­co­glie­re fon­di, ne han­no bene­fi­cia­to in tan­ti per­ché alla fine si rac­co­glie­va­no sol­di a fini socia­li e anche poli­ti­ci come quan­do man­da­va­mo asse­gni per favo­ri­re l’a­gri­col­tu­ra in Nica­ra­gua, acqui­sta­va­mo stru­men­ti medi­ci da invia­re in Afri­ca o a Cuba.

I pen­sio­na­ti non era­no abban­do­na­ti alla soli­tu­di­ne o rele­ga­ti in casa ad assi­ste­re i nipo­ti, alme­no due vol­te alla set­ti­ma­na era­no al cir­co­lo per ini­zia­ti­ve socia­li o per ascol­ta­re qual­che rela­to­re, per gio­ca­re a boc­ce o a biliar­do ma anche a veder­si un film e discu­te­re davan­ti a un caf­fè.

Gli intel­let­tua­li era­no par­te del popo­lo, oggi il popo­lo lo guar­da­no con sospet­to. Ave­va­mo una pic­co­la biblio­te­ca che ogni anno rice­ve­va 100 libri in dona­zio­ne, gli ope­rai leg­ge­va­no o alme­no ci pro­va­va­no, oggi quel­la biblio­te­ca è sta­ta dona­ta al Comu­ne.

Mol­ti dei miei com­pa­gni oggi vota­no a destra, pen­sa­no che gli immi­gra­ti ci abbia­no ruba­to il posto e i dirit­ti, eppu­re i miei vici­ni di casa del Paki­stan lavo­ra­no 11 ore al gior­no per 1200 euro, han­no ora­ri spez­za­ti in un risto­ran­te, chi di noi accet­te­reb­be una paga da fame per que­sti ora­ri? Ma tra pochis­si­mi anni gli ora­ri dei Paki­sta­ni saran­no anche i nostri, se vuoi lavo­ra­re devi sot­to­sta­re ai ricat­ti del padro­ne. Poi ci sono anche quel­li che non lavo­ra­no e spac­cia­no ma lo stes­so potrem­mo dire per gli ita­lia­ni, a 100 metri dal cir­co­lo c’è una sala cor­se dove da decen­ni vedo sem­pre le stes­se fac­ce e vi assi­cu­ro che sono ita­lia­ni doc.

Ave­va­mo fidu­cia nel sin­da­ca­to ma ci ha gira­to le spal­le, ricor­do anco­ra quan­do han­no sot­to­scrit­to l’ac­cor­do che can­cel­la­va la sca­la mobi­le, da allo­ra tut­to è cam­bia­to. A lun­go abbia­mo vis­su­to una vita ric­ca di espe­rien­ze e sod­di­sfa­zio­ni come acqui­si­re una casa con il pez­zo ver­de die­tro dove fai l’or­to e tie­ni 4 gal­li­ne, negli ulti­mi 15 anni tut­to è cam­bia­to, i sol­di non basta­no mai, devi fare sacri­fi­ci, nei posti di lavo­ro domi­na un cli­ma di pau­ra e di ras­se­gna­zio­ne, si ricor­da­no di noi solo per rati­fi­ca­re inte­se già sot­to­scrit­te e ogni pro­te­sta si scon­tra con un muro costrui­to con i padro­ni per tener­ci chiu­si nel­la nostra mise­ria ed igno­ran­za.

Io cre­do che anda­re avan­ti in que­ste con­di­zio­ni non sia pos­si­bi­le ma rispet­to a 30 o 40 anni fa non c’è la voglia di lot­ta­re, ce l’han­no fat­ta pas­sa­re o sia­mo noi ad aver­la per­sa pen­san­do che ogni cam­bia­men­to sia impos­si­bi­le. Qua­le mon­do con­se­gne­re­mo ai gio­va­ni? Non lo so, pen­so un mon­do peg­gio­re, sen­za soli­da­rie­tà e sen­za spe­ran­za di cam­bia­re le cose.

Da: https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com/2024/12/lettera-aperta-di-un-ex-militante.html

[1] Nel 2019, uno stu­dio gui­da­to dal­l’a­stro­fi­si­co ita­lia­no Rober­to Gil­li del­l’I­sti­tu­to Nazio­na­le di Astro­fi­si­ca (INAF) e pub­bli­ca­to sul­la rivi­sta Astro­no­my & Astro­phy­sics, ha evi­den­zia­to che i buchi neri non sono sol­tan­to del­le vora­ci enti­tà cosmi­che in gra­do di inghiot­ti­re tut­to ciò che si tro­va nel­le loro vici­nan­ze, inclu­so la luce. Tut­ta­via, gra­zie al loro ‘sof­fio’ sono anche in gra­do di accen­de­re nuo­ve stel­le fino a una distan­za con­si­de­re­vo­le di un milio­ne di anni luce

 

RELATED ARTICLES

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Ultimi Articoli

Riceviamo e pubblichiamo

Articoli più letti

Redazione di Lotta Continua