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lunedì, 30 Dicembre 2024

«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

[K. Marx]

Marco Trasciani, Una resistenza popolare, Storia di “Bandiera rossa” a Roma

di Sil­vio Anto­ni­ni

Di fat­to, a vent’anni dal­la rie­di­zio­ne di Ban­die­ra ros­sa nel­la Resi­sten­za roma­na (Odra­dek, 2005), di Sil­ve­rio Cor­vi­sie­ri, la cui pri­ma edi­zio­ne data, signi­fi­ca­ti­va­men­te, 1968, per la, ugual­men­te signi­fi­ca­ti­va, casa edi­tri­ce Samo­nà e Savel­li, una nuo­va mono­gra­fia tor­na a trat­ta­re le vicen­de del Movi­men­to comu­ni­sta d’Italia – Ban­die­ra ros­sa. E a que­sto giro, la paro­la spet­ta a Mar­co Tra­scia­ni, roma­no, clas­se, 1958, spe­cia­liz­za­to in Filo­so­fia pra­ti­ca, con inte­res­si rela­zio­na­ti alla memo­ria sto­ri­ca, già cimen­ta­to­si nel­le fac­cen­de capi­to­li­ne del perio­do resi­sten­zia­le con il sag­gio “Lot­ta sen­za quar­tie­re”, I Socia­li­sti nel­la Resi­sten­za a Roma, 1943–1944 (Odra­dek, 2022).

Quan­do ci si appre­sta ad affron­ta­re la sto­ria di Ban­die­ra ros­sa, biso­gna innan­zi­tut­to riflet­te­re su un’indicativa cir­co­stan­za di tipo sto­rio­gra­fi­co: il Movi­men­to comu­ni­sta d’Italia (Mcd’I), noto per­lo­più con il nome del suo orga­no di stam­pa, è vis­su­to tra il 1943 e, gros­so­mo­do, il 1949, su per giù paral­le­la­men­te al Par­ti­to d’azione (l’accostamento non è fuor­vian­te). Un arco di tem­po cer­to bre­ve che, però, ha visto Ban­die­ra ros­sa come pri­ma for­ma­zio­ne poli­ti­ca del Lazio nel­la Lot­ta par­ti­gia­na, per atti­vi, feri­ti, inter­na­ti e cadu­ti. Cio­no­no­stan­te, a 75 anni dal­la sua scom­par­sa, per con­ta­re gli auto­ri che vi si sia­no espli­ci­ta­men­te cimen­ta­ti basta­no ed avan­za­no le dita d’una mano. Un fat­to che non può esse­re attri­bui­to al solo caso.

Come si è visto, la pri­ma mono­gra­fia sull’Mcd’I risa­le al 1968, ad una ven­ti­na di anni dal­la dis­so­lu­zio­ne, per una ricer­ca che gio­co­for­za deve aver pre­so spun­to dal cli­ma poli­ti­co e cul­tu­ra­le del­la Con­te­sta­zio­ne. L’autore è il gior­na­li­sta Sil­ve­rio Cor­vi­sie­ri, di orien­ta­men­to trotz­ki­sta, vici­no alla IV Inter­na­zio­na­le, e di lì a bre­ve tra i fon­da­to­ri e ani­ma­to­ri di Avan­guar­dia ope­ra­ia, infat­ti l’unico grup­po del­la Nuo­va sini­stra a mani­fe­sta­re espli­ci­ti rifa­ci­men­ti a Ban­die­ra ros­sa.

