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sabato, 5 Ottobre 2024

«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

[K. Marx]

Manifesto per l’antisessismo nel rap italiano

Pre­mes­sa

Que­sto docu­men­to non vuo­le esse­re un’imposizione o uno stru­men­to di censura/autocensura ma un pun­to di par­ten­za per una discus­sio­ne seria e appro­fon­di­ta. A tut­ti gli arti­sti e le arti­ste che si rico­no­sco­no nei suoi valo­ri chie­dia­mo di sot­to­scri­ver­lo e far­lo gira­re. A chi, inve­ce, non lo con­di­vi­de, chie­dia­mo comun­que di pren­de­re espli­ci­ta­men­te posi­zio­ne e con­tri­bui­re alla discus­sio­ne con le pro­prie argo­men­ta­zio­ni. Di sicu­ro, da ora in poi tut­ti i con­cer­ti e gli even­ti musi­ca­li che ci vedo­no coin­vol­te ad ogni tito­lo saran­no anco­ra più atten­ti e selet­ti­vi nel rifiu­ta­re la par­te­ci­pa­zio­ne di chiun­que, diret­ta­men­te o indi­ret­ta­men­te, si ren­de pro­ta­go­ni­sta di testi o pra­ti­che ses­si­ste.

  1. L’ammissione

Chie­dia­mo a chi scri­ve e a chi ascol­ta rap di ammet­te­re che, insie­me a valo­ri posi­ti­vi e infi­ni­te poten­zia­li­tà estre­ma­men­te inte­res­san­ti, esi­ste un pro­ble­ma serio di ses­si­smo all’interno del­la sce­na, è que­sta (an)estetizzazione che con­tri­bui­sce a suo modo, con­sa­pe­vo­li o meno, alla nor­ma­liz­za­zio­ne e all’accettabilità socia­le del­la vio­len­za sul­le don­ne.

  1. L’impegno all’antisessismo for­ma­le

Chie­dia­mo a chiun­que sot­to­scri­ve que­sto mani­fe­sto di non pro­dur­re o pro­muo­ve­re testi di carat­te­re espli­ci­ta­men­te ses­si­sta, il ses­si­smo e l’omofobia negli spa­zi Hip Hop con­ti­nua­no a non esse­re con­trol­la­ti, non è più accet­ta­bi­le giu­sti­fi­car­li come una com­po­nen­te valo­ria­le impre­scin­di­bi­le del­la cul­tu­ra.

  1. L’impegno all’antisessismo sostan­zia­le.

Chie­dia­mo a chiun­que sot­to­scri­ve que­sto mani­fe­sto di non pro­dur­re o pro­muo­ve­re testi impli­ci­ta­men­te ses­si­sti, ogget­ti­fi­can­ti nei con­fron­ti del­la don­na e del suo cor­po o in cui si dia per scon­ta­ta una posi­zio­ne subal­ter­na del gene­re fem­mi­ni­le, testi che influen­za­no i model­li socia­li e la men­ta­li­tà comu­ne, fuo­ri e den­tro ai con­te­sti Hip Hop.

  1. Il diritto/dovere all’autocritica

Chiun­que si è reso in pas­sa­to pro­ta­go­ni­sta o pro­mo­to­re di testi o com­por­ta­men­ti ses­si­sti può e deve pren­de­re coscien­za dell’errore e del­le con­se­guen­ze di tali com­por­ta­men­ti. L’autocritica è sem­pre ammes­sa e salu­ta­re, sen­za cen­su­ra e pro­ces­si pub­bli­ci. Non ci sono rap­per che non si sia­no pen­ti­ti di qual­che loro pez­zo, ma è inac­cet­ta­bi­le con­ti­nua­re a far fin­ta di nien­te e soprat­tut­to è imper­do­na­bi­le difen­de­re que­sto atteg­gia­men­to.

Si ha una con­tor­ta inter­pre­ta­zio­ne di ciò che è la liber­tà di espres­sio­ne, il rap è una respon­sa­bi­li­tà con­di­vi­sa.

