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mercoledì, 12 Marzo 2025

«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

[K. Marx]

Una questione molto meridionale

di Cre­scen­zo Invi­go­ri­to

Chi vor­reb­be risol­ve­re la que­stio­ne meri­dio­na­le? Pro­prio nes­su­no, ve lo dico io. E se al par­la­men­to arri­va qual­che depu­ta­to del sud che ha una mez­za idea per risol­ver­la, ci sono mil­le mez­zi coer­ci­ti­vi affin­ché si tol­ga pre­sto que­sto pen­sie­ro.

Spes­so mi doman­do addi­rit­tu­ra, com’è sta­to pos­si­bi­le in un mara­sma che tut­to pen­sa fuor­ché alla buo­na poli­ti­ca (poli­ti­ca= dal gre­co “arte di gover­na­re”), quel­la per la gen­te che ogni tan­to sia nato un uomo con buo­ni pro­po­si­ti poli­ti­ci che è anda­to fino in fon­do e restan­do sul­le sue con­vin­zio­ni, sba­glian­do pure qual­che vol­ta. Uomo di altri tem­pi? No, solo uomo one­sto. E ce ne sono sta­ti, indi­pen­den­te­men­te dal colo­re poli­ti­co. Pen­so a La Pira, Per­ti­ni, e pochi altri.

È ora­mi con­so­li­da­to che il disa­gio, la mise­ria, la dispe­ra­zio­ne di noi meri­dio­na­li, deve esse­re sen­za fine, ele­men­ti con cui con­vi­via­mo da seco­li e per­ciò svi­lup­pa­ta quell’arte di arran­giar­si che in nes­sun pae­se del mon­do esi­ste.

E allo­ra dob­bia­mo aspet­ta­re la nasci­ta di un uomo nuo­vo, di una spe­cie di mes­sia. Dob­bia­mo spe­ra­re che un nuo­vo sper­ma­to­zoo rie­sca a cen­tra­re l’obiettivo pri­ma­rio del par­la­men­to, maga­ri nato dal popo­lo e che sap­pia le vere esi­gen­ze del popo­lo, ammes­so che un uomo del popo­lo rie­sca ad anda­re in par­la­men­to, visto il pedi­gree dei nostri par­la­men­ta­ri di oggi e recen­ti. Gen­te di fami­glia già poten­te, pon­ti fra i loro affa­ri e quel­li del­le gran­di lob­by e impre­se. Gen­te di destra, come mol­tis­si­ma gen­te di cosid­det­ta sini­stra.

Ma stu­dia­to a tavo­li­no, il disa­gio meri­dio­na­le è meglio che con­ti­nui, per ren­de­re schia­vi del lavo­ro i ter­ro­ni che dan­no brac­cia alle azien­de del nord, oppu­re arruo­lar­li nel­le for­ze di poli­zia con sti­pen­di da fame. Tan­to se in un’operazione muo­re un ter­ro­ne, subi­to ne vie­ne sosti­tui­to da un altro

La volon­tà quin­di a mio avvi­so, è quel­la di non risol­ver­la, e d’altronde uno sta­to che è sta­to sem­pre “poli­ti­ciz­za­to” nel­le deci­sio­ni, da for­ze occul­te che l’hanno sem­pre mano­vra­to, come P2 e orga­niz­za­zio­ni cri­mi­na­li a brac­cet­to con gli ono­re­vo­li, come può impie­to­sir­si dei pro­pri figli che stra­sci­ca­no inve­ce di vive­re degna­men­te e che diven­ta car­ne da macel­lo da impie­ga­re nei più feten­ti lavo­ri? O anco­ra, come può addi­rit­tu­ra pen­sa­re di acco­glie­re e assi­ste­re la per­so­na “uma­na” che arri­va su una zat­te­ra dal Medi­ter­ra­neo? Uno sta­to non dovreb­be ave­re pre­mu­ra di sol­le­va­re gli indi­gen­ti, e di qual­sia­si colo­re sia­no?

Ne ave­va addi­rit­tu­ra tene­rez­za per i pove­ri, Pepe Muji­ca, per­ché dal popo­lo veni­va e ne capi­va le esi­gen­ze, ma soprat­tut­to ce l’ha fat­ta ad arri­va­re a capo del suo sta­to. Il pre­si­den­te pove­ro che non ha mai appro­fit­ta­to dei pri­vi­le­gi del pre­si­den­te del­la repub­bli­ca (stia­mo par­lan­do di quel­la uru­gua­ia­na), un pre­si­den­te che se ita­lia­no, si che avreb­be volu­to risol­ve­re la que­stio­ne meri­dio­na­le, e l’avrebbe fat­to con il suo mez­zo pri­ma­rio: l’onestà. L’onesta ver­so sé stes­si di non appro­fit­ta­re di un ric­co sti­pen­dio e dei tan­ti pri­vi­le­gi e bene­fi­ci riser­va­ti soprat­tut­to al pre­si­den­te e ai par­la­men­ta­ri “ono­re­vo­li” ita­lia­ni. Ma una per­so­na in Ita­lia come Muji­ca è anco­ra un sogno. Allo­ra io vedo che par­la­no come il popo­lo, solo alcu­ni movi­men­tuc­ci defram­men­ta­ti di sini­stra, alcu­ni più estre­mi (ma sen­za vio­len­za), ed altri più vici­ni ai par­ti­ti o sin­da­ca­ti cano­ni­ci di quel­la sini­stra che vor­reb­be anco­ra sen­tir­si chia­ma­re tale. Ma con tut­to l’impegno, non vedo gran­di spe­ran­ze affin­ché rea­liz­zi­no qual­co­sa, per­ché appun­to ognu­no va per il suo ver­so sen­za for­ma­re una for­za di unio­ne che con­tra­sti o por­ti al par­la­men­to una sua dele­ga­zio­ne, per­ché rap­pre­sen­ti un vasto nume­ro di per­so­ne. Ognu­no di que­sti rispet­ta­bi­lis­si­mi movi­men­ti, resta chiu­so nel suo cre­do, ma a cre­sce­re insie­me agli altri, man­co a pen­sar­ci (ci ho pro­va­to a far­li dia­lo­ga­re, ma sen­za risul­ta­to).

Come dire, ognu­no che aspet­ta nel suo luo­go anche da 40 anni, che la sua idea for­se dav­ve­ro irrea­liz­za­bi­le, diven­ti rea­le, e non voglio­no cono­sce­re quel­li del movi­men­to vici­no per que­stio­ne di orgo­glio, e allo­ra aspet­ta­no anco­ra come comu­ni­sti sedu­ti ai ban­chi dell’asilo.

E allo­ra che dire, aspet­tia­mo altri 40 anni, e se la que­stio­ne meri­dio­na­le non è sta­ta anco­ra risol­ta da seco­li, che vor­re­te che sia­no anco­ra 40 anni da aspet­ta­re?

 

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