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giovedì, 19 Settembre 2024

«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

[K. Marx]

La nostalgia dell’impero e dell’ideologia militar fascista?

Fino a pochi gior­ni fa alla gui­da dell’Istituto geo­gra­fi­co mili­ta­re sede­va il gene­ra­le Van­nac­ci poi rimos­so  e tra­sfe­ri­to ad altro inca­ri­co  dal mini­stro del­la Dife­sa che ha par­la­to di avvio di un prov­ve­di­men­to disci­pli­na­re riven­di­can­do al con­tem­po il dove­re eti­co e mora­le di non pro­ce­de­re con giu­di­zi som­ma­ri.

La sto­ria ha riem­pi­to i gior­na­li ago­sta­ni, cer­ta stam­pa di destra ha tra­sfor­ma­to il gene­ra­le in una sor­ta di vit­ti­ma del poli­ti­cal­ly cor­rect, di quel­la ege­mo­nia cul­tu­ra­le per­be­ni­sta che alber­ghe­reb­be a sini­stra con­ta­mi­nan­do il pen­sie­ro col­let­ti­vo, gra­zie a docen­ti ed intel­let­tua­li.  Rober­to Van­nac­ci ha  coman­da­to i sol­da­ti in Afgha­ni­stan e in Iraq  e alla gui­da dell’Istituto geo­gra­fi­co mili­ta­re a Firen­ze ha avvia­to inten­se col­la­bo­ra­zio­ni con le scuo­le di ogni ordi­ne e gra­do.

Non sono solo depre­ca­bi­li le opi­nio­ni di Van­nac­ci ma il fat­to che la abbia scrit­te in un libro e fino allo scan­da­lo  potes­se tene­re lezio­ni nel­le scuo­le.

Per il gene­ra­le gli omo­ses­sua­li ? “Nor­ma­li non lo sie­te, fate­ve­ne una ragio­ne” fino a una idea di socie­tà da ascri­ve­re nel clas­si­co pen­sie­ro del­la destra che dipin­ge mino­ran­ze pre­va­ri­ca­tri­ci con  “ discu­ti­bi­li rego­le di inclu­sio­ne e tol­le­ran­za ”. Non pote­va man­ca­re una diret­ta accu­sa a chi non vuo­le lavo­ra­re e si vivreb­be sul­le spal­le del­la comu­ni­tà, un pen­sie­ro costrui­to ad arte per giu­sti­fi­ca­re la can­cel­la­zio­ne del red­di­to di cit­ta­di­nan­za

La doman­da sen­za rispo­sta è un’al­tra ossia quan­to sia­no dif­fu­se e con­di­vi­se le idee del gene­ra­le nel mon­do del­le For­ze arma­te, non basta oggi stig­ma­tiz­za­re quel­le che ven­go­no defi­ni­te anche da espo­nen­ti del Gover­no come “far­ne­ti­ca­zio­ni” sen­za fare i con­ti con la real­tà.

Se que­ste sono le idee del Gene­ra­le non c’è da mera­vi­gliar­si che in Soma­lia 30 anni fa mili­ta­ri ita­lia­ni sia­no sta­ti accu­sa­ti e con­dan­na­ti per tor­tu­re ai pri­gio­nie­ri, la idea che gli afri­ca­ni sia­no infe­rio­ri agli euro­pei è sta­to il bro­do di cul­tu­ra che ha ali­men­ta­to il colo­nia­li­smo giu­sti­fi­can­do ster­mi­ni e stra­gi e occul­tan­do anche l’u­ti­liz­zo dei gas con­tro la iner­me popo­la­zio­ne civi­le. E quel­le pagi­ne di sto­ri­che han­no impie­ga­to decen­ni per emer­ge­re ma nel­l’ar­co di pochi anni fa sono sta­te pro­gres­si­va­men­te espul­se dai cir­cui­ti sco­la­sti­ci, dai libri di testo pro­prio per non tra­sfor­mar­le in dibat­ti­to pub­bli­co, in stru­men­ti di cono­scen­za e di denun­cia tan­to del colo­nia­li­smo quan­to del­la guer­ra.

Pas­sa­to e pre­sen­te sono da sem­pre col­le­ga­ti  e ste­reo­ti­pi, raz­zi­smi han­no domi­na­to l’im­ma­gi­na­rio col­let­ti­vo finen­do con il diven­ta­re la cul­tu­ra del­la pre­sun­ta supe­rio­ri­tà dei domi­nan­ti sui domi­na­ti. A tale sco­po la fal­sa idea del mite ita­lia­no di cui par­la anche E Gobet­ti nel suo ulti­mo libro, un atto di accu­sa al colo­nia­li­smo ita­lia­no e alla par­te­ci­pa­zio­ne atti­va di civi­li e mili­ta­ri a innu­me­re­vo­li stra­gi di inno­cen­ti.

Ecco per­ché le paro­le del Gene­ra­le non pos­so­no esse­re liqui­da­te come sem­pli­ci opi­nio­ni, non si trat­ta di liber­tà di paro­la, e a tal riguar­do suo­na­no sini­stre le paro­le di talu­ni gior­na­li­sti che invo­ca­no la Costi­tu­zio­ne ita­lia­na,  e quan­ti oggi mini­miz­za­no il sen­so di quei con­cet­ti o li rele­ga­no a sem­pli­ce opi­nio­ne sono in real­tà gli ere­di di chi nega­va fino agli anni set­tan­ta la natu­ra raz­zi­sta e cri­mi­na­le del colo­nia­li­smo ita­lia­no e oggi giu­sti­fi­ca la guer­ra in Ucrai­na dimen­ti­can­do­si dei bat­ta­glio­ni nazi­sti che ope­ra­no indi­stur­ba­ti a dife­sa del­la liber­tà dei popo­li.

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