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sabato, 5 Ottobre 2024

«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

[K. Marx]

Come gli algoritmi trasformano il mondo del lavoro

Sem­pre più per­so­ne lavo­ra­no per gli algo­rit­mi e, nel far­lo, per­do­no dirit­ti. Nel­la Ue se ne cal­co­la­no 28 milio­ni che lavo­ra­no su piat­ta­for­ma. La pro­po­sta di Diret­ti­va Ue li tra­sfor­me­reb­be in subor­di­na­ti. Ma non c’è via d’uscita dal­lo sfrut­ta­men­to sen­za l’organizzazione del con­flit­to.

Come vi sen­ti­re­ste a lavo­ra­re per un algo­rit­mo? Alcu­ni di noi lo fan­no già, alme­no in par­te. Oggi i gior­na­li­sti non si occu­pa­no solo di fact-chec­king ma anche di “otti­miz­za­zio­ne per i moto­ri di ricer­ca”, ovve­ro di ren­de­re visi­bi­li le sto­rie sul­la vostra App pre­fe­ri­ta.

Inol­tre le azien­de uti­liz­za­no sem­pre più spes­so l’analisi dei dati per deci­de­re di assun­zio­ni e licen­zia­men­to. Il che sug­ge­ri­sce che, se si vuo­le dav­ve­ro fare car­rie­ra, non biso­gna cer­ca­re di impres­sio­na­re il pro­prio mana­ger, ma piut­to­sto lo stru­men­to di misu­ra­zio­ne del­le pre­sta­zio­ni.

Per un nume­ro cre­scen­te di lavo­ra­to­ri que­sta è già una real­tà. Si sti­ma che nell’UE vi sia­no alme­no 28 milio­ni di lavo­ra­to­ri di piat­ta­for­ma, for­mal­men­te auto­no­mi ma con­trol­la­ti da un soft­ware algo­rit­mi­co. Tra que­sti ci sono i tas­si­sti, che una vol­ta lavo­ra­va­no per un’azienda ma ora fan­no capo a un’App, e i cor­rie­ri per la con­se­gna di gene­ri ali­men­ta­ri che, allo stes­so modo, non han­no un mana­ger uma­no, né tan­to­me­no godo­no di dirit­ti del lavo­ro che spet­te­reb­be­ro ai lavo­ra­to­ri subor­di­na­ti.

Mol­ti altri set­to­ri lavo­ra­ti­vi sono pron­ti per esse­re rile­va­ti da Deli­ve­roo o Uber. Non è del tut­to irrea­li­sti­co imma­gi­na­re che un gior­no i gior­na­li­sti lavo­re­ran­no per i social media e rice­ve­ran­no micro­pa­ga­men­ti per i clic dei let­to­ri, assu­men­do­si anche la respon­sa­bi­li­tà indi­vi­dua­le di azio­ni lega­li e altro con­tro di loro.

Quin­di, se pen­sa­te che ciò che sta acca­den­do nel­la “gige­co­no­my” non abbia nul­la a che fare con voi, vi sba­glia­te.

Due set­ti­ma­ne fa i mini­stri del lavo­ro dell’UE han­no tro­va­to un accor­do per espri­me­re una posi­zio­ne comu­ne sul­la Diret­ti­va euro­pea sul lavo­ro di piat­ta­for­ma, testo legi­sla­ti­vo chia­ve per il futu­ro di mol­ti lavo­ra­to­ri e dei loro dirit­ti in Euro­pa. Per que­sto moti­vo, si teme che la ver­sio­ne fina­le sarà con­si­de­re­vol­men­te annac­qua­ta dall’intensa atti­vi­tà di lob­by­ing del­le Big tech. Una que­stio­ne su tut­te: com­bat­te­re sul­la “pre­sun­zio­ne di subor­di­na­zio­ne”, ponen­do l’onere del­la pro­va sul­le piat­ta­for­me, che così sareb­be­ro costret­te a dimo­stra­re che le per­so­ne che uti­liz­za­no non sono loro dipen­den­ti, ma col­la­bo­ra­to­ri.

Le piat­ta­for­me affer­ma­no, infat­ti, di ope­ra­re solo come data-base attra­ver­so il qua­le far incon­tra­re doman­da e offer­ta. Sono in gra­do di man­te­ne­re uno stret­to con­trol­lo sui loro uten­ti, pur pre­sen­tan­do que­sti lavo­ra­to­ri come auto­no­mi, sen­za alcun rap­por­to di dipen­den­za for­ma­le e, quin­di, anche sen­za le tute­le di salu­te e sicu­rez­za, i dirit­ti a vari tipi di ferie retri­bui­te e i dirit­ti ai con­tri­bu­ti dei dato­ri di lavo­ro per le pen­sio­ni e le assi­cu­ra­zio­ni socia­li.

