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Basta vittimismo? Se il nostro è vittimismo… lettera di una studentessa.

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Basta vittimismo? Se il nostro è vittimismo… lettera di una studentessa in risposta a un noto giornalista.

Dopo la presa di posizione di un noto giornalista che accusa di vittimismo gli studenti accampati davanti alle facoltà universitarie per protestare contro il caro affitti, pubblichiamo una lettera di Fabiola, studentessa universitaria dell'Ateneo di Pisa.

Buongiorno, mi chiamo Fabiola, ho 23 anni e frequento una facoltà scientifica dell'Ateneo di Pisa. Vengo dalla Lucania, frequento il quarto anno e tra poco terminerò gli esami del terzo anno.

I miei genitori lavorano, in casa entrano, posso esibire il Cud, meno di 50 mila euro all'anno. Siamo tre figli, due studiamo fuori un terzo invece va alle superiori.

Pago 350 euro di affitto che con le spese diventano 420\30 euro, pur risparmiando su tutto per il mio mantenimento all'università la famiglia spende più di 700 euro al mese, mi inviano da casa i pacchi viveri per risparmiare, vado al cinema una volta a settimana quando il biglietto è scontato, vado in giro con un paio di jeans e un giubbotto, calzo ai piedi scarpe da 50 euro e faccio la lavatrice a casa e, quando esco, vado a mensa o al massimo a prendere un aperitivo dove costa meno.

Ho letto della protesta di alcuni studenti e studentesse contro il caro affitti e la trovo giusta perché dal prossimo anno pagherò 50 euro al mese in più dovendo avvicinarmi alla facoltà per frequentare tutti i corsi senza affanno e corse in bicicletta perché la frequenza diventa obbligatoria (è la terza bici che compro dopo avere subito due furti).

La condizione di vita di noi studentesse fuori sede è veramente precaria, devi andare al discount dove i generi alimentari costano meno e farmi 20 minuti di bicicletta con lo zaino, i libri e le dispense costano sempre di più, ci sono attività collegate ai corsi che hanno un costo e anche le rare cene del corso diventano un ostacolo insormontabile. Ho fatto richiesta del posto letto ma invano, nelle residenze i posti disponibili sono veramente pochi e del tutto insufficienti a fronte delle richieste.

Trovo disgustoso, perdonatemi il tono, che un giornalista ci consideri dei giovani piagnucolosi e isterici, lo dico io, perché noi vogliamo solo studiare e beneficiare di servizi a costi accessibili. Ci parlano di merito ma siamo davanti a una società basata sul censo, questa è la vera essenza della meritocrazia. Il mio ragazzo viene da famiglia alto borghese, può permettersi di frequentare corsi a pagamento e acquisire titoli che un giorno potranno avere un grande peso sul suo curriculum. Io quei corsi non me li posso permettere eppure un domani saranno determinanti e magari lo preferiranno a uno studente di pari età e con gli stessi voti universitari.

Molte colleghe vivono in 2 o tre in una stanza e pagano circa 250 euro, una stanza alla fine viene a costare 750 euro se è grande ma in quella stanza sono in troppi per studiare insieme a dei colleghi e quindi si va in facoltà tornando a casa solo per dormire o mangiare. Se questa vi sembra una situazione dignitosa a me pare invece la fotografia di un paese che non sa tutelare i propri giovani. Mio fratello lavora il fine settimana in un ristorante (ha fatto l'alberghiero), ovviamente al nero, la mia famiglia non può permettersi di mantenere in toto due figli agli studi. Mio fratello guadagna 400 euro al mese lavorando non meno di 22 ore a settimana (quando va bene, mance incluse) e i miei da quest'anno gli mandano solo 250 euro al mese. 

Facciamo allora due conti? Sono circa 1000 euro al mese per due figli universitari a fronte di due stipendi che non arrivano a 3 mila euro al mese, ci sono 600 euro del mutuo e 150 per le rate della loro macchina utilitaria. Quanto resta?  Circa 1700 euro per tre persone, mia madre deve pagare l'abbonamento del treno per andare al lavoro e il biglietto del bus, ne restano meno di 1500 dai quali togliere le bollette, i pacchi alimentari per i figli fuori sede, la spesa, le bollette...

Se avessimo due posti letto nelle residenze universitarie, anche pagando 200 euro a testa, i miei genitori non sarebbero costretti a tagliare su ogni spesa, a fare i sacrifici, a rinviare le cure mediche all'anno successivo, stessa cosa vale per la manutenzione della casa lasciataci dai nonni.

Se il nostro è vittimismo, chi sono allora le vittime di questa situazione paradossale?

Sono le giovani generazioni che magari lasciano gli studi per tornare a casa arrabattandosi dietro a mille impieghi mal pagati e rinunciando ai loro sogni come finire gli studi e costruirsi un futuro migliore, una esistenza dignitosa. Siamo le vittime e non i protagonisti di un vittimismo che qualche giornalista ci imputa perché magari non ha mai fatto i conti con una condizione di vita all'insegna della precarietà.

Grazie della attenzione, Fabiola

A cura della redazione pisana di Lotta Continua

Da: https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com  

 

Qualche noterella sul salario minimo
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