La cosa rima­ne lì. C’è il riflus­so, la fine del­la Pri­ma repub­bli­ca, quan­do riec­co il vis­su­to di Ban­die­ra ros­sa tor­na­re alla ribal­ta, con un cer­to cla­mo­re. L’iniziativa spet­ta ora ad un ricer­ca­to­re indi­pen­den­te ed edi­to­re di ori­gi­ni liber­ta­rie abi­tan­te del Biel­le­se, Rober­to Grem­mo. È il 1996 quan­do, con la sua casa edi­tri­ce, la Elf, Grem­mo pub­bli­ca due volu­mi: I Par­ti­gia­ni di Ban­die­ra ros­sa, il Movi­men­to comu­ni­sta d’Italia nel­la Resi­sten­za roma­na e I Comu­ni­sti di Ban­die­ra ros­sa, L’Opposizione rivo­lu­zio­na­ria del Movi­men­to comu­ni­sta d’Italia, 1944–1947. Seb­be­ne fos­se di mag­gio­re inte­res­se il secon­do volu­me, poi­ché si inol­tra nel perio­do del­la Rico­stru­zio­ne, descri­ven­do l’epilogo di Ban­die­ra ros­sa, men­tre Cor­vi­sie­ri si era fer­ma­to alla Libe­ra­zio­ne di Roma, è il pri­mo volu­me a desta­re scan­da­lo. Grem­mo difat­ti, con qual­che limi­te, alcu­ni erro­ri e cita­zio­ni biblio­gra­fi­che e archi­vi­sti­che vaghe, ripe­sca qui a pie­ne mani nel­la pole­mi­ca con­tro il Pci, segna­ta­men­te sul­la vicen­da dell’azione gap­pi­sta di via Rasel­la, in estre­ma sin­te­si – dice la tesi ripre­sa, bana­liz­zan­do – volu­ta o favo­ri­ta dal Par­ti­to attra­ver­so i Gap pro­prio per far fuo­ri il temu­to Mcd’I, su cui si sareb­be sca­te­na­ta mag­gior­men­te la rap­pre­sa­glia, con­tra­rio ad azio­ni di quel tipo. Sia­mo nel pie­no del­le pole­mi­che attor­no al caso Prie­b­ke, in cui il revi­sio­ni­smo stru­men­ta­le, che noto­ria­men­te, anco­ra, vede nel nes­so via Rasel­la – Ardea­ti­ne il suo prin­ci­pa­le per­no, navi­ga ormai a vele spie­ga­te. La stam­pa di destra non si lascia sfug­gi­re l’occasione di inter­vi­sta­re Grem­mo, così come Cor­vi­sie­ri, alla ricer­ca di infor­ma­zio­ni che potes­se­ro inchio­da­re i Gap alle loro respon­sa­bi­li­tà sul­le Ardea­ti­ne. L’opera di Grem­mo ave­va indub­bia­men­te fini­to per pre­sta­re il fian­co in tal sen­so, anche se, va comun­que scrit­to, non si met­te­va­no affat­to in discus­sio­ne le respon­sa­bi­li­tà nazi­fa­sci­ste del­la Stra­ge in sé. Ai due volu­mi avreb­be fat­to quin­di segui­to una sor­ta di mes­sa al ban­do. La pre­sen­ta­zio­ne del pri­mo, pur con la pre­sen­za di Orfeo Muc­ci, tra i prin­ci­pa­li espo­nen­ti di Ban­die­ra ros­sa, sareb­be sta­ta rifiu­ta­ta dal­lo stes­so Museo sto­ri­co del­la Libe­ra­zio­ne di Roma, in via Tas­so. A ciò si aggiun­ga­no le sin­go­la­ri scel­te poli­ti­che di Grem­mo, che, scor­gen­do­vi l’eco del fede­ra­li­smo liber­ta­rio, sareb­be addi­rit­tu­ra fini­to nel­la lega Nord, cer­to per poi uscir­ne, ali­men­tan­do comun­que, per for­za di cose, i sospet­ti su pos­si­bi­li fina­li­tà di pro­vo­ca­zio­ne. Ad ogni modo, Grem­mo avreb­be con­ti­nua­to a scri­ve­re libri man­te­nen­do in veste di auto­re le posi­zio­ni e le pas­sio­ni liber­ta­rie di sem­pre.

Negli anni suc­ces­si­vi alla ristam­pa del volu­me di Cor­vi­sie­ri, all’Mcd’I sareb­be sta­ta dedi­ca­ta una spo­ra­di­ca trat­ta­zio­ne, con qual­che arti­co­lo, qual­che ini­zia­ti­va pub­bli­ca riguar­dan­te sin­go­le bio­gra­fie e del­le mostre. A tal pro­po­si­to va segna­la­ta, negli anni recen­ti, l’iniziativa Fili­ber­to Sbar­del­la, La Ter­ra è di chi la col­ti­va, ad ope­ra di Pasqua­le Cici­rel­li e Clau­dio Gat­ti: una mostra dedi­ca­ta alla figu­ra dell’artista ed archi­tet­to, Com­bat­ten­te par­ti­gia­no in Ban­die­ra ros­sa, che van­ta ormai una con­si­de­re­vo­le mole di docu­men­ta­zio­ne, ana­lo­gi­ca e digi­ta­le, anche con­cer­nen­te la sto­ria dell’Mcd’I.

In ter­mi­ni di stu­di sto­ri­ci, si deve aggiun­ge­re la tesi di dot­to­ra­to di ricer­ca di David Bro­der del­la Lon­don school of eco­mo­mics, dispo­ni­bi­le in digi­ta­le con il tito­lo di Ban­die­ra ros­sa, Com­mu­nists in occu­pied Rome, 1943–44, anco­ra non tra­dot­ta e pub­bli­ca­ta in ita­lia­no.