Si pren­da ad esem­pio il set­to­re del food deli­ve­ry. Negli ulti­mi due anni, ho con­dot­to uno stu­dio (clic­ca qui per leg­ger­lo) sul­la con­di­zio­ne di lavo­ro dei cor­rie­ri del­la con­se­gna di cibo in Irlan­da e in Ita­lia, dove ho indi­vi­dua­to cri­ti­ci­tà non solo riguar­dan­ti le for­me di sfrut­ta­men­to sel­vag­gio ma anche l’inefficienza algo­rit­mi­ca.

Men­tre alcu­ni lavo­ra­to­ri sem­bra­no più con­ten­ti di ave­re come capo un “algo­rit­mo”, per­ché in que­sto modo non devo­no inte­ra­gi­re con un mana­ger in car­ne ed ossa spes­so sof­fo­can­te e raz­zi­sta, l’assenza di un super­vi­so­re uma­no ren­de dif­fi­ci­le la pos­si­bi­li­tà di sol­le­va­re (e risol­ve­re) i pro­ble­mi che emer­go­no quo­ti­dia­na­men­te sul posto di lavo­ro. Ad esem­pio, un gros­so pro­ble­ma a Dubli­no era, ed è, la sicu­rez­za sul­le stra­de. Mol­ti di que­sti lavo­ra­to­ri, per lo più immi­gra­ti del Sud Ame­ri­ca, non vole­va­no anda­re in cer­te zone dove c’erano sta­te aggres­sio­ni da par­te di ban­de di gio­va­ni loca­li duran­te il perio­do dei loc­k­do­wn del­la pan­de­mia Covid. Però l’algoritmo non era a cono­scen­za di que­sti pro­ble­mi. Ci sono volu­te una serie di mani­fe­sta­zio­ni da par­te dei cor­rie­ri per far capi­re all’azienda il moti­vo del loro rifiu­to di pren­de­re gli ordi­ni in alcu­ne zone del­la cit­tà. Que­sta situa­zio­ne costi­tui­sce chia­ra­men­te una debo­lez­za del­le piat­ta­for­me dal pun­to di vista del­la gestio­ne del­la for­za lavo­ro. Para­dos­sal­men­te le piat­ta­for­me non sono in gra­do di affron­ta­re facil­men­te ed effi­ca­ce­men­te l’insoddisfazione dei lavo­ra­to­ri.

Tut­ta­via, la nostra pre­oc­cu­pa­zio­ne prin­ci­pa­le quan­do par­lia­mo di lavo­ro di piat­ta­for­ma non è l’efficienza dell’azienda, quan­to piut­to­sto la nega­zio­ne dei dirit­ti dei lavo­ra­to­ri. Una pre­oc­cu­pa­zio­ne par­ti­co­la­re in Irlan­da (ma pure in Ita­lia, si veda­no varie recen­ti inchie­ste giu­di­zia­rie) è il subaf­fit­to degli account del­le piat­ta­for­me a migran­ti pri­vi di docu­men­ti: mol­ti di que­sti pren­do­no in affit­to account di altri cor­rie­ri (che inve­ce sono for­mal­men­te tito­la­ti a lavo­ra­re) e lavo­ra­no con quel­li. Que­sto mer­ca­to degli account pro­vo­ca l’incremento e pro­li­fe­ra­zio­ne di una for­za lavo­ro com­ple­ta­men­te invi­si­bi­le e mol­to debo­le, che non è in gra­do o non vuo­le mobi­li­tar­si per­ché non può lamen­tar­si del­le con­di­zio­ni di lavo­ro.

L’emergere del­la gige­co­no­my richie­de, quin­di, nuo­vi meto­di di orga­niz­za­zio­ne dei lavo­ra­to­ri per­ché la sin­da­ca­liz­za­zio­ne tra­di­zio­na­le non sem­bra sem­pre esse­re effi­ca­ce. La mag­gior par­te di que­sti lavo­ra­to­ri sono, infat­ti, migran­ti – una buo­na par­te anche sen­za docu­men­ti – impie­ga­ti sen­za alcun rap­por­to di lavo­ro for­ma­le o stan­dard. Quan­do i sin­da­ca­li­sti del Pae­se ospi­tan­te si rivol­go­no a loro per chie­de­re di diven­ta­re mem­bri del loro sin­da­ca­to, com­pren­si­bil­men­te que­sti lavo­ra­to­ri appa­io­no mol­to dif­fi­den­ti, se non osti­li. “Chi è que­sto uomo, soli­ta­men­te bian­co, che mi chie­de di paga­re 50 euro per la tes­se­ra di un’organizzazione di cui non cono­sco l’utilità?”. Per di più, mol­ti di loro han­no per­si­no pau­ra dei sin­da­ca­ti, per­ché cre­do­no che con l’intervento dei sin­da­ca­ti – e il loro obiet­ti­vo di rego­la­riz­za­re la gige­co­no­my – potreb­be­ro per­de­re il loro lavo­ro di cor­rie­ri, che per loro è al momen­to l’unica fon­te di soprav­vi­ven­za.

