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sabato, 5 Ottobre 2024

«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

[K. Marx]

La nostra solidarietà alle popolazioni colpite dall’alluvione

Con i sol­di del Pon­te di Mes­si­na si com­bat­te­reb­be il dis­se­sto idro­geo­lo­gi­co.

Le inon­da­zio­ni in Emi­lia-Roma­gna han­no deva­sta­to i ter­ri­to­ri e pro­dot­to incal­co­la­bi­li dan­ni eco­no­mi­ci, il bilan­cio del­le vit­ti­me è ele­va­to (una quin­di­ci­na di mor­ti), oltre 10mila gli sfol­la­ti, inte­ri pae­si som­mer­si da fiu­mi, tor­ren­ti. Ci vor­ran­no mesi, for­se anni, per tor­na­re a una situa­zio­ne “di nor­ma­li­tà”.

Una allu­vio­ne deva­stan­te che non pote­va esse­re pre­vi­sta al con­tra­rio del dis­se­sto idro­geo­lo­gi­co che afflig­ge il nostro pae­se ed è noto a tut­te le ammi­ni­stra­zio­ni loca­li e nazio­na­li, quel dis­se­sto per com­bat­te­re il qua­le ser­vi­reb­be­ro i sol­di desti­na­ti all’i­nu­ti­le pon­te di Mes­si­na che uni­rà alla peni­so­la la Sici­lia.

Per que­ste ragio­ni è inac­cet­ta­bi­le quan­to sta acca­den­do, venia­mo da anni di man­ca­te manu­ten­zio­ni, di infra­strut­tu­re vec­chie, di con­su­mo indi­scri­mi­na­to del suo­lo per accon­ten­ta­re inte­res­si pri­va­ti accre­scen­do­ne i pro­fit­ti, non esi­ste un serio inter­ven­to pub­bli­co atto a san­zio­na­re, limi­ta­re e impe­di­re inter­ven­ti che crea­no il dis­se­sto dei ter­ri­to­ri.

Spes­so le auto­ri­tà sono poco inte­res­sa­te e pre­vi­den­ti rispet­to alla deva­sta­zio­ne dei ter­ri­to­ri, a pre­va­le­re sono qua­si sem­pre altre logi­che con la pro­mes­sa maga­ri di qual­che posto di lavo­ro o di un taci­to, ma ambi­to, appog­gio elet­to­ra­le da par­te di impren­di­to­ri e cen­tri di pote­re.

Il vero pro­ble­ma è il dis­se­sto idro­geo­lo­gi­co del nostro ter­ri­to­rio, la assen­za di inter­ven­ti pub­bli­ci, la man­can­za di per­so­na­le inca­ri­ca­to del­la manu­ten­zio­ne ordi­na­ria e straor­di­na­ria, anni di tagli, pri­va­tiz­za­zio­ni e tet­ti di spe­sa, di poli­ti­che alla inse­gna del­la auste­ri­tà ci han­no por­ta­to a que­sta situa­zio­ne. Uscir­ne quan­to pri­ma è una prio­ri­tà nazio­na­le.

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