  1. La coscien­za che anche l’uomo è vit­ti­ma del maschi­li­smo

Chie­dia­mo di com­pren­de­re ed ammet­te­re che il machi­smo e la cul­tu­ra patriar­ca­le offen­do­no anche il gene­re maschi­le, non è solo gerar­chia tra uomi­ni e don­ne, ma anche gerar­chia tra gli stes­si uomi­ni e, per esten­sio­ne, la sua pro­du­zio­ne arti­sti­ca. Un testo che allu­de a discor­si super­fi­cia­li, in fon­do, non richie­de né intel­let­to né cri­ti­ca da par­te di chi lo rice­ve. È natu­ra­le che i fan per­ce­pi­sca­no i rap­per di mag­gior spic­co come model­lo da segui­re, il pro­ble­ma emer­ge nel momen­to in cui la gra­vi­tà dei fat­ti com­piu­ti da un rap­per vie­ne giu­di­ca­ta sul­la base del suo stes­so suc­ces­so: più quest’ultimo è alto e più è accet­ta­bi­le ciò che dice o fa, accon­di­scen­den­do ai con­te­nu­ti più bece­ri e raf­for­zan­do il pro­ble­ma del­la miso­gi­nia e del­la cul­tu­ra machi­sta.

  1. Il dibat­ti­to

Chie­dia­mo ad arti­sti ed ascol­ta­to­ri di affron­ta­re il pro­ble­ma del ses­si­smo in tut­ti i luo­ghi – rea­li e vir­tua­li – dove si fa musi­ca e si discu­te di musi­ca. L’evoluzione è fisio­lo­gi­ca ma il rispet­to non deve man­ca­re: il rispet­to per se stes­si, per le per­so­ne e per la cul­tu­ra.

  1. La pro­mo­zio­ne dell’antisessismo

Chie­dia­mo ai loca­li, i cen­tri socia­li, le asso­cia­zio­ni e le real­tà che orga­niz­za­no even­ti musi­ca­li di pren­de­re posi­zio­ne e pro­muo­ve­re dan­do sup­por­to agli arti­sti ed alle arti­ste che si sia­no impe­gnat* in manie­ra espli­ci­ta con­tro il ses­si­smo.

La sce­na rap non ha mai rispo­sto con­cre­ta­men­te alle cri­ti­che riguar­do al ses­si­smo, non ha mai pre­so una net­ta posi­zio­ne ed è ora il momen­to di far­lo espli­ci­ta­men­te.

(Foto trat­ta da qui)

Da: https://nonunadimeno.wordpress.com/tag/rap/

Il testo di una del­le can­zo­ni del trap­per Sfe­ra ebbasta,“Quanto sei por­ca dopo una vod­ka me ne vado e lascio un post-it sul­la por­ta. Le more, le bion­de, le ros­se, le meche­sa­te vesti­te da suo­re o con le brac­cia tatua­te le alter­na­ti­ve, le snob pet­ti­na­te, spet­ti­na­te sot­to le len­zuo­la ubria­che sono una mer­da ragio­no col caz­zo oggi ti pren­do, doma­ni ti lascio. Hey tipa! vie­ni in came­ra con me! e por­ta­ti un’a­mi­ca por­ta­ti un’a­mi­ca! Hey tro­ia! vie­ni in came­ra con la tua ami­ca por­ca qua­le? quel­la del­l’al­tra vol­ta fac­cio pau­ra, sono di spiag­gia vi fac­cio una doc­cia, pina­co­la­da bevi­la se sei vera­men­te grez­za, spu­ta­la poi lec­ca­la lec­ca­la limo­na­te­vi men­tre Gor­do rec­ca gio­co a biliar­do, con la mia stec­ca solo con le buche solo con le stu­pi­de ‘ste put­ta­ne da back­sta­ge sono luri­de che sim­pa­ti­co­ne! voglio­no un caz­zo che non ride sono scor­cia-tro­ie sie­te faci­li, vi fini­sco subi­to”.

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