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lunedì, 2 Dicembre 2024

«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

[K. Marx]

“Lottare per le idee”. Il percorso culturale di Roberto Roversi nell’ultimo lavoro di Giuseppe Muraca

Con que­sto sag­gio, Lot­ta­re per le idee. Rober­to Rover­si, poe­ta e pro­ta­go­ni­sta del­la cul­tu­ra ita­lia­na con­tem­po­ra­nea, PENDRAGONBolo­gna, Giu­sep­pe Mura­ca pro­se­gue nel­la sua ana­li­si del pen­sie­ro cri­ti­co che ha con­tri­bui­to a pre­pa­ra­re e soste­ne­re l’affermazione dei movi­men­ti socia­li degli anni Ses­san­ta e Set­tan­ta. Mura­ca ci ricor­da come quel ciclo di pro­ta­go­ni­smo e azio­ne diret­ta di una par­te del­la gio­ven­tù poli­ti­ciz­za­ta sia sta­ta anche con­no­ta­ta dal­la “bat­ta­glia del­le idee”, dall’apporto dato da alcu­ni intel­let­tua­li di valo­re alla for­ma­zio­ne del­le gio­va­ni gene­ra­zio­ni che si oppo­ne­va­no in vario modo alle logi­che di domi­nio del siste­ma.

Lo sguar­do di Mura­ca impli­ci­ta­men­te si con­trap­po­ne alla dif­fu­sa let­tu­ra odier­na che defor­ma e ridu­ce quel ciclo di gran­di fer­men­ti e di appas­sio­na­ta par­te­ci­pa­zio­ne poli­ti­ca ad “anni di piom­bo”. Dopo aver pro­po­sto, accan­to a nume­ro­si altri sag­gi e arti­co­li, una let­tu­ra di Fran­co For­ti­ni, Pier­gior­gio Bel­loc­chio, Lucia­no Bian­ciar­di, l’ultimo suo lavo­ro ci offre lo stu­dio dell’itinerario del poe­ta bolo­gne­se Rober­to Rover­si.

Non si trat­ta di un tra­di­zio­na­le stu­dio di sto­ria del­la let­te­ra­tu­ra. Nel sag­gio di Mura­ca il tra­git­to poe­ti­co di Rover­si è sem­pre intrec­cia­to e cala­to nel con­te­sto dei viva­ci fer­men­ti cul­tu­ra­li del suo tem­po, al pun­to che, anche chi non ha una spe­ci­fi­ca atten­zio­ne per il discor­so let­te­ra­rio, dal­la let­tu­ra di Lot­ta­re per le idee tro­va sti­mo­li inte­res­san­ti e un arric­chi­men­to cul­tu­ra­le.

La pri­ma par­te del libro è dedi­ca­ta agli ini­zi, all’apprendistato, con l’esordio poe­ti­co, l’analisi del­le novel­le dei pri­mi anni Cin­quan­ta, il rap­por­to di Rover­si con l’Offi­ci­na bolo­gne­se. Sono gli anni in cui con altri intel­let­tua­li, dopo la “cri­si del 1956”, si posi­zio­na a soste­gno di una neces­sa­ria usci­ta da sini­stra dal­lo sta­li­ni­smo. Nel­la secon­da metà degli anni Cin­quan­ta Rover­si matu­ra una svol­ta signi­fi­ca­ti­va nel­la sua con­ce­zio­ne del ruo­lo socia­le e poli­ti­co dell’attività let­te­ra­ria e dell’intellettuale, “diven­tan­do a tut­ti gli effet­ti un poe­ta civi­le”.

In que­sta nuo­va con­sa­pe­vo­lez­za “Rover­si non vuo­le più esse­re un sem­pli­ce testi­mo­ne e rie­vo­ca­re il pas­sa­to con nostal­gia e rim­pian­to. Infat­ti, nei suoi ver­si c’è tut­ta la net­ta oppo­si­zio­ne di un uomo e di un poe­ta per lo sta­to in cui ver­sa l’Italia gover­na­ta da una clas­se diri­gen­te che ave­va tra­di­to gli idea­li del nuo­vo risor­gi­men­to e che sta­va attuan­do un regi­me con­ser­va­to­re, auto­ri­ta­rio e ingiu­sto e il rifiu­to del siste­ma neo­ca­pi­ta­li­sti­co” (Mura­ca).

