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Esistono soluzioni per porre fine alle morti sul lavoro?

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 In queste ultime settimane si sono susseguiti morti e infortuni sul lavoro a un ritmo impressionante. Come avvenuto negli anni Cinquanta e Sessanta, la crescita di malattia professionali, infortuni e morti sul lavoro è il pegno che dovremo pagare per la Ripartenza post covid?

Il premier Draghi e i sindacati Cgil Cisl Uil si sono confrontati sulla questione e dal Presidente del Consiglio sono arrivate alcune considerazioni.

La questione delle morti sul lavoro assume sempre più i contorni di una strage continua. C'è l'esigenza di prendere provvedimenti immediatamente, entro la settimana prossima. E poi affronteremo i nodi irrisolti....

Infortuni e morti sul lavoro crescono a ritmi impressionanti come del resto le silenziose malattie professionali delle quali ben poco si parla, servono allora delle nuove misure in materia di salute e sicurezza? 

Se guardiamo al testo unico ci rendiamo conto del suo progressivo smantellamento, delle continue modifiche che mirano a depotenziare il sistema sanzionatorio a carico delle imprese, ridurne i costi e le responsabilità in sede civile e penale. Il potere poi dei rappresentanti lavoratori alla sicurezza è assai ridotto, i Rappresentanti lavoratori per la sicurezza finiscono nell'ingranaggio mortale nella filiera della sicurezza aziendale e con ruoli subalterni alla figura datoriale del Rappresentante del servizio e protezione.

Le responsabilità della politica sono evidenti, il convitato di pietra tra partiti, lobby e settori padronali porta a scaricare sui lavoratori molti, fin troppi, oneri di sicurezza.

Prendiamo ad esempio il 110% che porta a ristrutturare case e condomini, molti dei lavori eseguiti avvengono con poca attenzione alle normative in materia di sicurezza, pontili mal messi, lavori in altezza senza le dovute protezioni ma infortuni e morti riguardano anche settori come l'agricoltura dove gli strumenti impiegati sono spesso vecchi e insicuri e un piano di investimento nel settore è ben lungi dal venire.

Ma se guardiamo alle statistiche ci accorgiamo che quasi la metà degli infortuni mortali resta senza riconoscimento da parte dell'Inail. Ogni anno leggiamo di leggero calo degli infortuni ma tra il 2014 e il 2020 i morti oscillano tra 1148 e 1303, 1218 nell'anno pandemico 2020.

Solo nei primi 7\8 mesi del 2021 infortuni e morti sono cresciuti di circa il 9% rispetto all'anno precedente.

Il problema riscontrato è quello relativo al parametro di confronto, le ore lavorate, dovremmo stabilire la percentuale di infortuni e morte in relazione al numero della forza lavoro attiva e alle ore effettive di impiego altrimenti ogni statistica diventa parziale e facilmente manipolabile.

Tra le soluzioni prospettate ci sono le assunzioni degli ispettori che mai sono stati ridotti nei numeri come negli ultimi anni, tuttavia non si interviene sui poteri effettivi degli stessi visto e considerato che gli interventi dovranno essere efficaci senza offrire scappatoie di sorta alle imprese inadempienti

Poi non si parla di un piano nazionale di ammodernamento degli strumenti di lavoro e men che mai si affronta il nodo dell'orario di lavoro e della riduzione dell'età pensionistica, molti infortuni del resto accadono a lavoratori e lavoratrici avanti con gli anni o con carichi di lavoro sempre meno sostenibili.

Se intervenissimo sulle questioni appena citate il Governo non sarebbe così accondiscendente verso i sindacati, forse non li chiamerebbe ai tavoli di confronto per trovare soluzioni concordate, eppure sono proprio i tempi, i ritmi, le modalità organizzative della produzione, il sistema sanzionatorio a carico delle imprese elementi dirimenti da affrontare se vogliamo combattere la piaga delle morti sul lavoro.

E non serve il solito protocollo di intesa con i sindacati, occorre invece mettere mano alle vere cause degli infortuni e delle morti sul lavoro, ma anche delle taciute malattie professionali in continua crescita, per farlo non potremo accontentarci di parole e promesse ma intervenire nei tempi e nelle modalità produttive, nei rapporti tra datori e sindacati, nella legislazione fin troppo accondiscendente verso le imprese.

Redazione pisana di Lotta Continua Da: https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com

 

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