Ecco per­ciò, al cre­pu­sco­lo del 2024, que­sta nuo­va mono­gra­fia, docu­men­ta­ta e di scor­re­vo­le let­tu­ra, inti­to­la­ta Una resi­sten­za popo­la­re, pro­ba­bil­men­te per evi­ta­re sovrap­po­si­zio­ni ed omo­ni­mie con il lavo­ro di Cor­vi­sie­ri, che trat­ta lo stes­so argo­men­to e, gros­so­mo­do, la stes­sa area geo­gra­fi­ca e lo stes­so arco cro­no­lo­gi­co. Dun­que, qua­le altra car­ne si met­te al fuo­co? Il nucleo prin­ci­pa­le del­la docu­men­ta­zio­ne archi­vi­sti­ca men­zio­na­ta è quel­lo del Ricom­part, il fon­do depo­si­ta­to all’Archivio cen­tra­le del­lo Sta­to e dedi­ca­to al rico­no­sci­men­to dei com­bat­ten­ti par­ti­gia­ni. Un sup­por­to che dà modo a Tra­scia­ni di inol­trar­si nel­la sto­ria fat­tua­le del­la Lot­ta par­ti­gia­na, a Roma e nel Lazio, con le rela­zio­ni in meri­to alle per­so­ne, ai fat­ti e alle atti­vi­tà del­le ban­de, e di resti­tuir­la. Il libro si sareb­be potu­to quin­di inti­to­la­re anche Ban­die­ra ros­sa nel­la Resi­sten­za del Lazio, attra­ver­so il Ricom­part, 1943–44, con il rischio però di suo­na­re trop­po crip­ti­co e di non faci­le com­pren­sio­ne. Figu­ra­no comun­que altre car­te dell’Archivio cen­tra­le, affe­ren­ti il Casel­la­rio poli­ti­co cen­tra­le e la Dire­zio­ne gene­ra­le di poli­zia, non­ché l’Archivio Cor­vi­sie­ri, depo­si­ta­to al Museo sto­ri­co del­la Libe­ra­zio­ne di Roma, di cui ven­go­no ripro­dot­ti alcu­ni pez­zi, ine­di­ti. Accan­to a que­sti gran­di com­ples­si docu­men­ta­li c’è la biblio­gra­fia cano­ni­ca sul­la Resi­sten­za capi­to­li­na e, per l’appendice, le foto pro­prio dal­la Mostra su Fili­ber­to Sbar­del­la.

In ter­mi­ni di novi­tà sul pia­no sto­rio­gra­fi­co, non essen­do ora nel vivo del­le pole­mi­che che, comun­que, se si pen­sa giu­sto al nes­so via Rasel­la – Ardea­ti­ne, pro­ba­bil­men­te esi­ste­ran­no fin­ché vi sarà memo­ria d’uomo, l’Autore può affron­ta­re sine ira et stu­dio deter­mi­na­ti aspet­ti del perio­do rico­strui­to. Emer­go­no, o si con­fer­ma­no, dei dati, al net­to di quan­to scrit­to sopra, incon­fu­ta­bi­li. L’Mcd’I si è dimo­stra­to il par­ti­to con mag­gio­ri capa­ci­tà di orga­niz­za­zio­ne ed atti­va­zio­ne del­le mas­se nel­le bor­ga­te, lad­do­ve il Pci non era riu­sci­to ad inqua­dra­re un vero e pro­prio segui­to, poten­do con­ta­re sull’eroismo dei pro­pri Gap, gio­va­ni intel­let­tua­li per­lo­più d’estrazione bor­ghe­se. L’Mcd’I, seb­be­ne in linea di prin­ci­pio coe­ren­te con il leni­ni­smo, restò un’organizzazione ete­ro­ge­nea che rac­co­glie­va più sen­si­bi­li­tà e posi­zio­ni poli­ti­che, fat­ta sal­va cer­to la pre­giu­di­zia­le anti­di­na­sti­ca. Sono pri­ve di fon­da­men­to sto­rio­gra­fi­co tut­te le tesi che attri­bui­sca­no all’azione gap­pi­sta di via Rasel­la altro fine oltre a quel­lo di col­pi­re l’occupante nazi­fa­sci­sta. Ciò non toglie che Ban­die­ra ros­sa inten­des­se adot­ta­re, al momen­to, un’altra stra­te­gia, più fina­liz­za­ta ad orga­niz­za­re e lan­cia­re l’insurrezione a Roma che a col­pi­re cla­mo­ro­sa­men­te l’occupante.

Come già scrit­to, in ambi­to tem­po­ra­le, anche qui ci si fer­ma alla Libe­ra­zio­ne di Roma. Tra­scia­ni potreb­be pen­sa­re ad un secon­do volu­me per trat­ta­re, come fino­ra ha fat­to solo Grem­mo, il perio­do suc­ces­si­vo, con la dis­so­lu­zio­ne dell’organizzazione ed i desti­ni dei pro­ta­go­ni­sti che si divi­do­no. Anche gli esi­ti di que­sta sto­ria sono di asso­lu­to inte­res­se.

Mar­co Tra­scia­ni, Una resi­sten­za popo­la­re, Sto­ria di “Ban­die­ra ros­sa” a Roma
Roma, Odra­dek, 2024, pp. 234, € 20.00

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