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mercoledì, 11 Dicembre 2024

«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

[K. Marx]

Garibaldi fu ferito (e il lavoro dipendente non se la passa meglio)

«Mai così tan­ti occu­pa­ti dai tem­pi di Gari­bal­di» tuo­na Melo­ni, evi­den­te­men­te in cer­ca di glo­ria. Tra­la­scian­do Gari­bal­di e i sem­pre para­dos­sa­li richia­mi sto­ri­ci del­la destra, è vero che l’occupazione è aumen­ta­ta: «Il nume­ro di occu­pa­ti a mar­zo 2024 supe­ra quel­lo di mar­zo 2023 dell’1,8% (+425mila uni­tà)»[1], men­tre «Il nume­ro di occu­pa­ti a luglio 2024 supe­ra quel­lo di luglio 2023 del 2,1% (+490mila uni­tà)»[2].

Ma alla luce di que­sti dati si deve festeg­gia­re innal­zan­do pea­na all’operato del­la destra gover­na­ti­va oppu­re, supe­ra­ta la super­fi­cia­li­tà dei mes­sag­gi poli­ti­ci a mez­zo stam­pa, entra­re nel meri­to del­le que­stio­ni?

Sia­mo per la secon­da ipo­te­si e per que­sto ci sof­fer­me­re­mo su alcu­ni pun­ti diri­men­ti:

  • innan­zi­tut­to, per l’ISTAT risul­ta­no “occu­pa­te” per­so­ne che abbia­no lavo­ra­to alme­no un’ora duran­te il las­so di tem­po uti­le per il rile­va­men­to dati (una set­ti­ma­na), per cui «sono con­teg­gia­ti tra gli occu­pa­ti anche gli irre­go­la­ri e quel­li che con­tri­bui­sco­no al com­pen­so fami­lia­re pur non risul­tan­do in alcun modo in atti­vi­tà»[3];
  • rispet­to a 12 mesi fa «scen­de il nume­ro di per­so­ne in cer­ca di lavo­ro (-16,7%, pari a ‑334mila uni­tà) men­tre cre­sce quel­lo degli inat­ti­vi tra i 15 e i 64 anni (+0,2%, pari a +21mila)»[4];
  • il tota­le del­le ore lavo­ra­te tor­na lie­ve­men­te a cala­re (-0,2%[5]). Fa ecce­zio­ne il set­to­re dei ser­vi­zi, che comun­que «sono anche l’unica bran­ca in cui i red­di­ti da lavo­ro dipen­den­te pro capi­te sono sce­si (-0,3%)»[6]. Un’indicazione del fat­to che par­te dell’aumento occu­pa­zio­na­le sia dovu­to a lavo­ro sot­to­pa­ga­to e pre­ca­rio;
  • i dati sem­bra­no evi­den­zia­re un tra­va­so di lavo­ro dipen­den­te ver­so quel­lo auto­no­mo e, difat­ti, «Nell’arco dei dodi­ci mesi l’occupazione cre­sce tra i dipen­den­ti per­ma­nen­ti (+2,8%) e gli auto­no­mi (+5,0%), men­tre dimi­nui­sce tra i dipen­den­ti a ter­mi­ne (-6,6%)»[7]. È pos­si­bi­le che il calo dei dipen­den­ti a ter­mi­ne sia in buo­na par­te dovu­to all’ingrossarsi degli auto­no­mi, secon­do la nota e infau­sta dina­mi­ca che vede lavo­ra­to­ri di “serie B” costret­ti dall’imprenditore a far­si la Par­ti­ta Iva, pagan­do le rela­ti­ve impo­ste di pro­pria tasca ma con­ti­nuan­do a vive­re nei fat­ti, in tut­to e per tut­to, un rap­por­to di lavo­ro dipen­den­te;
  • per quan­to riguar­da l’occupazione gio­va­ni­le nel­la fascia d’età 25–34, a nostro avvi­so non biso­gna guar­da­re tan­to al calo degli occu­pa­ti (dato del ‑0,6% rispet­to al mese pre­ce­den­te, ma posi­ti­vo su base tri­me­stra­le e annua­le) quan­to, piut­to­sto, alla cre­sci­ta impe­tuo­sa dei gio­va­ni inat­ti­vi (+60% su base annua­le), ten­den­za che va avan­ti in real­tà da oltre un anno. Si trat­ta pro­ba­bil­men­te di un impor­tan­te cam­pa­nel­lo d’allarme, total­men­te igno­ra­to dal­la pre­mier. Non con­di­vi­dia­mo nul­la del siste­ma di for­ma­zio­ne lavo­ra­ti­va che l’Italia ha svi­lup­pa­to nel cor­so del tem­po (anche tra­mi­te gli inve­sti­men­ti del Pnrr), ma dob­bia­mo comun­que con­sta­ta­re che il nostro Pae­se com­ples­si­va­men­te va ero­gan­do una for­ma­zio­ne insuf­fi­cien­te e/o ina­de­gua­ta a soste­ne­re la ripre­sa del­la nuo­va occu­pa­zio­ne.

Ci fa pia­ce­re che Melo­ni voglia mostra­re “entu­sia­smo”, ma a leg­ge­re meglio i dati si capi­sce come for­ni­re infor­ma­zio­ni par­zia­li sia la sola arma che resta, in assen­za di argo­men­ta­zio­ni, per occul­ta­re i segni di una cri­si eco­no­mi­ca e socia­le che ha già inve­sti­to anche pae­si eco­no­mi­ca­men­te for­ti come la Ger­ma­nia.

F. Giu­sti, E. Gen­ti­li

  1. Istat: Flash “Occu­pa­ti e disoc­cu­pa­ti” Mar­zo 2024, p. 1.
  2. Istat: Flash “Occu­pa­ti e disoc­cu­pa­ti” Luglio 2024, p. 1.
  3. Usb: La bufa­la dell’aumento dell’occupazione: il gover­no gio­ca con i nume­ri, 1° Feb­bra­io 2024.
  4. Istat: Flash “Occu­pa­ti e disoc­cu­pa­ti” Luglio 2024, p. 1.
  5. Quan­do non è spe­ci­fi­ca­to, le per­cen­tua­li si rife­ri­sco­no alla varia­zio­ne sul mese pre­ce­den­te.
  6. Chia­ra Bru­si­ni: Melo­ni: “Mai così tan­ti occu­pa­ti dai tem­pi di Gari­bal­di”. Ma per Istat a luglio sono sali­ti solo gli auto­no­mi. E le ore lavo­ra­te dimi­nui­sco­no, «ilFat­to­Quo­ti­dia­no», 3 Set­tem­bre 2024.
  7. Istat: Flash “Occu­pa­ti e disoc­cu­pa­ti” Luglio 2024, p. 4.

 

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