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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

(K. Marx)

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70 anni di Nato: un sistema da contrastare. Intervista

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Il sistema di guerra USA/NATO conduce noi tutti/e a vivere in situazioni sempre più pericolose sotto la costante minaccia nucleare. In occasione del 70 anniversario dalla sua nascita (il 4 Aprile) proviamo a confutare il fuorviante slogan “la Nato ha assicurato 70 anni di pace”. Ne abbiamo parlato con Federico Giusti della redazione di Lotta Continua e tra gli animatori del comitato No Camp Darby

D. La Nato è stata portatrice di pace e prosperità?

Sotto la pressione Usa, gli alleati europei e il Canada hanno aumentato la loro spesa militare di 87 miliardi di dollari rispetto al 2014. Eppure il presidente Trump non è ancora contento e accusa gli alleati di spendere poco per la Nato e le spese militari.

Tutti i paesi Nato stanno aumentando la spesa militare, l'obiettivo comune è quantificare la spesa militare al 2% del Pil, erano 3 i paesi nel 2014  a questo livello di spesa ma in 4 anni sono diventati 8 , la spesa militare è in continua crescita, ricordiamo che Canada e i paesi europei la accresceranno di circa 266 miliardi di dollari, insomma senza timore di smentita le spese di guerra aumentano ogni giorno, pensiamo alla Germania che dal 2014 al 2024 aumenterà le spese dell'80% e l'Italia stessa che passa da 70 milioni di euro di spesa al giorno a 100. Pace? In Europa 20 anni fa c'è stata la guerra nei Balcani, migliaia di morti, paesi smembrati, riscritti i confini per consentire la libera circolazione delle merci e dei corridoi, il paese che rifiutava il diktat ridotto ad un cumulo di macerie, il suo territorio contaminato dalle bombe all'uranio impoverito, falde acquifere contaminate per decenni e forse secoli. I paesi filo Nato sono gli stessi che hanno sdoganato i nazi fascisti, alcuni collaborazionisti di Hitler sono stati perfino beatificati dal Papa Polacco, la storia riscritta in nome del giustificazionismo storico. I padri della nazione croata sono gli ustascia e non la Resistenza al nazi fascismo in una nazione, quella Jugoslava che ha pagato un tributo altissimo in termini di vite umane nella lotta alla Germania di Hitler. Il militarismo e l'alleanza con la Nato occulta anche queste forme di revisionismo storico, poi in tempi più recenti potremmo parlare dei mujaheddin, letteralmente combattenti per la guerra santa, alleati degli Usa in funzione anti-comunista e antisovietica e presto divenuti l'ossatura delle milizie Isis.

Allora è bene parlare della Nato in termini storicamente oggettivi, delle cause e conseguenze delle tante guerre Nato e Usa nel mondo senza tacere il ruolo nevralgico delle basi militari in territorio europeo da dove partono rifornimenti di armi e caccia militari. Quanti sono le guerre cosiddette umanitarie e quanti morti hanno provocato? Partiamo da questi elementi prima di parlare a sproposito della Nato cedendo alla vulgata dei decenni all'insegna della pace, la prosperità poi è delle multinazionali che lucrano sulla guerra, dei paesi che guadagnano dallo sfruttamento selvaggio delle risorse energetiche dei paesi piegati al volere Nato e Usa. Ma alle popolazioni di quei paesi, alle stragi di civili e innocenti chi pensa?

D. Il Pci tra gli anni Settanta e Ottanta si è detto favorevole alla Nato, si sentivano più sicuri sotto “l’ombrello della Nato”?

Quella decisione fu presa negli anni del compromesso storico, anni nei quali i salari e le pensioni venivano scollegate da ogni recupero del potere di acquisto, allora adesione alla Nato, compromesso storico e politica dei sacrifici vanno analizzati dentro quel contesto storico e soprattutto bisogna cogliere le conseguenze di quelle decisioni su quanto accade oggi nel nostro paese. Chi cede sulla guerra cederà prima o poi, ammesso che non l'abbia già fatto, sui salari, sulle pensioni, sull'ambiente e su innumerevoli altre questioni, la storia insegna questo e non altro.

D. Oggi nessuno mette più in discussione la Nato?

Nei mesi scorsi siamo partiti con tante mobilitazioni contro la Nato, le spese militari, il potenziamento delle basi Usa e Nato come quella di Camp Darby. Ma da qui a costruire un movimento contro la guerra e la militarizzazione corre grande differenza, le iniziative ci sono state nel momento in cui esistevano scadenze elettorali e numerosi gruppi si mobilitavano, mentre nei mesi successivi gli stessi si sono letteralmente disimpegnati. Opporsi contro la Nato significa costruire movimenti di massa nei territori contro la presenza delle basi militari e questo in Toscana non siamo riusciti a farlo se non in maniera sporadica, in altre Regioni è stato possibile per svariati motivi, storici, economici ma forse anche per l'impegno costante profuso da realtà organizzate. Secondo me è ridicolo parlare di antimperialismo e poi non riuscire neppure a costruire una opposizione sui territori contro il militarismo e l'imperialismo, si finisce nel ginepraio della sinistra imponente che si cela dietro all'ideologia non sapendo agire nella pratica quotidiana. Di sicuro ci sono realtà di movimento che scendono in piazza per i Kurdi ma non lo fanno contro la Nato, per noi non esisterebbero contraddizioni, si deve fare l'uno e l'altro ma forse siamo i soli a pensarla in questo modo. Ci piacerebbe sapere perché molte realtà antagoniste non hanno mosso un dito contro la Nato e la militarizzazione dei territori. Di sicuro, oggi, avversare la Nato non è facile perché le guerre non riguardano i nostri territori ma indirettamente riguardano il nostro paese; quanto accade in Libia è strettamente connesso con gli interessi economici delle multinazionali Italiane, se non credete a noi leggetevi il sito della rivista di geopolitica Limes. Quello che manca è una posizione di classe che sappia unire le istanze sociali, salariali alle tematiche antimperialiste e antimilitariste, quanti si muovono in questa ottica sono una minoranza. Da parte nostra felici di stare in minoranza ma anche grande disappunto nel vedere queste tematiche non più al centro della iniziativa sindacale, politica e sociale, demandate a qualche studioso o a rari esempi di giornalismo di inchiesta, oppure pensare che le campagne antimperialiste si possono costruire solo con adesioni individuali e petizioni.  Questo 70simo anniversario è decisamente sottotono, dibattiti al chiuso, convegni, piccoli presidi, nessuna manifestazione di massa, nessuna presenza alle basi militari Usa e Nato. È la fotografia della debolezza del movimento contro la guerra

 

Oddio si sono ristrette le madamine
Pensioni da fame, salari da fame e vita agra

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