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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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A cosa serve il decreto sicurezza bis?

repressione

Il decreto sicurezza Bis alla fine è stato approvato, un decreto utile a perseverare nella scellerata scelta securitaria.

La giustificazione addotta dal Ministro Salvini è quella di non potere rinunciare all'ennesima legge se vogliamo accogliere le richieste dei cittadini di ordine e sicurezza ma ben altre richieste, sempre dei cittadini, restano inascoltate.

Non ci risulta che stiamo aumentando i salari o le pensioni dei lavoratori e delle lavoratrici italiani, non abbassano le tasse universitarie, non riducono la pressione fiscale sui redditi da lavoro inferiori ai 35 mila euro lordi, soglia sotto la quale si trova una cospicua, direi maggioritaria, parte della forza lavoro attiva. Allo stesso tempo non si investe nella sanità, magari per abbattere le lunghe attese per analisi, visite e prestazioni, anzi la sanità rischia di essere l'agnello sacrificale della prossima manovra di Bilancio insistentemente richiesta da Bruxelles.

Vediamo allora i reali motivi per i quali il Salvini bis è stato approvato in fretta e furia dando priorità a questo decreto rispetto a ben altre urgenze.

Partiamo dalla premessa ove leggiamo  della “straordinaria necessità e urgenza di prevedere misure volte a contrastare prassi elusive della normativa internazionale e delle disposizioni in materia di ordine e sicurezza pubblica, attribuite dall’ordinamento vigente al Ministro dell’interno quale Autorità nazionale di pubblica sicurezza;  e della straordinaria necessità ed urgenza di rafforzare le norme a garanzia del regolare e pacifico svolgimento di manifestazioni in luogo pubblico e aperto al pubblico”.

In Italia ogni stagione politica, chi più chi meno in base ai contesti storici, ha fatto ricorso a leggi eccezionali e straordinarie, dopo tanti anni ci chiediamo cosa resti del diritto con tante leggi che, in nome di ragioni eccezionali e straordinarie, hanno inasprito pene e sospeso alcune libertà democratiche.

La società eredita da 40 anni di leggi emergenziali è forse più equa, ordinata e pacifica? Risposta negativa, sono cresciute le disuguaglianze, i piccoli reati diminuiscono ma restano i fenomeni corruttivi (e con lo Sblocca cantieri sono in molti a parlare di nuovi e concreti rischi in materia di legalità), eppure si continuano ad emanare leggi come se il nostro paese fosse sull'orlo di una guerra civile.

Poi leggiamo notizie facilmente confutabili dalla semplice lettura della cronaca locale, per esempio legare il Salvini bis alla attuazione degli strumenti di contrasto dei fenomeni di violenza in occasione delle manifestazioni sportive, nel più ampio quadro delle attività di prevenzione dei rischi per l’ordine e l’incolumità pubblica. 

Eppure basterebbe leggere i dati del Viminale per capire che questi fenomeni sono in costante diminuzione mentre invece cresce la infiltrazione di gruppi di estrema destra nelle curve con il consueto corollario razzista e xenofobo.

Il Salvini bis allora a cosa serve? A colpire le azioni solidali con i migranti, a inasprire le pene per reati di piazza e per penalizzare il dissenso sociale inasprendo le misure di carcerazione speciale per i reati associativi comminando pene infinitamente superiori a quelle previste dal codice penale. E poi alcuni reati depenalizzati tornano ad essere puniti con particolare ferocia, le norme in materia di immigrazione diventano tali da far passare le azioni solidali come reati di favoreggiamento della immigrazione clandestina, per scoraggiare ad esempio la presenza di barche per il soccorso di migranti (in acque internazionali ove operano per salvare le vite). Ecco spiegata la finalità del Salvini bis che con la sicurezza dei cittadini poco o nulla ha da spartire.

Federico Giusti – Pisa

 

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