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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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Reddito di cittadinanza e manovra di Bilancio: quello che sfugge agli occhi di molti

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La manovra di Bilancio ha adottato provvedimenti rispondenti alle esigenze padronali, dal taglio dei premi Inail  ai sussidi fino a 18 mesi, da un minimo di 5, per le imprese che assumono, dalla revisione del codice degli appalti alle grandi opere vivamente richieste da Confindustria.

Da aprile poi partirà il reddito di cittadinanza che ben presto scopriremo nella sua vera essenza, non lotta alla povertà ma strumento per imporre lavori disagiati, sottopagati con le stesse imprese a ricoprire un ruolo nevralgico nei percorsi formativi. Ma il reddito diventerà anche strumento di controllo sociale, dei comportamenti individuali e familiari sulla falsa riga di quanto accadeva nella Inghilterra della “Lady di ferro”.

Conditio sine qua non per il reddito è la sottoscrizione del “patto per il lavoro” con il centro per l’impiego o l’Agenzia di somministrazione, il patto per l'impiego coinvolgerà poi anche i sindacati complici attraverso gli enti bilaterali, al business parteciperanno a loro volta le aziende con sgravi fino a 18 mensilità. Pensiamo poi a un impiego di poche ore al giorno a decine di km di distanza da casa (fino a 250 nel caso della terza offerta di impiego rifiutata la quale si perde diritto al reddito), in questo modo si affermeranno, sotto forma di ricatto, i lavori sottopagati presentandoli come impieghi veri e propri. E pensare che doveva essere il Governo del Cambiamento...

E poi, rispetto alle roboanti dichiarazioni iniziali, non avviene alcuna rottura con il Rei, anche il nuovo  “patto per l’inclusione sociale” avrà bisogno dei servizi sociali dei Comuni.

Non serve grande acume per immaginare il caos derivante dal reddito di cittadinanza visto che i centri per l'impiego non sono attrezzati per farsene carico e gli appetiti padronali e sindacali sono ben noti, così dal 1° marzo partiranno le richieste alle Poste, i più tecnologizzati (una esigua minoranza) lo faranno per via telematica, la stragrande maggioranza si servirà dei Caf. E mentre il Governo blocca il turn over nella Pubblica amministrazione, si chiede all’Inps di verificare i requisiti di accesso al sussidio pari a 780 euro per un single, con alcune agevolazioni per le tariffe elettriche e per la fornitura del gas.

 

Che il nostro paese abbia bisogno, tanto nel pubblico quanto nel privato, di percorsi formativi è ben noto ma l'operazione reddito di cittadinanza assume i connotati del novello compromesso tra capitale e lavoro, tuttavia il “patto di formazione” coinvolge insieme sindacati e padroni, infatti gli enti bilaterali o i fondi interprofessionali si divideranno con le aziende i contributi per il periodo formativo. E poi gli stessi lavori collettivi sono avvolti nel silenzio, eppure non mancano casi urgenti che necessitano di interventi.

Il reddito va quindi visto nelle sue molteplici finalità, siamo il paese nel quale il collegamento degli uffici pubblici alle reti funziona ben poco. Carente, a dir poco , è la dotazione informatica  dei centri per l’impiego (72% al Sud e nelle Isole), logico sarebbe stato meglio prima predisporre interventi atti a far funzionare i centri rilanciando la formazione  e l'orientamento in materia di lavoro da parte del Pubblico Impiego.

E per concludere, non sarà facile superare i ricorsi alla Corte Europea o alla Consulta contro la decisione del  governo di portare da 5 a 10 anni il periodo di residenza in Italia per avere il sussidio, una misura dettata dalla assenza di soldi e dalla vulgata salviniana in materia di stranieri e migranti. Inizia l'anno nuovo con tante incognite e mentre il sindacato complice individua obiettivi discutibili verso cui finalizzare l'attenzione generale e qualche sterile protesta, non si colgono le reali contraddizioni insite nella manovra di Bilancio, forse perché alcune di queste contraddizioni stanno bene anche al Pd e all'intricato giro di affari che ruota attorno ai Caf, agli Enti bilaterali e ai sindacati stessi

Federico Giusti -- https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com

 

 

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