Una coscien­za que­sta che acco­mu­na il poe­ta ad altri intel­let­tua­li che, in cam­pi distin­ti e da pun­ti di vista diver­si, espri­mo­no il fecon­do pen­sie­ro cri­ti­co degli anni Ses­san­ta. Si entra quin­di nel­la secon­da par­te del libro in cui Rover­si è par­te­ci­pe del­la for­ma­zio­ne e del­la cre­sci­ta di una “nuo­va sini­stra”. Si affac­cia al nuo­vo decen­nio con l’animo di chi è con­vin­to che “occor­re, per non lasciar­si anni­chi­li­re, affron­ta­re la nuo­va real­tà agguer­ri­ti”. Nel libro di Mura­ca tro­via­mo Rover­si pro­ta­go­ni­sta del­la rivi­sta Ren­di­con­ti e del tea­tro poli­ti­co degli anni Ses­san­ta. Nel­la poe­sia Descri­zio­ni in atto Rover­si inter­pre­ta la cro­na­ca del decen­nio schie­ra­to dal pun­to di vista “dei vin­ti e dei dispe­ra­ti, dei dan­na­ti del­la ter­ra”.

“A Tori­no il fat­to che/un let­to è affittato/tre vol­te al gior­no a tre immi­gra­ti meridionali/con tur­ni diver­si nel­la gran­de fab­bri­ca orgo­glio del­la nazione/è natu­ra­le”.

Il poe­ta bolo­gne­se giun­ge alla vigi­lia del 68 con la con­vin­zio­ne che “la let­te­ra­tu­ra ormai non ave­va alcu­na inci­den­za sul­la real­tà, in quan­to era sta­ta assor­bi­ta e neu­tra­liz­za­ta dal siste­ma capi­ta­li­sti­co”, ma “rove­scia que­sto sen­so di impo­ten­za con l’assunzione di una fun­zio­ne pra­ti­ca e poli­ti­ca”. (Mura­ca).

Nel perio­do del­la con­te­sta­zio­ne va segna­la­to il rifiu­to, da par­te di Rover­si, dei mez­zi e dei cana­li uffi­cia­li di pro­du­zio­ne, distri­bu­zio­ne e comu­ni­ca­zio­ne dell’opera let­te­ra­ria, anche acco­stan­do­si all’uso del ciclo­sti­le, lo stru­men­to per eccel­len­za per la stam­pa e la pro­du­zio­ne dei docu­men­ti e dei volan­ti­ni dei nuo­vi movi­men­ti.

La ter­za par­te di Lot­ta­re per le idee è dedi­ca­ta agli anni 70 e 80, gli anni del­la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne e dell’entusiasmo per le tra­sfor­ma­zio­ni in atto a cui ha fat­to segui­to il ripie­ga­men­to nel “pri­va­to”. Qui Mura­ca trat­ta il rap­por­to del poe­ta con Lucio Dal­la, il tea­tro poli­ti­co e un nuo­vo roman­zo spe­ri­men­ta­le. In que­sto capi­to­lo non pote­va man­ca­re, per un bolo­gne­se mol­to lega­to alla sua cit­tà, il Movi­men­to del 77 a Bolo­gna.

Rileg­ge­re nel testo di Mura­ca alcu­ne par­ti dell’opera “Il libro Para­di­so” (che per chi scri­ve è un testo mira­bi­le), pub­bli­ca­ta sul pri­mo nume­ro del­la rivi­sta Il cer­chio di ges­so vuol dire esse­re cat­tu­ra­ti dal cli­ma del mar­zo 77 bolo­gne­se e rivi­ver­ne le for­ti emo­zio­ni del tem­po. Nel movi­men­to era cono­sciu­to come A che pun­to è la cit­tà? per­ché è la doman­da che il poe­ta ripe­te in modo mar­tel­lan­te. “Il poe­met­to è un atto d’amore dedi­ca­to dal poe­ta alla sua cit­tà che sta­va viven­do gior­ni di dolo­re e di lut­to ed è da con­si­de­ra­re una del­le sue poe­sie più bel­le” (Mura­ca).

Il quar­to capi­to­lo del testo è dedi­ca­to all’ultima pro­du­zio­ne, for­se meno cono­sciu­ta, del poe­ta bolo­gne­se.

“Que­sto non è un tem­po orri­bi­le.

È un tem­po nuo­vo.

Non è un tem­po impos­si­bi­le.

È un tem­po in cui ogni sera

si aspet­ta una noti­zia

da Mara­to­na”.                Rober­to Rover­si da “Il libro Para­di­so”

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