“Lottare per le idee”. Il percorso culturale di Roberto Roversi nell’ultimo lavoro di Giuseppe Muraca

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Con que­sto sag­gio, Lot­ta­re per le idee. Rober­to Rover­si, poe­ta e pro­ta­go­ni­sta del­la cul­tu­ra ita­lia­na con­tem­po­ra­nea, PENDRAGONBolo­gna, Giu­sep­pe Mura­ca pro­se­gue nel­la sua ana­li­si del pen­sie­ro cri­ti­co che ha con­tri­bui­to a pre­pa­ra­re e soste­ne­re l’affermazione dei movi­men­ti socia­li degli anni Ses­san­ta e Set­tan­ta. Mura­ca ci ricor­da come quel ciclo di pro­ta­go­ni­smo e azio­ne diret­ta di una par­te del­la gio­ven­tù poli­ti­ciz­za­ta sia sta­ta anche con­no­ta­ta dal­la “bat­ta­glia del­le idee”, dall’apporto dato da alcu­ni intel­let­tua­li di valo­re alla for­ma­zio­ne del­le gio­va­ni gene­ra­zio­ni che si oppo­ne­va­no in vario modo alle logi­che di domi­nio del siste­ma.

Lo sguar­do di Mura­ca impli­ci­ta­men­te si con­trap­po­ne alla dif­fu­sa let­tu­ra odier­na che defor­ma e ridu­ce quel ciclo di gran­di fer­men­ti e di appas­sio­na­ta par­te­ci­pa­zio­ne poli­ti­ca ad “anni di piom­bo”. Dopo aver pro­po­sto, accan­to a nume­ro­si altri sag­gi e arti­co­li, una let­tu­ra di Fran­co For­ti­ni, Pier­gior­gio Bel­loc­chio, Lucia­no Bian­ciar­di, l’ultimo suo lavo­ro ci offre lo stu­dio dell’itinerario del poe­ta bolo­gne­se Rober­to Rover­si.

Non si trat­ta di un tra­di­zio­na­le stu­dio di sto­ria del­la let­te­ra­tu­ra. Nel sag­gio di Mura­ca il tra­git­to poe­ti­co di Rover­si è sem­pre intrec­cia­to e cala­to nel con­te­sto dei viva­ci fer­men­ti cul­tu­ra­li del suo tem­po, al pun­to che, anche chi non ha una spe­ci­fi­ca atten­zio­ne per il discor­so let­te­ra­rio, dal­la let­tu­ra di Lot­ta­re per le idee tro­va sti­mo­li inte­res­san­ti e un arric­chi­men­to cul­tu­ra­le.

La pri­ma par­te del libro è dedi­ca­ta agli ini­zi, all’apprendistato, con l’esordio poe­ti­co, l’analisi del­le novel­le dei pri­mi anni Cin­quan­ta, il rap­por­to di Rover­si con l’Offi­ci­na bolo­gne­se. Sono gli anni in cui con altri intel­let­tua­li, dopo la “cri­si del 1956”, si posi­zio­na a soste­gno di una neces­sa­ria usci­ta da sini­stra dal­lo sta­li­ni­smo. Nel­la secon­da metà degli anni Cin­quan­ta Rover­si matu­ra una svol­ta signi­fi­ca­ti­va nel­la sua con­ce­zio­ne del ruo­lo socia­le e poli­ti­co dell’attività let­te­ra­ria e dell’intellettuale, “diven­tan­do a tut­ti gli effet­ti un poe­ta civi­le”.

In que­sta nuo­va con­sa­pe­vo­lez­za “Rover­si non vuo­le più esse­re un sem­pli­ce testi­mo­ne e rie­vo­ca­re il pas­sa­to con nostal­gia e rim­pian­to. Infat­ti, nei suoi ver­si c’è tut­ta la net­ta oppo­si­zio­ne di un uomo e di un poe­ta per lo sta­to in cui ver­sa l’Italia gover­na­ta da una clas­se diri­gen­te che ave­va tra­di­to gli idea­li del nuo­vo risor­gi­men­to e che sta­va attuan­do un regi­me con­ser­va­to­re, auto­ri­ta­rio e ingiu­sto e il rifiu­to del siste­ma neo­ca­pi­ta­li­sti­co” (Mura­ca).

