Manifesto per l’antisessismo nel rap italiano

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Pre­mes­sa

Que­sto docu­men­to non vuo­le esse­re un’imposizione o uno stru­men­to di censura/autocensura ma un pun­to di par­ten­za per una discus­sio­ne seria e appro­fon­di­ta. A tut­ti gli arti­sti e le arti­ste che si rico­no­sco­no nei suoi valo­ri chie­dia­mo di sot­to­scri­ver­lo e far­lo gira­re. A chi, inve­ce, non lo con­di­vi­de, chie­dia­mo comun­que di pren­de­re espli­ci­ta­men­te posi­zio­ne e con­tri­bui­re alla discus­sio­ne con le pro­prie argo­men­ta­zio­ni. Di sicu­ro, da ora in poi tut­ti i con­cer­ti e gli even­ti musi­ca­li che ci vedo­no coin­vol­te ad ogni tito­lo saran­no anco­ra più atten­ti e selet­ti­vi nel rifiu­ta­re la par­te­ci­pa­zio­ne di chiun­que, diret­ta­men­te o indi­ret­ta­men­te, si ren­de pro­ta­go­ni­sta di testi o pra­ti­che ses­si­ste.

  1. L’ammissione

Chie­dia­mo a chi scri­ve e a chi ascol­ta rap di ammet­te­re che, insie­me a valo­ri posi­ti­vi e infi­ni­te poten­zia­li­tà estre­ma­men­te inte­res­san­ti, esi­ste un pro­ble­ma serio di ses­si­smo all’interno del­la sce­na, è que­sta (an)estetizzazione che con­tri­bui­sce a suo modo, con­sa­pe­vo­li o meno, alla nor­ma­liz­za­zio­ne e all’accettabilità socia­le del­la vio­len­za sul­le don­ne.

  1. L’impegno all’antisessismo for­ma­le

Chie­dia­mo a chiun­que sot­to­scri­ve que­sto mani­fe­sto di non pro­dur­re o pro­muo­ve­re testi di carat­te­re espli­ci­ta­men­te ses­si­sta, il ses­si­smo e l’omofobia negli spa­zi Hip Hop con­ti­nua­no a non esse­re con­trol­la­ti, non è più accet­ta­bi­le giu­sti­fi­car­li come una com­po­nen­te valo­ria­le impre­scin­di­bi­le del­la cul­tu­ra.

  1. L’impegno all’antisessismo sostan­zia­le.

Chie­dia­mo a chiun­que sot­to­scri­ve que­sto mani­fe­sto di non pro­dur­re o pro­muo­ve­re testi impli­ci­ta­men­te ses­si­sti, ogget­ti­fi­can­ti nei con­fron­ti del­la don­na e del suo cor­po o in cui si dia per scon­ta­ta una posi­zio­ne subal­ter­na del gene­re fem­mi­ni­le, testi che influen­za­no i model­li socia­li e la men­ta­li­tà comu­ne, fuo­ri e den­tro ai con­te­sti Hip Hop.

  1. Il diritto/dovere all’autocritica

Chiun­que si è reso in pas­sa­to pro­ta­go­ni­sta o pro­mo­to­re di testi o com­por­ta­men­ti ses­si­sti può e deve pren­de­re coscien­za dell’errore e del­le con­se­guen­ze di tali com­por­ta­men­ti. L’autocritica è sem­pre ammes­sa e salu­ta­re, sen­za cen­su­ra e pro­ces­si pub­bli­ci. Non ci sono rap­per che non si sia­no pen­ti­ti di qual­che loro pez­zo, ma è inac­cet­ta­bi­le con­ti­nua­re a far fin­ta di nien­te e soprat­tut­to è imper­do­na­bi­le difen­de­re que­sto atteg­gia­men­to.

Si ha una con­tor­ta inter­pre­ta­zio­ne di ciò che è la liber­tà di espres­sio­ne, il rap è una respon­sa­bi­li­tà con­di­vi­sa.

