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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

(K. Marx)

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Il primo sciopero generale contro il Governo Lega 5 Stelle

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 Intervista a Massimo Betti del Sindacato Generale di Base

D. Uno sciopero a pochi giorni dal documento di economia e finanza del Governo?

R. Il 26 ottobre, in Italia e in tutti i settori, si sciopera, insieme al sindacalismo di base, CUB, SGB, SICOBAS E USI. Siamo i sindacati di base che non hanno sottoscritto il testo unico sulla rappresentanza, tra di noi esistono differenze ma abbiamo un punto comune qualificante ossia il rifiuto di relazioni sindacali basate sul compromesso con i padroni e i governi. L'indipendenza dai governi e l'autonomia degli interessi di classe non si pratica a corrente alternata.
I punti qualificanti di questo sciopero sono l'abrogazione della legge Fornero e del jobs act, eliminare ogni forma di precarietà, aprire una stagione contrattuale all’insegna della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, diritto al lavoro e alla casa, fermare le fonti inquinanti dentro e fuori i luoghi di lavoro, respingere ogni tentativo di contrapporre lavoratori autoctoni ed immigrati. Ci sembrano elementi dirimenti non solo per l'opposizione sindacale ma anche per quella politica, il rifiuto delle regole costruite per compiacere i padroni, per favorire la libertà di licenziamento in caso di irrisori indennizzi. Quando parliamo di riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario rifiutiamo anni di accordi a perdere che hanno permesso l'aumento dei profitti sulla pelle di tanti lavoratori e lavoratrici per i quali sono arrivati\e solo precarietà, peggiori condizioni di vita e di lavoro. Arretrare sul fronte dei diritti sociali, sindacali e politici ha determinato la nostra sconfitta, gli accordi a perdere non sono di aiuto perché la ricattabilità dei lavoratori determina condizioni di debolezza, perdita del potere di acquisto e di contrattazione.
Eravamo in piazza con Unione Inquilini e i movimenti dell'abitare lo scorso 10 Ottobre, chi perde lavoro perde anche la casa senza un tetto le nostre esistenze non sono dignitose, le famiglie si sfaldano, non esiste presente e futuro all'insegna della precarietà. Parliamo di cose concrete, qualcuno ha stupidamente ironizzato davanti alle ragioni dello sciopero parlando della "solita lista della spesa", il manuale dei sogni. Ogni giorno tocchiamo con mano invece che senza una prospettiva di cambiamento radicale non nascono percorsi conflittuali e senza conflitto tra capitale e lavoro perdiamo dignità, salario, diritti. Urge attivarci per far nascere un movimento contro privatizzazioni e le tanto grandi quanto inutili opere, quello che manca è un vero piano occupazionale per la messa in sicurezza del territorio nazionale, la difesa e rilancio del welfare universale, bisogna ripristinare la democrazia sindacale nei luoghi di lavoro, quella democrazia che hanno distrutto per imporre l'innalzamento dell'età pensionabile e la libertà di licenziamento. Il nesso tra democrazia nella società e nei luoghi di lavoro, agibilità democratiche e sindacali, conflitto sociale e sindacale dovrebbe essere la condizione necessaria per il sindacato, per difendere la forza lavoro e dotarla degli strumenti necessari alla organizzazione di classe

Sono queste le principali parole d’ordine della piattaforma sulla quale chiamiamo le lavoratrici ed i lavoratori alla lotta, consapevoli che l’indipendenza del sindacato va praticata nei confronti di chiunque governi il Paese.

D: Nel paese esiste una emergenza salariale.

R. S
i annunciano altri anni, lunghi anni di blocco dei contratti nazionali per 3,2 milioni di dipendenti pubblici, i rinnovi in tanti comparti del privato avvengono al massimo ribasso, in alcuni settori fra i quali la logistica e l'agricoltura il lavoro nero e sottopagato sono la norma, le famiglie hanno accumulato debiti e perso potere di acquisto, chi perde il lavoro ha poche possibilità di ritrovarlo soprattutto se non hai un titolo di studio o vivi nelle aree depresse del paese. Sciopereranno i trasporti (ferroviario, locale e aereo), la scuola, i servizi, la sanità, le fabbriche, i magazzini e la pubblica amministrazione. La questione salariale, con il welfare, le pensioni, la scuola e la sanità sono dirimenti se vogliamo costruire una società più equa e giusta, quando devi aspettare mesi per una visita non vivi in un paese civile, quando abbandoni la scuola per mancanza di soldi hai sicuramente meno opportunità per il futuro.

 D. Torniamo al 26 Ottobre. Tante piazze e non una manifestazione nazionale

R. Molte sono le piazze dal sud al nord del Paese, dove si stanno organizzando mobilitazioni a sostegno della piattaforma e all’interno della quale troveranno spazio anche specifiche vertenze. Il senso profondo della giornata sarà espresso in particolare dalle manifestazioni di Taranto e Torino dove, a partire dalla piattaforma sindacale, lavoratori di tutti i settori, scenderanno in piazza in difesa del proprio territorio, contro gli interessi di profitto dei pochi sui molti.

Taranto si mobiliterà contro l’accordo firmato all’Ilva il 6 settembre scorso dalla multinazionale Arcelor Mittal, da Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Usb e Governo, basato sul ricatto lavoro/salute.

A Torino la lotta sindacale farà sua quella contro la TAV e le grandi opere, inutili, dispendiose e ricettacolo di corruzione a scapito delle spese per lo stato sociale.

A Taranto e Torino, lavoratori esprimeranno la propria volontà di riappropriarsi del potere decisionale in merito a: cosa, quanto e per chi vogliono produrre col proprio lavoro, sia in termini di beni materiali che intellettuali.

Nel giorno dello sciopero, nutrite delegazioni di lavoratori si recheranno a manifestare in queste due città. Poi ci sono presidi e cortei in ogni regione d'Italia, decine di manifestazioni che porteranno in piazza migliaia di lavoratori\trici, disoccupati, giovani e pensionati

Vogliamo con questo sciopero offrire sostegno concreto ad un percorso che, unendo lavoratori di tutte le categorie, disoccupati, precari e pensionati, su rivendicazioni di carattere generale, si muova verso la costruzione del sindacato di classe e di massa nel nostro paese

A cura della Redazione pisana di Lotta Continua.

 

 

 

 

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La scommessa dello sciopero del 26 ottobre.

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