Una coscien­za que­sta che acco­mu­na il poe­ta ad altri intel­let­tua­li che, in cam­pi distin­ti e da pun­ti di vista diver­si, espri­mo­no il fecon­do pen­sie­ro cri­ti­co degli anni Ses­san­ta. Si entra quin­di nel­la secon­da par­te del libro in cui Rover­si è par­te­ci­pe del­la for­ma­zio­ne e del­la cre­sci­ta di una “nuo­va sini­stra”. Si affac­cia al nuo­vo decen­nio con l’animo di chi è con­vin­to che “occor­re, per non lasciar­si anni­chi­li­re, affron­ta­re la nuo­va real­tà agguer­ri­ti”. Nel libro di Mura­ca tro­via­mo Rover­si pro­ta­go­ni­sta del­la rivi­sta Ren­di­con­ti e del tea­tro poli­ti­co degli anni Ses­san­ta. Nel­la poe­sia Descri­zio­ni in atto Rover­si inter­pre­ta la cro­na­ca del decen­nio schie­ra­to dal pun­to di vista “dei vin­ti e dei dispe­ra­ti, dei dan­na­ti del­la ter­ra”.

“A Tori­no il fat­to che/un let­to è affittato/tre vol­te al gior­no a tre immi­gra­ti meridionali/con tur­ni diver­si nel­la gran­de fab­bri­ca orgo­glio del­la nazione/è natu­ra­le”.

Il poe­ta bolo­gne­se giun­ge alla vigi­lia del 68 con la con­vin­zio­ne che “la let­te­ra­tu­ra ormai non ave­va alcu­na inci­den­za sul­la real­tà, in quan­to era sta­ta assor­bi­ta e neu­tra­liz­za­ta dal siste­ma capi­ta­li­sti­co”, ma “rove­scia que­sto sen­so di impo­ten­za con l’assunzione di una fun­zio­ne pra­ti­ca e poli­ti­ca”. (Mura­ca).

Nel perio­do del­la con­te­sta­zio­ne va segna­la­to il rifiu­to, da par­te di Rover­si, dei mez­zi e dei cana­li uffi­cia­li di pro­du­zio­ne, distri­bu­zio­ne e comu­ni­ca­zio­ne dell’opera let­te­ra­ria, anche acco­stan­do­si all’uso del ciclo­sti­le, lo stru­men­to per eccel­len­za per la stam­pa e la pro­du­zio­ne dei docu­men­ti e dei volan­ti­ni dei nuo­vi movi­men­ti.

La ter­za par­te di Lot­ta­re per le idee è dedi­ca­ta agli anni 70 e 80, gli anni del­la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne e dell’entusiasmo per le tra­sfor­ma­zio­ni in atto a cui ha fat­to segui­to il ripie­ga­men­to nel “pri­va­to”. Qui Mura­ca trat­ta il rap­por­to del poe­ta con Lucio Dal­la, il tea­tro poli­ti­co e un nuo­vo roman­zo spe­ri­men­ta­le. In que­sto capi­to­lo non pote­va man­ca­re, per un bolo­gne­se mol­to lega­to alla sua cit­tà, il Movi­men­to del 77 a Bolo­gna.

Rileg­ge­re nel testo di Mura­ca alcu­ne par­ti dell’opera “Il libro Para­di­so” (che per chi scri­ve è un testo mira­bi­le), pub­bli­ca­ta sul pri­mo nume­ro del­la rivi­sta Il cer­chio di ges­so vuol dire esse­re cat­tu­ra­ti dal cli­ma del mar­zo 77 bolo­gne­se e rivi­ver­ne le for­ti emo­zio­ni del tem­po. Nel movi­men­to era cono­sciu­to come A che pun­to è la cit­tà? per­ché è la doman­da che il poe­ta ripe­te in modo mar­tel­lan­te. “Il poe­met­to è un atto d’amore dedi­ca­to dal poe­ta alla sua cit­tà che sta­va viven­do gior­ni di dolo­re e di lut­to ed è da con­si­de­ra­re una del­le sue poe­sie più bel­le” (Mura­ca).

Il quar­to capi­to­lo del testo è dedi­ca­to all’ultima pro­du­zio­ne, for­se meno cono­sciu­ta, del poe­ta bolo­gne­se.

“Que­sto non è un tem­po orri­bi­le.

È un tem­po nuo­vo.

Non è un tem­po impos­si­bi­le.

È un tem­po in cui ogni sera

si aspet­ta una noti­zia

da Mara­to­na”.                Rober­to Rover­si da “Il libro Para­di­so”

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