L’abbraccio mortale tra Ue e Nato

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La costru­zio­ne dell’Europa di Maa­stri­cht è stret­ta­men­te con­nes­sa con la par­te­ci­pa­zio­ne atti­va odier­na alla guer­ra del­la Nato.

Ha ragio­ni da ven­de­re Car­lo For­men­ti quan­do scri­ve che la Ue ha ammor­bi­di­to i prin­ci­pi ordo­li­be­ra­li, impo­sti dal­la Ger­ma­nia e dal­la Fran­cia ai pae­si mem­bri, per spo­sta­re l’asse stra­te­gi­co dal pia­no eco­no­mi­co a quel­lo poli­ti­co e mili­ta­re. Spo­san­do in tut­to que­sto la tesi Usa che il raf­for­za­men­to degli inve­sti­men­ti mili­ta­ri alla fine por­ta bene­fi­ci anche di natu­ra eco­no­mi­ca, poco impor­ta se al prez­zo del­la depre­da­zio­ne del­le ric­chez­ze dei pae­si del ter­zo mon­do attra­ver­so la logi­ca degli inter­ven­ti “uma­ni­ta­ri”.

Arduo com­pren­de­re la mili­ta­riz­za­zio­ne dei ter­ri­to­ri e l’aumento espo­nen­zia­le del­la spe­sa mili­ta­re sen­za ana­liz­za­re que­sta evo­lu­zio­ne del­la Ue o ricor­ren­do solo a una cri­ti­ca eti­ca, mora­le e intel­let­tua­le ai pro­ces­si in atto.

La Ue non si è mai ripre­sa dal­la cri­si del 2007\8, la pan­de­mia ha asse­sta­to un duro col­po alle eco­no­mie con­ti­nen­ta­li e para­dos­sal­men­te la  guer­ra in cor­so sem­bre­reb­be raf­for­za­re gli Usa anche a disca­pi­to del vec­chio con­ti­nen­te. La stes­sa idea del­lo sta­to debo­le tan­to cara ad alcu­ni neo­li­be­ri­sti ha subi­to pro­fon­de tra­sfor­ma­zio­ni nel cor­so del tem­po tan­to da teo­riz­za­re ormai uno sta­to fun­zio­na­le al mer­ca­to, non impor­ta che sia trop­po for­te basta che con­sen­ta di inve­sti­re i pro­fit­ti a van­tag­gio dei capi­ta­li.

Par­la­re di auto­no­mia euro­pea dagli Usa è del tut­to inu­ti­le se pen­sia­mo che que­sta guer­ra ser­ve anche a disin­ne­sca­re ele­men­ti di con­flit­tua­li­tà anche se le oppo­si­zio­ni sin­da­ca­li in Fran­cia, Ger­ma­nia e Spa­gna stan­no met­ten­do a dura pro­va i gover­ni nazio­na­li. E que­sta guer­ra ha gua­da­gna­to il con­sen­so dei pae­si sovra­ni­sti schie­ra­ti a favo­re dell’intervento mili­ta­re con­tro la Rus­sia. Non ave­va­no tut­ta­via pre­vi­sto che il con­flit­to si sareb­be acce­so nei pae­si a capi­ta­li­smo avan­za­to in rispo­ste alle con­tro­ri­for­me pre­vi­den­zia­li e giu­sla­vo­ri­ste.

I sin­da­ca­ti tede­schi por­ta­no a casa risul­ta­ti, dopo scio­pe­ri di set­ti­ma­ne, che fareb­be­ro impal­li­di­re al con­fron­to anche le riven­di­ca­zio­ni del sin­da­ca­li­smo di base ita­lia­no.

I lavo­ra­to­ri pub­bli­ci tede­schi otten­go­no 3.000 euro di una tan­tum, esen­tas­se, per recu­pe­ra­re il dif­fe­ren­zia­ta tra sti­pen­di e prez­zi dell’ultimo anno.

Il Gover­no tede­sco annun­cia un pri­mo ver­sa­men­to di 1.240 euro con la busta paga del pros­si­mo Giu­gno e a Mar­zo 2024 gli sti­pen­di aumen­te­ran­no di 200 euro al mese con un ulte­rio­re aumen­to per il 20024 pari al 5,5%.

E’ evi­den­te che la loco­mo­ti­va rena­na stia pagan­do uno scot­to alla ripre­sa del­la con­flit­tua­li­tà ma per non reca­re ulte­rio­re dan­no alla sua eco­no­mia ha ben pen­sa­to di accor­da­re pote­re di acqui­sto rea­le alla for­za lavo­ro men­tre in Ita­lia il Gover­no di destra pen­sa di ridur­re il cuneo fisca­le che per due ter­zi è a cari­co del­le impre­se attac­can­do poi la sta­bi­li­tà con­trat­tua­le come san­ci­to dal­la pro­fon­da revi­sio­ne del Decre­to Digni­tà

Disin­ne­sca­re ogni ulte­rio­re con­flit­to socia­le è sta­to il man­tra di un quin­di­cen­nio neo­li­be­ri­sta a par­ti­re dal con­te­ni­men­to del­la infla­zio­ne attac­can­do il pote­re di acqui­sto e il wel­fa­re, pri­va­tiz­zan­do tut­to il pos­si­bi­le e depau­pe­ran­do gli inve­sti­men­ti nel­la sani­tà e nel­la scuo­la pub­bli­ca.

La Ger­ma­nia ha risco­per­to la sua voca­zio­ne mili­ta­ri­sta spo­san­do in toto la linea Nato, gli Usa han­no invi­schia­to la Ue in que­sta guer­ra per pro­cu­ra per ave­re le mani libe­re in  un altro fron­te bel­li­co quel­lo con­tro la Cina.

La natu­ra di clas­se del pro­get­to euro­peo non vie­ne infi­cia­ta dagli aumen­ti con­trat­tua­li accor­da­ti in Ger­ma­nia nè ridi­men­sio­na la natu­ra colo­nia­li­sta e impe­ria­li­sta del pro­get­to euro­peo ma per man­te­ne­re un sostan­zia­le equi­li­brio inter­no deve rive­de­re le poli­ti­che di con­te­ni­men­to dei sala­ri per com­bat­te­re la infla­zio­ne. Lo fa nei pae­si più for­ti del con­ti­nen­te men­tre in quel­li debo­li e peri­fe­ri­ci (dove si lavo­ra deci­sa­men­te di più con ora­ri set­ti­ma­na­li supe­rio­ri a quel­li adot­ta­ti nei pae­si eco­no­mi­ca­men­te for­ti) ha scel­to altre stra­de ossia la fero­ce poli­ti­ca del paga­men­to del debi­to (in Gre­cia) o la mode­ra­zio­ne sala­ria­le aval­la­ta dai sin­da­ca­ti che ormai pen­sa­no di rego­la­re le dero­ghe den­tro i con­trat­ti nazio­na­li sca­ri­can­do gli one­ri sul wel­fa­re, sul pote­re di acqui­sto e di con­trat­ta­zio­ne.

Fede­ri­co Giu­sti — https://www.lafionda.org

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