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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

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La inesorabile crisi della classe media e l'impoverimento della classe operaia

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La inesorabile crisi della classe media e l'impoverimento della classe operaia

 Per farsi una idea della crisi in corso non dobbiamo guardare lo spread e i mercati ma le nostre tasche, un vecchio detto operaio è che la prima crisi da considerare è quella di chi lavora e non arriva a metà mese.

Negli ultimi 40 anni neoliberisti registriamo

  • perdita del potere di acquisto e di contrattazione
  • controriforme in materia di lavoro atte a ridimensionare il ruolo dei sindacati
  • feroci repressioni con il potenziamento dello stato di emergenza e della legislazione che punisce con anni di carcere reati di piazza e legati alle attività sindacali e dei movimenti sociali
  • allargamento della forbice esistente tra bassi e alti salari, rafforzamento dei redditi elevati e pauperizzazione crescente delle classi lavoratrici e la lenta quanta inesorabile crisi dei ceti medi 

Da dove nasce la crisi dei ceti operai? 

Dalle privatizzazioni e delocalizzazioni, dal continuo ricorso ad appalti e subappalti

E la crisi della classe media? 

Dalla perdita del potere di acquisto, dalla crisi che riguarda il settore autonomo (non arrestata dalla tassazione agevolata) e anche dal calo del valore delle case oltre alla difficoltà di risparmio visto che i risparmi delle famiglie italiane sono servite a fronteggiare la crisi degli ultimi anni.

Attenzione tuttavia ai dati, nei 4 anni antecedenti alla Pandemia la ricchezza netta media delle famiglie risulta in aumento di oltre il 3% ma se guardiamo con attenzione ci si rende conto che per molti siamo invece in presenza di una decrescita, la ricchezza prodotta va a beneficio di pochi e a discapito di molti

Oltre l'80 per cento del patrimonio lordo familiare è costituito da immobili, per anni le famiglie hanno investito nel mattone e l'abbassamento dei prezzi si ripercuote negativamente sul valore acquisito.

E numerose famiglie con reddito basso sono state costrette ad acquistare una casa, magari lontano dai centri storici e ritrovarsi nei prossimi mesi con l'aumento del tasso di interesse significherebbe accrescere la spesa per i mutui contratti e i versamenti mensili da erogare alle Banche.

Se poi i salari diventano sempre più bassi è evidente che cresca l'indebitamento della classe lavoratrice e di quella media, non si risparmia un euro e si è costretti a ricorrere a fidi e prestiti solo per arrivare a fine mese, il lavoratore indebitato diventa ostaggio della finanza e non può permettersi, ironia della sorte, conflittualità con i datori temendo di essere licenziato con la confisca della casa vista la impossibilità di pagare le rate dei mutui.

Bisogna poi considerare un altro fatto ossia la cancellazione del vecchio articolo 18 e di altre norme a favore della forza lavoro, decisioni funzionali a rafforzare il potere ricattatorio e repressivo delle parti datoriali.

Dopo due anni di pandemia scopriamo l'indebitamento delle famiglie, la precarizzazione e la stagionalità del lavoro, i bassi salari che non recuperano mai potere di acquisto, condizioni di sfruttamento selvaggio negli appalti tanto che i posti di lavoro creati nel 2022 sono decisamente maggiori di 3 anni prima salvo constatare la natura precaria degli stessi.

Da: https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com/

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