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mercoledì, 12 Marzo 2025

«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

[K. Marx]

Sulla manifestazione del 15 marzo a Roma

Il Comi­ta­to NO Coman­do NATO né a Firen­ze né altro­ve invi­ta tut­te e tut­ti a non pren­de­re par­te, in nes­su­na for­ma, al cor­teo del 15 mar­zo a Roma lan­cia­to da Miche­le Ser­ra. Quel­la sarà una piaz­za dal­la spic­ca­ta pro­pen­sio­ne bel­li­ci­sta, uti­le solo a legit­ti­ma­re le poli­ti­che di riar­mo di cui stan­no discu­ten­do gli sta­ti dell’Unione euro­pea.

Sen­za trop­pi giri di paro­le, dicia­mo che quel­la che fino ad oggi è sta­ta una guer­ra che “l’occidente” ha com­bat­tu­to per pro­cu­ra, potreb­be tra­sfor­mar­si in una guer­ra tra Unio­ne Euro­pea e Rus­sia.

Le nuo­ve spe­se mili­ta­ri per una cifra pari a 800 miliar­di non sono altro che la pro­se­cu­zio­ne del­la poli­ti­ca espan­sio­ni­sti­ca del­la NATO ini­zia­ta già negli anni Novan­ta. Il tut­to men­tre ven­go­no con­ti­nua­men­te taglia­ti, in nome del­la “auste­ri­tà” che al tem­po ha deva­sta­to la Gre­cia e per­ché non ci sareb­be­ro i sol­di, ser­vi­zi fon­da­men­ta­li per i cit­ta­di­ni (e per cui paga­no tas­se sala­te) come la Sani­tà, la Scuo­la, i Tra­spor­ti… per le armi inve­ce pare che i sol­di si tro­vi­no ed è faci­le intui­re da dove ven­ga­no pesca­ti.

A fron­te di que­sta situa­zio­ne il PD ha pre­so una posi­zio­ne a noi ben chia­ra e coe­ren­te con quan­to acca­de qui a Firen­ze, dove aval­la l’installazione del coman­do NATO alla caser­ma Pre­die­ri. Ade­ri­rà al cor­teo del 15 mar­zo cri­ti­can­do il pia­no di riar­mo per­ché riar­ma i sin­go­li sta­ti e non un eser­ci­to euro­peo. Se voglia­mo, una posi­zio­ne anco­ra più rea­zio­na­ria di quel­la del­la destra per­ché ciò vor­reb­be dire agi­re in dero­ga rispet­to alle scel­te, se pur for­ma­li, anche dei sin­go­li par­la­men­ti. A trai­no gli altri.

L’ANPI ade­ri­rà con una “posi­zio­ne paci­fi­sta” ma alla deci­sio­ne del­la segre­te­ria nazio­na­le si stan­no oppo­nen­do una quan­ti­tà di sezio­ni e di iscrit­ti total­men­te con­tra­ri a que­sta mos­sa che tra­di­sce tut­ta la pro­pria Sto­ria e per cui i veri par­ti­gia­ni si stan­no rivol­tan­do nel­le tom­be.

La CGIL ter­gi­ver­sa per­ché i suoi ver­ti­ci sono lega­ti a dop­pio filo con il PD ma una par­te del­la base spin­ge per non esser­ci; cir­co­la­no alme­no due appel­li, sia del­la mino­ran­za inter­na che del­la FLC, che chie­do­no ai ver­ti­ci di non dare la pro­pria ade­sio­ne a una simi­le por­che­ria. A Firen­ze la Came­ra del Lavo­ro ha vota­to un ordi­ne del gior­no che dice NO al coman­do NATO: che posi­zio­ne pren­de su que­sto? L’Assemblea Gene­ra­le di Luc­ca si è dichia­ra­ta pub­bli­ca­men­te con­tra­ria, per fare un esem­pio che rite­nia­mo mol­to posi­ti­vo.

L’ARCI si dice diso­rien­ta­ta, non ci sarà for­mal­men­te, ma pun­ta ad esser un pon­te tra “chi andrà e chi reste­rà a casa”. Fran­ca­men­te non ci abbia­mo capi­to mol­to e spe­ria­mo al più pre­sto in una pre­sa di posi­zio­ne, e soprat­tut­to di distan­za, che sia anche in que­sto caso coe­ren­te con la sto­ria di paci­fi­smo e lot­ta per la cul­tu­ra e l’integrazione, valo­ri che sono all’antitesi di paro­le d’ordine bel­li­ci­ste come “o si fa l’Europa o si muo­re”.

Ognu­na di que­ste orga­niz­za­zio­ni riven­di­ca una Unio­ne euro­pea più impron­ta­ta al socia­le e al wel­fa­re.

Non c’è ingan­no più gros­so.

Non c’è modo più sba­glia­to di approc­ciar­si a que­sta fase sto­ri­ca.

L’idea di Unio­ne euro­pea impron­ta­ta al socia­le è pro­prio il mirag­gio che con­ti­nua a legit­ti­ma­re l’Unione euro­pea che non potrà mai esse­re qual­co­sa di diver­so da ciò vedia­mo.

L’Unione euro­pea nasce come pro­get­to impe­ria­li­sta.

Nasce sul­le mace­rie dei bom­bar­da­men­ti di Bel­gra­do, da sem­pre sostie­ne e appog­gia le poli­ti­che cri­mi­na­li del­la NATO.

Ha distrut­to ogni resi­duo del­le con­qui­ste ope­ra­ie del­le deca­di pas­sa­ti.

Oggi è arri­va­to il momen­to di veder­lo chia­ra­men­te e dir­lo.

Come sem­pre acca­de que­sta sarà solo la cin­ghia di tra­smis­sio­ne del­le scel­te pre­se in “alto” ver­so il “bas­so”.

Per que­sti moti­vi soste­nia­mo ideal­men­te tut­te quel­le sezio­ni, iscrit­ti, cate­go­rie, lavo­ra­to­ri e cit­ta­di­ni che fan­no par­te di CGIL, ANPI e ARCI che non voglio­no vede­re col­las­sa­re e fini­re nel­la ver­go­gna del­la Sto­ria le pro­prie orga­niz­za­zio­ni, li invi­tia­mo ad aggre­gar­si sem­pre più alla nostra lot­ta con­tro il coman­do NATO a cui già oggi in diver­si pren­do­no par­te, li invi­tia­mo a dare bat­ta­glia fino in fon­do per impe­di­re lo scem­pio del­la par­te­ci­pa­zio­ne alla mani­fe­sta­zio­ne bel­li­ci­sta del 15 mar­zo ete­ro­di­ret­ta da PD, Iv e Azio­ne e il resto dei poli­ti­can­ti guer­ra­fon­dai, a cac­cia­re quei diri­gen­ti che cer­ca­no di muo­ver­li come mas­sa di mano­vra al ser­vi­zio di NATO, UE, indu­stria bel­li­ca e rea­zio­na­ri di ogni gene­re.

Oggi dire NO alla guer­ra signi­fi­ca dire NO alla NATO, all’Unione euro­pea e agli USA!

 

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