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sabato, 5 Ottobre 2024

«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

[K. Marx]

Stop ai progetti di morte. No alla base militare a Pisa e Pontedera!

La noti­zia del­lo spac­chet­ta­men­to di una nuo­va base mili­ta­re, ini­zial­men­te pre­vi­sta a Col­ta­no, tra Pisa e Pon­te­de­ra scuo­te la Tosca­na, a poco più di un anno del­la sco­per­ta del pro­get­to che era sta­to tenu­to segre­to dal­le isti­tu­zio­ni nazio­na­li, regio­na­li e loca­li. Dopo le pote­ste e la nasci­ta del movi­men­to No Base, che il 2 giu­gno del 2022 ave­va por­ta­to in stra­da die­ci­mi­la per­so­ne per oppor­si all’ennesima cemen­ti­fi­ca­zio­ne del ter­ri­to­rio per sco­pi mili­ta­ri, il pia­no per la base a Col­ta­no, nel ter­ri­to­rio del par­co natu­ra­le di San Ros­so­re, era sta­to accan­to­na­to in favo­re di un suo spez­zet­ta­men­to.

È così che Gover­no, Regio­ne, Pro­vin­cia, Comu­ne e Ente Par­co han­no lavo­ra­to in asso­lu­to silen­zio fino al lapi­da­rio comu­ni­ca­to del tavo­lo inte­ri­sti­tu­zio­na­le del 6 set­tem­bre: il cen­tro adde­stra­men­to e gli allog­gi per i mili­ta­ri (bat­ta­glio­ne Tusca­nia, GIS e cino­fi­li) sor­ge­ran­no a Pisa, ricon­ver­ten­do l’area Cisam, men­tre a Pon­te­de­ra si rea­liz­ze­rà la pista per l’addestramento alla gui­da dei vei­co­li mili­ta­ri e un poli­go­no di tiro. Il tut­to in cam­bio del­la pian­tu­ma­zio­ne di dodi­ci­mi­la nuo­vi albe­ri, sen­za indi­ca­zio­ne di costi e coper­tu­re, con vaghe pro­mes­se di limi­ta­re l’impatto ambien­ta­le.

Al net­to di tec­ni­ci­smi e fuf­fa reto­ri­ca, il dato poli­ti­co fon­da­men­ta­le è che la mili­ta­riz­za­zio­ne del ter­ri­to­rio è la via bipar­ti­san scel­ta per usci­re dal­le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che in cui ver­sa il Pae­se. A fron­te di una cri­si che inve­ste indu­stria e pro­du­zio­ne, il Gover­no rispon­de con tagli alle spe­se socia­li e inve­sti­men­ti nel set­to­re di “guer­ra e repres­sio­ne” (sia­mo a 38 mld di spe­sa annua), in pie­na subor­di­na­zio­ne alla mac­chi­na impe­ria­li­sta Nato e al ser­vi­zio degli inte­res­si dei grup­pi pri­va­ti del set­to­re “dife­sa” (Leo­nar­do) ed ener­gia (Eni).

La nuo­va base pre­vi­sta tra Pisa e Pon­te­de­ra dimo­stra la pie­na con­ver­gen­za di inte­res­si tra le due ban­de affa­ri­sti­che che si con­ten­do­no la gui­da del Pae­se: il cen­tro destra gui­da­to da Fra­tel­li d’Italia e il cen­tro “sini­stra” gui­da­to dal Par­ti­to Demo­cra­ti­co. Gover­no, Regio­ne e Comu­ni uni­ti in nome del cemen­to e del­la guer­ra.

Di fron­te a que­ste nefan­dez­ze, il movi­men­to No Base è chia­ma­to ad un ulte­rio­re pas­so in avan­ti. Se in que­sto anno la mobi­li­ta­zio­ne non si è mai fer­ma­ta, con deci­ne di assem­blee, momen­ti infor­ma­ti­vi, even­ti orga­niz­za­ti in Tosca­na e in giro per l’Italia, il momen­to attua­le richie­de un sal­to qua­li­ta­ti­vo.

Occor­re crea­re un movi­men­to ter­ri­to­ria­le di “mas­sa”, in gra­do di usci­re dagli abi­tua­li recin­ti del­la mili­tan­za poli­ti­ca e che coin­vol­ga lavo­ra­to­ri, stu­den­ti, cit­ta­di­ni dell’intera area pisa­na.

In bal­lo c’è un model­lo di svi­lup­po impron­ta­to alla deva­sta­zio­ne ambien­ta­le, lega­to agli appa­ra­ti mili­ta­ri e pie­ga­to alla logi­ca del pro­fit­to pri­va­to. Nien­te di più lon­ta­no dagli inte­res­si popo­la­ri e di clas­se.

Gover­no e enti loca­li scel­go­no di inve­sti­re cen­ti­na­ia di milio­ni di euro nell’ennesima base mili­ta­re, men­tre le case popo­la­ri cado­no a pez­zi, le liste di atte­sa per la sani­tà sono sem­pre più lun­ghe, così come le atte­se al Pron­to Soc­cor­so, solo per cita­re due emer­gen­ze macro­sco­pi­che. Il pro­get­to ini­zia­le del nuo­vo cen­tro mili­ta­re pre­ve­de­va di finan­zia­re una par­te del pro­get­to (cir­ca 190 milio­ni di euro) con i fon­di di coe­sio­ne socia­le!

Sabo­ta­re que­sto pro­get­to di cemen­to e mor­te è un impe­ra­ti­vo poli­ti­co ine­lu­di­bi­le per tut­te le for­ze poli­ti­che del­la sini­stra di clas­se. Occor­re supe­ra­re i set­ta­ri­smi e il “para­dig­ma del­la scon­fit­ta” per una bat­ta­glia di lun­ga dura­ta con­tro il pia­no del­la nuo­va base. Si può e si deve tor­na­re a coin­vol­ge­re tut­ti quei set­to­ri di clas­se che saran­no impat­ta­ti diret­ta­men­te da que­sta base.

Ogni euro spe­so per la base signi­fi­ca un peg­gio­ra­men­to del ser­vi­zio sani­ta­rio pub­bli­co, un taglio ai posti di asi­li nido e scuo­le pub­bli­che, un ulte­rio­re allun­ga­men­to del­le liste di atte­sa per gli allog­gi pub­bli­ci.

Que­sta deve esse­re la base di par­ten­za su cui costrui­re una oppo­si­zio­ne dura e sen­za scon­ti a que­sto pro­get­to di deva­sta­zio­ne mili­tar-indu­stria­le, che sia all’altezza del­la sfi­da posta dal­lo Sta­to al ter­ri­to­rio pisa­no.

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