Det­to que­sto, non sto soste­nen­do che la solu­zio­ne sia lascia­re le cose come stan­no ora. Al con­tra­rio: cre­do che que­sto set­to­re pos­sa esse­re orga­niz­za­to solo se i sin­da­ca­ti tra­di­zio­na­li scel­go­no di usci­re dal­la loro com­fort zone e cer­ca­no di esplo­ra­re nuo­vi meto­di di lot­ta e sin­da­ca­liz­za­zio­ne.

Cosa fareb­be, ad esem­pio, Marx del­la gige­co­no­my?

Orga­niz­ze­reb­be i lavo­ra­to­ri del­la gige­co­no­my con­tro il capi­ta­le del­le piat­ta­for­me e com­bat­te­reb­be la gestio­ne algo­rit­mi­ca. Oggi ci sono trop­pi com­men­ta­to­ri che esi­bi­sco­no un inge­nuo approc­cio e cre­do­no che gra­zie all’innovazione tec­no­lo­gi­ca supe­re­re­mo il capi­ta­li­smo. Que­sti ana­li­sti sosten­go­no che lo svi­lup­po del­la tec­no­lo­gia ci libe­re­rà dal­la neces­si­tà di lavo­ra­re e que­sto ci por­te­rà a una socie­tà dell’abbondanza in cui ognu­no potrà vive­re per­se­guen­do i pro­pri talen­ti e hob­by.

Nul­la di più sba­glia­to! Pur­trop­po, o per for­tu­na, non c’è via d’uscita dal capi­ta­li­smo sen­za con­flit­to e lot­ta di clas­se. Per­ché? Per­ché la tec­no­lo­gia stes­sa non è neu­tra­le. La tec­no­lo­gia è incor­po­ra­ta nei rap­por­ti di pote­re spe­ci­fi­ci del­la socie­tà in cui vivia­mo. Quin­di se c’è un rap­por­to di pote­re spe­ci­fi­co in un cer­to momen­to, que­sto influen­ze­rà anche il modo in cui ven­go­no inven­ta­te e imple­men­ta­te le inno­va­zio­ni.

Le piat­ta­for­me pro­get­ta­no i soft­ware algo­rit­mi­ci per aumen­ta­re sem­pre più la par­te non retri­bui­ta del tem­po di lavo­ro. Nel caso del­le piat­ta­for­me del food deli­ve­ry, que­sto signi­fi­ca che i cor­rie­ri non ven­go­no paga­ti duran­te l’attesa tra una con­se­gna e l’altra, anche se sono onli­ne e que­sto gene­ra un bene­fi­cio net­to per la piat­ta­for­ma in ter­mi­ni di incre­men­to di visi­bi­li­tà e pote­re di mer­ca­to.

Il tas­so di sin­da­ca­liz­za­zio­ne nel mon­do è in decli­no. Anche la capa­ci­tà orga­niz­za­ti­va dei lavo­ra­to­ri è in decli­no. Quin­di per­ché il futu­ro dovreb­be esse­re roseo per que­sti lavo­ra­to­ri? Chiun­que lo pen­si cre­do che abbia una visio­ne piut­to­sto naif del­la real­tà socia­le.

Que­ste visio­ni uto­pi­sti­che del futu­ro del lavo­ro pre­sup­pon­go­no che il lavo­ro non sia, alla fine, una com­po­nen­te essen­zia­le del­la nostra socie­tà. In real­tà la tec­no­lo­gia “masche­ra” solo il ruo­lo del­la for­za lavo­ro viven­te: i com­pu­ter aumen­ta­no la pro­dut­ti­vi­tà, ma gli esse­ri uma­ni sono anco­ra il moto­re del nostro siste­ma eco­no­mi­co, spes­so attra­ver­so un lavo­ro non retri­bui­to o mal retri­bui­to.

La for­za lavo­ro uma­na è cen­tra­le. Non sarà mai emar­gi­na­ta. È anco­ra e sarà sem­pre la fon­te di orga­niz­za­zio­ne del­la pro­du­zio­ne capi­ta­li­sti­ca e que­sto, a mio avvi­so, è un tema chia­ve che dovreb­be esse­re mes­so al cen­tro di tut­te le discus­sio­ni sull’innovazione e sul­la tec­no­lo­gia del­le piat­ta­for­me.

Que­sto arti­co­lo è una tra­du­zio­ne ita­lia­na e signi­fi­ca­ti­va rivi­si­ta­zio­ne di una inter­vi­sta che l’autore ha rila­scia­to gio­ve­dì 22 giu­gno all’Irish Times con­dot­ta dal gior­na­li­sta irlan­de­se Joe Hum­ph­reys.

Que­sta set­ti­ma­na, da gio­ve­dì 29 giu­gno a saba­to 1 luglio, ter­re­mo una con­fe­ren­za inter­na­zio­na­le “Gover­nan­ce by Num­bers and its Discon­ten­ts” (https://www.erc- europeanunions.eu/workshop-governance-by-numbers-and-its-discontents/), pres­so la UCD Quinn School of Busi­ness di Dubli­no, dove discu­te­re­mo di tut­to que­sto con vari tra i più impor­tan­ti stu­dio­si mon­dia­li di que­sti temi.

Loren­zo Cini — 30 Giu­gno 2023

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