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giovedì, 21 Novembre 2024

«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

[K. Marx]

Non è più un paese per pensionati: servizi, assegni previdenziali, lavoro

Con la ridu­zio­ne dei ser­vi­zi alla per­so­na e la loro stes­sa mone­tiz­za­zio­ne, l’I­ta­lia non sarà piu’ un pae­se per pen­sio­na­ti, del resto da anni i pen­sio­na­ti emi­gra­no ver­so pae­si dove il loro asse­gno pre­vi­den­zia­le non vie­ne tas­sa­to e anche con pic­co­li impor­ti pos­so­no ave­re una esi­sten­za digni­to­sa.

Ma se inve­ce guar­dia­mo all’e­tà ana­gra­fi­ca del­la for­za lavo­ro la pro­spet­ti­va cam­bia, meno di un anno l’e­tà media di chi è in pro­du­zio­ne era di 44 anni, dal 2008 al 2017 il crol­lo degli occu­pa­ti ha riguar­da­to soprat­tut­to gli under 35 (dal 42 al 21%), in 20 anni ci sono qua­si due milio­ni in piu’ di lavo­ra­to­ri ma in per­cen­tua­le la quo­ta dei pre­ca­ri è cre­sciu­ta a dismi­su­ra. Crol­la­no le par­ti­te iva, la for­za lavo­ro nel­la Pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne risul­ta la piu’ vec­chia d’Eu­ro­pa, le pen­sio­ni degli anzia­ni diven­ta­no una sor­ta di ammor­tiz­za­to­re socia­le, spes­so fon­te di red­di­to inso­sti­tui­bi­le in fami­glie obe­ra­te di debi­ti e con occu­pa­zio­ni insta­bi­li.

La impie­to­sa foto­gra­fia del Bel Pae­se non aggiun­ge nul­la a quan­to pos­sia­mo leg­ge­re sui gior­na­li, baste­reb­be solo met­te­re insie­me le noti­zie e rico­strui­re una let­tu­ra ogget­ti­va, con tan­to di fon­ti, del­la real­tà con­tem­po­ra­nea. L’e­tà media dei ricer­ca­to­ri, dei docen­ti, dei medi­ci, del per­so­na­le para­me­di­co o degli impie­ga­ti pub­bli­ci è tra le piu’ alte in asso­lu­to, le respon­sa­bi­li­tà sono innu­me­re­vo­li, da un siste­ma con rego­le obso­le­te, alle logi­che di cor­po­ra­zio­ne o baro­na­li che impe­di­sco­no il libe­ro acces­so a deter­mi­na­te pro­fes­sio­ni, ai con­cor­si pub­bli­ci con il con­ta­goc­ce, a qua­si 9 anni di sostan­zia­le bloc­co del­le assun­zio­ni, al dif­fon­der­si del nero, agli scar­si inve­sti­men­ti in mate­ria di for­ma­zio­ne e ricer­ca. Il siste­ma Ita­lia, basa­to sul­le delo­ca­liz­za­zio­ni e lo sfrut­ta­men­to inten­si­vo del­la for­za lavo­ro, fa acqua da tut­te le par­ti

Ci aspet­te­rem­mo, a fron­te di que­ste ele­men­ta­ri cono­scen­ze, decre­ti del Gover­no atti a favo­ri­re l’oc­cu­pa­zio­ne gio­va­ni­le per­chè dal mer­ca­to del lavo­ro sono pro­prio loro gli esclu­si

Ma inve­ce che cosa acca­de?
Pren­dia­mo un esem­pio cal­zan­te, quel­lo del divie­to di cumu­lo tra pen­sio­ne anti­ci­pa­ta di anzia­ni­tà e inca­ri­chi di con­su­len­za per l’am­mi­ni­stra­zio­ne pub­bli­ca dove hai lavo­ra­to, nor­ma che poi riguar­da gli inca­ri­chi con­fe­ri­ti e dopo la leg­ge 724/1994.
Un lavo­ra­to­re dovreb­be esse­re sosti­tui­to in tem­po , la data del­la sua pen­sio­ne non è cer­to un miste­ro, gli enti pub­bli­ci avreb­be­ro tem­po per sosti­tuir­lo for­man­do (ma la paro­la for­ma­zio­ne è spes­so sco­no­sciu­ta) nuo­vo per­so­na­le per adem­pie­re le mede­si­me fun­zio­ni.

