Lettera aperta di un ex militante sindacale

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Se questo è l’interno di un buco nero speriamo in un "soffio" che possa "accendere le stelle"[1]

Vole­vo intan­to comu­ni­car­vi il mio per­so­na­le smar­ri­men­to per le trop­pe amne­sie col­let­ti­ve, la socie­tà liqui­da a lun­go idea­liz­za­ta, nel sen­so di una con­ti­nua muta­bi­li­tà del­le rela­zio­ni socia­li, isti­tu­zio­na­li e del­le iden­ti­tà uma­ne, mi sem­bra una illu­sio­ne in un pae­se ove la mobi­li­tà socia­le è fer­ma da decen­ni e intra­ve­do in sostan­za il vec­chio tra­sfor­mi­smo del­la clas­se poli­ti­ca e sin­da­ca­le. Io sono anda­to due anni all’u­ni­ver­si­tà, poi davan­ti al posto fis­so ho rinun­cia­to ma mio padre avreb­be potu­to man­te­ner­mi agli stu­di, die­ci anni fa inve­ce ho dovu­to sce­glie­re chi tra i due figli far lau­rea­re per­ché i sol­di non c’e­ra­no.

Le rela­zio­ni socia­li non sono muta­te, è piut­to­sto cam­bia­ta la socie­tà dopo decen­ni di vit­to­ria ideo­lo­gi­ca del­la rea­zio­ne, i valo­ri di 30 o 50 anni fa sono sta­ti tra­vol­ti per­ché face­va como­do distrug­ge­re quel tes­su­to socia­le che pote­va rap­pre­sen­ta­re un osta­co­lo ogget­ti­vo ai pia­ni del capi­ta­le. Rispet­to ad anni fa se sei ope­ra­io hai meno oppor­tu­ni­tà di pas­sa­re ad impie­ga­to, i figli fre­quen­ta­no le stes­se scuo­le dei padri, la socie­tà è come se si fos­se fos­si­liz­za­ta attor­no alle vec­chie e sem­pre vali­de disu­gua­glian­ze.

Sono da poco in pen­sio­ne dopo 40 anni di lavo­ro nel pri­va­to, pia­no pia­no ho visto stra­vol­to il pote­re di con­trat­ta­zio­ne, se pri­ma pote­vi discu­te­re dei pro­ces­si orga­niz­za­ti­vi azien­da­li ora inve­ce li subi­sci pas­si­va­men­te, se pri­ma davan­ti a un peri­co­lo per la nostra salu­te e sicu­rez­za scen­de­vi subi­to in scio­pe­ro o in agi­ta­zio­ne oggi inve­ce devi aspet­ta­re il gra­ve infor­tu­nio e il mor­to. Ma in que­sto modo anche lo scio­pe­ro diven­ta un rito sen­za effi­ca­cia alcu­na.

Inci­den­ti e omi­ci­di sul lavo­ro ci sono sem­pre sta­ti ma è venu­ta meno la con­sa­pe­vo­lez­za di pote­re in qual­che modo fer­ma­re i pro­ces­si di sfrut­ta­men­to, la inten­si­fi­ca­zio­ne dei rit­mi e il ridur­si dei tem­pi neces­sa­ri per la pro­du­zio­ne.

Una mac­chi­na difet­to­sa por­ta­va gli ope­rai a chie­de­re subi­to il bloc­co del­la pro­du­zio­ne per gli inter­ven­ti neces­sa­ri, in que­sti ulti­mi anni ho visto la pro­du­zio­ne anda­re avan­ti anche con l’as­sen­so dei sin­da­ca­ti.

Cosa è cam­bia­to? Intan­to la pau­ra si è impos­ses­sa­ta dei nostri cor­pi e del­le nostre men­ti, sia­mo let­te­ral­men­te ter­ro­riz­za­ti all’i­dea di per­de­re il posto o di fini­re nel giro­ne infer­na­le del­la cas­sa inte­gra­zio­ne. Mio fra­tel­lo da 16 anni è in cas­sa inte­gra­zio­ne, se va bene lavo­ra un mese e mez­zo l’an­no, un tem­po gli chie­de­va­no ogni gior­no di fare gli straor­di­na­ri, mia moglie per puli­re gli uffi­ci di una azien­da ave­va sei ore a dispo­si­zio­ne, oggi con 4 deve fare lo stes­so lavo­ro e a 61 anni non ce la fai più, accet­te­re­sti anche la pen­sio­ne anti­ci­pa­ta con gran­di decur­ta­zio­ni.