  1. La coscien­za che anche l’uomo è vit­ti­ma del maschi­li­smo

Chie­dia­mo di com­pren­de­re ed ammet­te­re che il machi­smo e la cul­tu­ra patriar­ca­le offen­do­no anche il gene­re maschi­le, non è solo gerar­chia tra uomi­ni e don­ne, ma anche gerar­chia tra gli stes­si uomi­ni e, per esten­sio­ne, la sua pro­du­zio­ne arti­sti­ca. Un testo che allu­de a discor­si super­fi­cia­li, in fon­do, non richie­de né intel­let­to né cri­ti­ca da par­te di chi lo rice­ve. È natu­ra­le che i fan per­ce­pi­sca­no i rap­per di mag­gior spic­co come model­lo da segui­re, il pro­ble­ma emer­ge nel momen­to in cui la gra­vi­tà dei fat­ti com­piu­ti da un rap­per vie­ne giu­di­ca­ta sul­la base del suo stes­so suc­ces­so: più quest’ultimo è alto e più è accet­ta­bi­le ciò che dice o fa, accon­di­scen­den­do ai con­te­nu­ti più bece­ri e raf­for­zan­do il pro­ble­ma del­la miso­gi­nia e del­la cul­tu­ra machi­sta.

  1. Il dibat­ti­to

Chie­dia­mo ad arti­sti ed ascol­ta­to­ri di affron­ta­re il pro­ble­ma del ses­si­smo in tut­ti i luo­ghi – rea­li e vir­tua­li – dove si fa musi­ca e si discu­te di musi­ca. L’evoluzione è fisio­lo­gi­ca ma il rispet­to non deve man­ca­re: il rispet­to per se stes­si, per le per­so­ne e per la cul­tu­ra.

  1. La pro­mo­zio­ne dell’antisessismo

Chie­dia­mo ai loca­li, i cen­tri socia­li, le asso­cia­zio­ni e le real­tà che orga­niz­za­no even­ti musi­ca­li di pren­de­re posi­zio­ne e pro­muo­ve­re dan­do sup­por­to agli arti­sti ed alle arti­ste che si sia­no impe­gnat* in manie­ra espli­ci­ta con­tro il ses­si­smo.

La sce­na rap non ha mai rispo­sto con­cre­ta­men­te alle cri­ti­che riguar­do al ses­si­smo, non ha mai pre­so una net­ta posi­zio­ne ed è ora il momen­to di far­lo espli­ci­ta­men­te.

(Foto trat­ta da qui)

Da: https://nonunadimeno.wordpress.com/tag/rap/

Il testo di una del­le can­zo­ni del trap­per Sfe­ra ebbasta,“Quanto sei por­ca dopo una vod­ka me ne vado e lascio un post-it sul­la por­ta. Le more, le bion­de, le ros­se, le meche­sa­te vesti­te da suo­re o con le brac­cia tatua­te le alter­na­ti­ve, le snob pet­ti­na­te, spet­ti­na­te sot­to le len­zuo­la ubria­che sono una mer­da ragio­no col caz­zo oggi ti pren­do, doma­ni ti lascio. Hey tipa! vie­ni in came­ra con me! e por­ta­ti un’a­mi­ca por­ta­ti un’a­mi­ca! Hey tro­ia! vie­ni in came­ra con la tua ami­ca por­ca qua­le? quel­la del­l’al­tra vol­ta fac­cio pau­ra, sono di spiag­gia vi fac­cio una doc­cia, pina­co­la­da bevi­la se sei vera­men­te grez­za, spu­ta­la poi lec­ca­la lec­ca­la limo­na­te­vi men­tre Gor­do rec­ca gio­co a biliar­do, con la mia stec­ca solo con le buche solo con le stu­pi­de ‘ste put­ta­ne da back­sta­ge sono luri­de che sim­pa­ti­co­ne! voglio­no un caz­zo che non ride sono scor­cia-tro­ie sie­te faci­li, vi fini­sco subi­to”.

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