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«Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente»

(K. Marx)

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Retorica e falso cordoglio delle bandiere a mezz'asta

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Fa discutere la decisione di Confindustria di esporre bandiere a mezz'asta, in segno di lutto, nelle sedi territoriali, il cordoglio per le morti da coronavirus, ma con l'occhio sempre puntato al profitto, a perorare la causa delle aziende aperte per far ripartire il paese.
Per il Sole 24 Ore il crollo dei ricavi industriali è di 159 miliardi, più o meno un terzo dell'export italiano.
Settori politici come centro destra e Italia viva sono fin troppo sensibili alle ragioni padronali, con continue giravolte oggi sostengono la necessità di riaprire quasi tutte le produzioni, qualche ministro invoca maggiori riaperture produttive soprattutto al Sud.
Senza ripetere concetti già ampiamente dibattuti, il contagio si è diffuso lungo la dorsale industriale e logistica, gli scienziati sono concordi nel dire che avremmo dovuto chiudere molto prima aziende, magazzini, sospendere attività sportive, le decisioni sono arrivate quando ormai il danno era stato fatto. Alcuni scienziati, magari sensibili alla affermazione del capitalismo della sorveglianza, vorrebbero attraverso gli smartphone mappare spostamenti per contrastare il contagio, una scelta già operata in Cina e in Corea e per dirla tutta con successo ai fini del contenimento della diffusione del virus.
Resta paradossale che si stia chiusi nel weekend di Pasqua per poi riaprire molte attività da martedì prossimo, siamo a dir poco perplessi che si faccia a gara a presentarsi come benefattori attraverso donazioni quando poi non si vuole chiudere le attività produttive perché i danni economici sarebbero troppo grandi.
Molte aziende hanno promesso ai loro azionisti utili e dividendi, è questa la principale preoccupazione di molti consci di come la pandemia ridurrà i margini di profitto e speculativi.
Siamo indietro perfino nella sanificazione dei luoghi pubblici e di lavoro, il fabbisogno delle mascherine è sottostimato, il bisogno di normalità stride con una realtà medico\sanitaria ancora in emergenza.  E se una scelta dovrà essere operata per noi la salvaguardia della salute e della sicurezza sono una priorità assoluta, per questo il timore che la riapertura di tante attività (e di conseguenza l'allentamento delle misure restrittive nei movimenti individuali) possa fungere da detonatore al contagio è tutt'altro che remota.

E a quel punto non ci saranno fasi due o tre, saremo ancora nella fase acuta dei contagi visto che le morti giornaliere continuano a superare quota 600, un bollettino  non medico ma di guerra.

Redazione pisana di Lotta Continua

 

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