Ave­va­mo un cir­co­lo azien­da­le che orga­niz­za 3 gite all’an­no, due in musei che non avrei mai visto, una set­ti­ma­na in esta­te a prez­zi con­te­nu­ti nel­le cit­tà d’ar­te, sia­mo sta­ti in mez­za Euro­pa. Oggi quel cir­co­lo si limi­ta a pro­por­re dei bonus da spen­de­re in pale­stre, ambu­la­to­ri pri­va­ti o nego­zi, orga­niz­za due cene socia­li all’an­no dove si par­la di poco o di nul­la. Il dopo lavo­ro era anche un luo­go di discus­sio­ne, orga­niz­za­va­mo la gior­na­ta men­si­le del­la soli­da­rie­tà per rac­co­glie­re fon­di, ne han­no bene­fi­cia­to in tan­ti per­ché alla fine si rac­co­glie­va­no sol­di a fini socia­li e anche poli­ti­ci come quan­do man­da­va­mo asse­gni per favo­ri­re l’a­gri­col­tu­ra in Nica­ra­gua, acqui­sta­va­mo stru­men­ti medi­ci da invia­re in Afri­ca o a Cuba.

I pen­sio­na­ti non era­no abban­do­na­ti alla soli­tu­di­ne o rele­ga­ti in casa ad assi­ste­re i nipo­ti, alme­no due vol­te alla set­ti­ma­na era­no al cir­co­lo per ini­zia­ti­ve socia­li o per ascol­ta­re qual­che rela­to­re, per gio­ca­re a boc­ce o a biliar­do ma anche a veder­si un film e discu­te­re davan­ti a un caf­fè.

Gli intel­let­tua­li era­no par­te del popo­lo, oggi il popo­lo lo guar­da­no con sospet­to. Ave­va­mo una pic­co­la biblio­te­ca che ogni anno rice­ve­va 100 libri in dona­zio­ne, gli ope­rai leg­ge­va­no o alme­no ci pro­va­va­no, oggi quel­la biblio­te­ca è sta­ta dona­ta al Comu­ne.

Mol­ti dei miei com­pa­gni oggi vota­no a destra, pen­sa­no che gli immi­gra­ti ci abbia­no ruba­to il posto e i dirit­ti, eppu­re i miei vici­ni di casa del Paki­stan lavo­ra­no 11 ore al gior­no per 1200 euro, han­no ora­ri spez­za­ti in un risto­ran­te, chi di noi accet­te­reb­be una paga da fame per que­sti ora­ri? Ma tra pochis­si­mi anni gli ora­ri dei Paki­sta­ni saran­no anche i nostri, se vuoi lavo­ra­re devi sot­to­sta­re ai ricat­ti del padro­ne. Poi ci sono anche quel­li che non lavo­ra­no e spac­cia­no ma lo stes­so potrem­mo dire per gli ita­lia­ni, a 100 metri dal cir­co­lo c’è una sala cor­se dove da decen­ni vedo sem­pre le stes­se fac­ce e vi assi­cu­ro che sono ita­lia­ni doc.

Ave­va­mo fidu­cia nel sin­da­ca­to ma ci ha gira­to le spal­le, ricor­do anco­ra quan­do han­no sot­to­scrit­to l’ac­cor­do che can­cel­la­va la sca­la mobi­le, da allo­ra tut­to è cam­bia­to. A lun­go abbia­mo vis­su­to una vita ric­ca di espe­rien­ze e sod­di­sfa­zio­ni come acqui­si­re una casa con il pez­zo ver­de die­tro dove fai l’or­to e tie­ni 4 gal­li­ne, negli ulti­mi 15 anni tut­to è cam­bia­to, i sol­di non basta­no mai, devi fare sacri­fi­ci, nei posti di lavo­ro domi­na un cli­ma di pau­ra e di ras­se­gna­zio­ne, si ricor­da­no di noi solo per rati­fi­ca­re inte­se già sot­to­scrit­te e ogni pro­te­sta si scon­tra con un muro costrui­to con i padro­ni per tener­ci chiu­si nel­la nostra mise­ria ed igno­ran­za.

Io cre­do che anda­re avan­ti in que­ste con­di­zio­ni non sia pos­si­bi­le ma rispet­to a 30 o 40 anni fa non c’è la voglia di lot­ta­re, ce l’han­no fat­ta pas­sa­re o sia­mo noi ad aver­la per­sa pen­san­do che ogni cam­bia­men­to sia impos­si­bi­le. Qua­le mon­do con­se­gne­re­mo ai gio­va­ni? Non lo so, pen­so un mon­do peg­gio­re, sen­za soli­da­rie­tà e sen­za spe­ran­za di cam­bia­re le cose.

Da: https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com/2024/12/lettera-aperta-di-un-ex-militante.html

[1] Nel 2019, uno stu­dio gui­da­to dal­l’a­stro­fi­si­co ita­lia­no Rober­to Gil­li del­l’I­sti­tu­to Nazio­na­le di Astro­fi­si­ca (INAF) e pub­bli­ca­to sul­la rivi­sta Astro­no­my & Astro­phy­sics, ha evi­den­zia­to che i buchi neri non sono sol­tan­to del­le vora­ci enti­tà cosmi­che in gra­do di inghiot­ti­re tut­to ciò che si tro­va nel­le loro vici­nan­ze, inclu­so la luce. Tut­ta­via, gra­zie al loro ‘sof­fio’ sono anche in gra­do di accen­de­re nuo­ve stel­le fino a una distan­za con­si­de­re­vo­le di un milio­ne di anni luce

 

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Redazione di Lotta Continua
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