Iro­nia del­la sor­te, è pro­prio la pro­gram­ma­zio­ne uno dei pun­ti di rife­ri­men­to (teo­ri­ci) per la PA, al con­tra­rio puo’ capi­ta­re che alcu­ni Enti fac­cia­no di tut­to e di piu’ per trat­te­ne­re un rap­por­to di lavo­ro con il vec­chio dipen­den­te, maga­ri per­chè i Sin­da­ci han­no accet­ta­to sen­za mai oppor­si i tet­ti di spe­sa in mate­ria di per­so­na­le e le rego­le del­l’au­ste­ri­tà o per­chè tra bloc­chi del­le assun­zio­ni e deri­ve secu­ri­ta­rie si sono assun­te figu­re pro­fes­sio­na­li piu’ uti­li all’im­ma­gi­ne che alla sostan­za.

La Pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne dovreb­be dare il buon esem­pio adot­tan­do un vero turn over e per­cor­si for­ma­ti­vi atti a rimo­ti­va­re un per­so­na­le spes­so abban­do­na­to . Per que­sta ragio­ne, leg­ge­re una sen­ten­za puo’ esse­re moti­vo di rifles­sio­ne. Par­lia­mo di un ex diri­gen­te di un Comu­ne che a distan­za di pochi mesi dal­la pen­sio­ne sti­pu­la un con­trat­to subor­di­na­to a tem­po deter­mi­na­to, inca­ri­co poi revo­ca­to dal Comu­ne stes­so. Ini­zia una que­rel­le lega­le che arri­va alla Cas­sa­zio­ne che acco­glie le moti­va­zio­ni del­l’ex diri­gen­te e con­dan­na il Comu­ne al risar­ci­men­to.

La moti­va­zio­ne? Non si par­la di con­trat­to di col­la­bo­ra­zio­ne ma di con­trat­to a tem­po deter­mi­na­to, non una pre­sta­zio­ne auto­no­ma, ragio­ne per cui il lavo­ra­to­re ha dirit­to allo stes­so trat­ta­men­to eco­no­mi­co come pre­ve­de il Testo uni­co degli enti loca­li.

La sen­ten­za non è rile­van­te ma aiu­ta a capi­re mol­to di quan­to acca­de in Ita­lia, ossia un pae­se che vie­ta le col­la­bo­ra­zio­ni di ex dipen­den­ti se non a tito­lo gra­tui­to o dopo alcu­ni anni ma allo stes­so tem­po giu­sti­fi­ca un con­trat­to a tem­po deter­mi­na­to. Nul­la di stra­no, la giu­ri­spru­den­za è chia­ra sul­l’ar­go­men­to, lascia­mo sta­re le pre­sun­te o rea­li incom­pa­ti­bi­li­tà, resta il fat­to che un Ente puo’ met­te­re un ex diri­gen­te sot­to con­trat­to a tem­po deter­mi­na­to men­tre miglia­ia di lau­rea­ti per­cor­ro­no in lun­go e lar­go la Peni­so­la per par­te­ci­pa­re ai con­cor­si, maga­ri per esse­re inclu­si in Gra­dua­to­rie che poi non scor­ro­no per­chè la Leg­ge pre­ve­de pri­ma il ricor­so alla mobi­li­tà nel­l’ot­ti­ca di rispar­mio del­la spe­sa Pub­bli­ca.

Esem­pi elo­quen­ti di un siste­ma che non reg­ge, di leg­gi costrui­te ad arte per rispar­mia­re e non assu­me­re gio­va­ni, nor­ma­ti­ve cosi’ con­tor­te da rap­pre­sen­ta­re un osta­co­lo al rin­no­va­men­to del­la for­za lavo­ro. Non stia­mo par­lan­do di sem­pli­fi­ca­zio­ne, nel ger­go Ren­zia­no, solo di leg­gi e nor­ma­ti­ve che sem­bra­no fat­te appo­si­ta­men­te per giu­sti­fi­ca­re le rego­le del­l’au­ste­ri­tà con­dan­nan­do un pae­se ad ave­re la for­za lavo­ro piu’ vec­chia d’Eu­ro­pa. E nel frat­tem­po l’e­tà pen­sio­na­bi­le è sta­ta accre­sciu­ta con la Leg­ge For­ne­ro, gli asse­gni pre­vi­den­zia­li del doma­ni saran­no da fame, le rego­le che limi­ta­no le assun­zio­ni nel­la Pa sono rima­ste intat­te. Roma non fu fat­ta in un gior­no, ma quan­do si pen­sa di met­te­re mano a que­ste situa­zio­ni?

FEDERICO GIUSTI da: Controlacrisi.org

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