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Ogni anno una lunga scia di sangue tra infortuni e morti sul lavoro e con le malattie professionali in costante aumento.
Rischiamo di ripeterci, se infortuni e morti sul lavoro non diminuiscono nonostante il calo delle ore lavorate una spiegazione dovremmo pur cercarla dentro i meccanismi implosivi del capitalismo italiano.
La delocalizzazione produttiva da un lato, lo sfruttamento intensivo della forza lavoro anche attraverso lavoro nero e appalti al ribasso dall'altro sono dinamiche ricorrenti in capitalismi. Vediamo alcuni numeri: sono ben 1.218 le denunce di infortunio mortale ufficiali ma quando si parla di infortuni e morti sul lavoro occorre considerare il sommerso e i tanti casi non denunciati e per questo esclusi dalle statistiche.
Solo nell'anno passato le morti sul lavoro , quelle riconosciute come tali, sono state 704 (643 uomini e 61 donne), statisticamente in aumento rispetto agli anni precedenti ma , e torniamo a ripeterlo, le cifre reali sono decisamente più alte non solo per il nero ma anche perché le fase istruttorie sovente si chiudono con mesi di ritardo e fino a quel punto non vengono incluse nelle statistiche ufficiali
E le malattie professionali? Difficili da quantificare perché il loro riconoscimento segue un iter lungo e tortuoso, poi ci sono tanti casi che sfuggono alla attenzione mediatica ma continuano, dopo decenni e per tanti altri lustri ancora, a mietere vittime.
Chi per anni ci ha raccontato la favoletta degli infortuni in calo non voleva vedere l'essenza del capitalismo italiano con scarsi processi innovativi e le filiere, occulte e non, dello sfruttamento selvaggio ove le normative in materia di orari e sicurezza restano quasi totalmente inapplicate.
Intanto crescono le denunce di infortunio nonostante le pressioni, specie nei subappalti, perché i lavoratori coinvolti non dichiarino gli infortuni in azienda e così evitare controlli delle autorità, quei controlli che per essere effettuati avrebbero bisogno di personale qualificato assunto invece, da anni, con il contagocce nonostante promesse elettorali e impegni disattesi..
Ma anche questo è un argomento già dibattuto, parliamo del numero degli ispettori che continua ad essere decisamente basso. Le ispezioni nel 2018 hanno portato a regolarizzare la posizione di oltre 40 mila lavoratori, le aziende controllate sono una piccolissima parte: poco più di 15 mila.
Ecco spiegata la mattanza dei lavoratori.
Federico Giusti – Lotta Continua Pisa (da: Controlacrisi)
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