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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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Vertenza aeroporto Galilei facciamo il punto

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 Domande e risposte dalla Cub sulla vertenza del Galilei

D. Dopo settimane di iniziative separate torna l'unità dei lavoratori e delle sigle sindacali?

L'unità si costruisce nella radicalità e nella chiarezza, se si escludono dalle trattative regionali o dalle commissioni consiliari i lavoratori degli appalti e le loro organizzazioni sindacali si commette un grave errore perché questa forza lavoro è determinante per gli scali e deve avere pari dignità e rappresentanza visto che da anni percepisce salari da fame con il contratto multiservizi e per lo più è in part time. Non si può tenere il piede su due staffe come fa Usb, rivendicare unità dei lavoratori ma poi dimenticarsene, parlare di salvaguardia dei posti di lavoro a Firenze ma allo stesso tempo strizzare l'occhio ai comitati contrari alla Pista di Peretola, stare con i sindacati confederali ai tavoli Regionali ma poi criticarli e fare iniziative separate, escludere le organizzazioni presenti negli appalti. Non è polemica gratuita verso Usb ma la constatazione che la politica delle roboanti dichiarazioni stride con la pratica quotidiana. L'unità si costruisce nella radicalità e soprattutto dando pari dignità alle istanze dei lavoratori siano essi negli appalti o nella società. In questi mesi la Cub era stata esclusa dai tavoli in Regione e dalle commissioni consiliari a Pisa che avevano ridotto la vertenza aeroportuale alle istanze dei lavoratori di Ta e Tha salvo poi scoprire che le maestranze degli appalti sono determinanti per la vita dei due scali. Una volta ottenuta pari dignità, una volta ammessi alla commissione consiliare dove abbiamo portato dati, conoscenze ed elementi utili per noi l'obiettivo è raggiunto, le nostre non sono mai state polemiche strumentali. Semmai dovremmo riflettere sull'operato della Giunta Toscana che concede a Toscana aeroporti 10 milioni di euro per la salvaguardia occupazionale dimenticandosi degli appalti e per questo hanno escluso la Cub. Non si tratta, lo ripetiamo per chiarezza, di polemiche strumentali ma se vuoi affrontare una vertenza devi includere tutta la forza lavoro e ci sembra che oggi si vada finalmente in questa direzione, quindi per noi prevarrà sempre l'unità dei lavoratori siano essi della società o delle cooperative. Poi ci sarà da affrontare il nodo dei contratti per porre fine alla sperequazione salariale ma di questo parleremo dopo avere messo al sicuro i posti di lavoro

D. niente di ufficiale ma gli appalti sono rinnovati fino al 31 Ottobre..

E dopo? La nostra proposta è di andare all'estate 2022 con gli stessi appalti e salvaguardando gli attuali posti di lavoro e il monte ore, Un bando di gara prima della fine del 2022 sarebbe costruito sul numero dei voli attuali determinando tagli occupazionali, tra un anno presumibilmente saremo in una situazione ben diversa e con un numero di voli quasi identico al 2019. Poi ci sono da rivedere le politiche industriali della società Toscana aeroporti, bisogna puntare di piu' sui cargo e non depotenziare lo scalo di Pisa. Mentre nei primi due mesi 2020 il traffico aereo a Firenze cresceva di quasi il 9 per cento a Pisa diminuiva. Sono dati oggettivi che dimostrano la volontà politica di puntare sul Vinci ma a discapito del Galilei. Una boccata d'ossigeno è la proroga degli appalti ma non la soluzione, bisogna fare di più soprattutto se pensiamo che lo Stato non sta a guardare quanto ad ammortizzatori sociali. Per questo condividiamo che lo stato di agitazione riguardi l'intero comparto aeroportuale, società e appalti

D. Il sistema aeroportuale è in crisi irreversibile?

La liberalizzazione del settore aeroportuale è stata imposta dalle normative Europee per favorire la corsa al ribasso dei costi soprattutto nel settore handling consentendo alle compagnie low cost di applicare contratti di lavoro sfavorevoli. Poi ci sono compagnie che rifiutano perfino di applicare le normative del lavoro nazionali e fanno il bello e il cattivo tempo anche in epoca pandemica investendo in alcuni scali a discapito di altri. Per superare la crisi alcune società aeroportuali fanno fare il bello e il cattivo tempo ad alcune compagnie, date una occhiata a quanto accade in Sardegna e in Lombardia e trarrete le debite conseguenze. Il Governo sta a guardare e non ha una politica complessiva, questa è la conseguenza della liberalizzazione.

La liberalizzazione ha creato una elevata competizione tra gli aeroporti per lo più ormai nelle mani di multinazionali e società quotate in borsa che non vogliono sentire ragioni davanti alle richieste di salvaguardia occupazionale. E l'Italia ha aperto gli aeroporti a troppe compagnie rispetto a quanto accaduto in Germania, in Francia o Gran Bretagna.

Una compagnia può decidere la morte o il declino di un aeroporto spostando voli da una parte all’altra imponendo costi sempre più bassi. Ce lo dice l’Europa e il dio mercato ma le conseguenze sono solo negative per la forza lavoro, le politiche intraprese in Italia all'insegna della liberalizzazione hanno fatto gli interessi delle multinazionali e alla fine ci ritroviamo con una crisi ben più grande di quella registrata in altri paesi Ue. Per questo le liberalizzazioni non sono state la soluzione ma il problema.

 

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